MARIO, Gaio, il Giovane
Nipote di Gaio M., fu dapprima (83) legato di Norbano nella guerra contro Silla, e col suo capo rimase gravemente sconfitto presso Capua, nella battaglia del M. Tifata, da Silla stesso. Creato console con Cn. Papirio Carbone, appena ventiseenne, per suo ordine il pretore L. Damasippo fece strage di nobili sillani o sospettati tali, fra cui il pontefice massimo Q. Muzio Scevola. Nell'82, comandante di una parte dell'esercito, si trovò di fronte a Silla, il quale lo inseguì, dominando da Sezze la Via Appia. A Sacriporto Silla s'impegnò nuovamente contro M., con l'aiuto di Dolabella, e lo sconfisse, costringendolo a chiudersi in Preneste, la migliore fortezza romana del Lazio. Nel corso della campagna, dopo le sconfitte patite nelle altre parti d'Italia da Carbone e da Carrinate, la resistenza di M. a Preneste divenne l'elemento più importante della lotta contro Silla. Carbone cercò di aiutarlo mandandogli 8 legioni, ma Pompeo sventò il tentativo. Poco dopo, per invito di Carbone, M. Lamponio, lucano, Ponzio Telesino, sannita, e Gutta, campano, con ingenti forze mossero in aiuto di Preneste. Silla riuscì a fermarli sulla via Latina, poi dopo una diversione, occupata Roma, li sconfisse alla Porta Collina e uccise come ribelli tutti i prigionieri. Preneste cadde quasi subito dopo, e la testa di M., ucciso appena presa la città, fu appesa ai rostri in Roma, come sanguinoso trofeo del trionfo di Silla.
Bibl.: E. Linden, De bello civili Sullano, Friburgo 1896; E. Pozzi, Studi sulla guerra civile Sillana, in Atti R. Accad. Torino, XL (1913-14); M.A. Levi, Silla, Milano 1924, p. 98 segg.; H. Last, in Cambridge Ancient History, IX, Cambridge 1932, p. 272 segg.