Pannunzio, Mario
Giornalista, uomo politico e sceneggiatore, nato a Lucca il 5 marzo 1910 e morto a Roma il 10 febbraio 1968. Fu un intellettuale eclettico (dalla letteratura alla filosofia, dalla pittura al cinema) con la vocazione precisa all'invenzione e alla direzione di riviste e giornali, come il prestigioso settimanale "Il mondo" (1949-1966). Dopo aver partecipato alla rifondazione del Partito liberale italiano (1943) e alla lotta clandestina di liberazione, fu tra i fondatori del Partito radicale dei liberali e democratici italiani (1955; dal 1963 Partito radicale).
Fu condirettore insieme ad Arrigo Benedetti del settimanale "Oggi" (1939-1941) e diresse il quotidiano "Risorgimento liberale" (1944-1947); fondò infine "Il mondo", la testata più importante per la sua professione di giornalista che divenne il simbolo di quel progetto di liberalismo inquieto, radicale (di ispirazione tanto crociana quanto laica e illuminista), la "terza forza" da opporre al blocco culturale cattolico e comunista. "Il mondo" fu un'opera di liberali di sinistra in cui P. riuscì ad aggregare un gruppo di lavoro vario, autonomo e mai omologato, "mantenendo in vita la capacità di trasformare le questioni della politica in questioni della cultura" (Il mondo: antologia di una rivista scomoda, a cura di G. Carocci, 1997, p. XIV). Il suo rapporto con il cinema fu fecondo. Già critico e saggista prima della Seconda guerra mondiale su "Cinema", svolse l'attività di assistente alla regia per L'homme de nulle part (1936; Il fu Mattia Pascal) di Pierre Chenal. Il sodalizio più importante fu quello con Mario Camerini, per il quale P. scrisse le sceneggiature di film di qualità come Grandi magazzini (1939), Il documento (1939) e Una storia d'amore (1942). Lo sguardo di P. appare rivolto alla psicologia dell'uomo medio, dell'italiano che conquista la propria identità di individuo e di soggetto sociale. Ancora una volta, senza per questo cadere nelle trappole di una scrittura didascalica o moralistica, fu il tratto drammatico dell'etica il vero segno della ricerca di Pannunzio. La letteratura, il gusto narrativo della storia lo portarono a scrivere per Duilio Coletti Capitan Fracassa (1940) e La maschera di Cesare Borgia (1941). Ma fu la sua maggiore virtù morale e, in fondo, esistenziale, a permettergli di collaborare con intelligenza al capolavoro di Roberto Rossellini, Europa '51 (1952), redatto con altri autori e sceneggiatori italiani di forte impegno etico e morale quali Sandro De Feo, Ivo Perilli, Diego Fabbri e lo stesso Rossellini.
Pannunzio e il Mondo, a cura di M. Pegnaieff, A. Brandoni, G. Valentini, Torino 1988.