RIDOLFI, Mario
Architetto, nato a Roma il 5 maggio 1904, ha iniziato la sua attività con una serie di progetti ispirati ad un gusto decisamente "novecentista", persistente anche dopo la sua adesione al Movimento italiano per l'architettura razionale (Colonia marina di Castel Fusano, 1929; progetto per l'Archidiocesi di Messina, 1932). Nel palazzo postale a Piazza Bologna in Roma, del 1934, il primitivo lirismo novecentista si fonde con tematiche di origine razionalistica, che si accentueranno ancor più nelle palazzine romane di via di Villa Massimo (1936) e di via S. Valentino (1937), dimostrando, soprattutto in quest'ultima opera, un'apertura verso le più avanzate esperienze europee.
Dopo aver aderito alla lotta antifascista, R. ha ripreso e intensificato la sua attività, tentando di sottoporre a revisione il linguaggio razionalista delle precedenti esperienze sulla base di un approfondito studio dei metodi costruttivi tradizionali (cfr. il Manuale dell'architetto, compilato nel 1946 da R. insieme a C. Calcaprina, A. Cardelli e M. Fiorentino per conto del Consiglio Nazionale delle Ricerche) e del recupero di alcuni valori qualitativi che sembravano essere stati ignorati dalle prime realizzazioni del movimento moderno. Il quartiere Tiburtino a Roma (capogruppi L. Quaroni e R.), nel tentativo di aderire alla realtà quotidiana espressa attraverso forme dialettali e popolari, segna l'inizio del neorealismo architettonico, esercitando notevoli influenze, specie nell'ambiente romano.
Le opere successive di R. (palazzine in via De Rossi a Roma, 1950; a Terni, 1951; quartiere INA-Casa a Cerignola, 1950; case di abitazione in viale Etiopia, 1951 e palazzina in via Vetulonia, 1953, a Roma) approfondiscono tale tematica, raggiungendo talvolta risultati di alto valore espressivo (case in viale Etiopia). Esse tuttavia, pur confermando la continuità e la coerenza morale delle sue esperienze, restano legate a modi operativi la cui attualità, nel presente momento culturale italiano, può essere considerata dubbia, come dimostrano anche le sue opere più recenti (carcere di Nuoro, 1955; quartiere CEP a Treviso, 1958; scuola a Terni, 1960).
Bibl.: G. Ponti, Stile di R., in Stile, 1943, n. 25, pp. 2-15; G. De Carlo, Architetture italiane, in Casabella continuità, n. 199, 1954, pp. 19-33; G. Canella e A. Rossi, Architetti italiani: M. R., in Comunità, n. 41, 1956, p. 50-55; V. Gregotti, Alcune recenti opere di M. R., in Casabella continuità, n. 210, 1956, pp. 22-48; Opere recenti di M. R., e Unità residenziale al km 7 della Via Tiburtina (testi di C. Aymonino, C. Chiarini, F. Gorio, L. Quaroni), in Casabella continuità, n. 215, 1957, pp. 7-43.