marionette
Grandi attori dalla testa di legno
La marionetta è un pupazzo a figura intera fatto il più delle volte di legno o cartapesta, con busto, collo, braccia e gambe snodati; ma è anche un attore di teatro: a darle movimento e voce è il marionettista che agisce con abilità sui fili a cui sono collegate le vari parti della marionetta. Da bravi attori le marionette interpretano qualsiasi ruolo e qualsiasi opera
Per avere un’idea di che cosa siano le marionette bisogna visitare un loro museo; sono piccoli grandi ‘paesi delle meraviglie’ presenti in molte città, come Londra, Parigi, Praga, Palermo, Venezia, Parma. In questi musei, infatti, oltre a vedere le marionette in esposizione, si parla anche con chi le costruisce e le usa e si assiste ai loro spettacoli; in certi casi se ne può addirittura costruire una tutta nuova e giocarci poi insieme ad altri visitatori. Un teatro delle marionette è un vero e proprio teatro in miniatura, con quinte, scene e fondali. L’impalcatura di legno è attraversata nella parte posteriore, a circa 2 m d’altezza, da una robusta passerella, il ponte, che è in grado di reggere il peso di almeno una decina di marionettisti.
Durante lo spettacolo, ogni marionettista fa recitare un personaggio o figura. Con una mano regge un tirante di ferro fissato al centro della testa della figura e con l’altra impugna una tavoletta di legno a forma di croce, il bilancino. A questo è collegata una serie di fili che arrivano alla marionetta e che consentono il suo movimento. Solitamente i fili sono sette: due alla testa, due ai polsi, due alle ginocchia e uno al dorso, ma certe marionette possono averne anche di più.
Grazie al maneggio del marionettista, il nostro pupazzo diventa un attore. Il marionettista, spostandosi da una parte all’altra del ponte, tocca, agita, tira e allenta i fili del bilancino. Più lui è bravo nel maneggio, più la figura interpreta le sue scene con verosimiglianza, ottenendo il meritato successo.
Le marionette interpretano un vastissimo repertorio: dalle vicende bibliche alle storie evangeliche (il Natale o la Passione di Cristo), dalle leggende cavalleresche dei paladini di Francia – interpretate dai famosi pupi siciliani, bellissimi coi loro baffoni neri e le armature decorate e sfavillanti – alle leggende romantiche, dalle fiabe fantastiche alle battaglie e ai delitti di briganti, fino alla commedia dell’arte e all’opera lirica, nella quale eccellono le marionette di Salisburgo.
Le marionette possono anche cantare nelle operette, commuovere nelle tragedie, far ridere nelle farse, danzare nei balletti. Ancora oggi, a Venezia, si parla dei fantastici spettacoli realizzati nel Settecento dalle marionette veneziane, abbigliate in modo straordinariamente elegante. Tutti i grandi della letteratura e del teatro hanno amato e amano le marionette, da Miguel Cervantes a William Shakespeare, a Wolfgang Goethe a Dario Fo e a tanti altri ancora; Carlo Goldoni scrisse la sua prima commedia proprio per le marionette, a soli otto anni.
Nate con le prime forme di civiltà colta nell’antichità, le marionette si sono affermate alla fine del Cinquecento e per ben tre secoli hanno divertito tutta l’Europa grazie anche ai molti marionettisti italiani che portavano i loro spettacoli nelle più importanti corti e capitali europee, come Londra, Parigi, Vienna, Praga. In Italia, in particolare, il successo delle marionette è sempre stato grande in tutte le regioni. Famiglie di marionettisti, come gli Accettella, sono intervenute in festival molto importanti, così come vivissimo è ancora il ricordo delle divertenti e funamboliche rappresentazioni che Vittorio Podrecca realizzava nel suo famoso Teatro dei Piccoli.
Alle soglie del nuovo secolo le marionette hanno abbandonato le quinte del teatro per portare la loro semplicità e bellezza negli studi televisivi e cinematografici, sia pure utilizzando tecnologie sempre più moderne, come dimostrano Topo Gigio ed E.T., divenute presto due star internazionali. Non è insomma per caso se in Germania e negli Stati Uniti le marionette sono oggetto di studio anche all’università. Un’ipotesi interessante per chi volesse approfittarne in futuro.