SCHONGAUER, Martin
Pittore e incisore, nato fra il 1435 e il 1440 ad Augusta, dove suo padre era orafo, o meno probabilmente fra il 1440 e 1445 a Colmar in Alsazia, dove in quegli anni il padre si era trasferito. Forse allievo di Rogier van der Weyden in Fiandra, la cui influenza si osserva specie nelle sue prime opere; nel 1465 era iscritto all'università di Lipsia, probabilmente quale pittore ai servizî dell'università. Del 1473 è la grande tavola della Madonna nel museo di Colmar, la sola opera datata, più semplice e monumentale delle opere di Rogier. Le prime incisioni, firmate col suo monogramma (M + S), sono dello stesso periodo, anzi un po' anteriori. Fino al 1488 fu cittadino di Colmar, nel 1499 si trasferì a Breisach, vicino a Colmar, forse per i grandi affreschi nel duomo recentemente scoperti che paiono eseguiti da allievi secondo i suoi disegni. Morì a Breisach nel 1491.
Lo Sch., le cui incisioni furono di un'importanza fondamentale per la formazione dell'arte del Dürer, è prima di lui il più grande maestro del bulino. Già dai primi inizî nel campo dell'incisione si libera tanto dalla tecnica relativamente primitiva del suo grande precursore, l'anonimo maestro E. S., quanto, ma lentamente, dall'influsso dell'iconografia e composizione fiamminga. Le sue 115 incisioni si sparsero per tutta l'Europa e servirono innumerevoli volte per modello di composizione, anche in Italia, dove, per es., secondo il Vasari, il giovane Michelangelo copiò l'incisione: S. Antonio tormentato dai demonî. Altre famose incisioni sono (in ordine cronologico): il Transito della Vergine, la grande Andata al Calvario, il ciclo della Passione e l'Annunciazione (Bartsch, Le peintre graveur, VI, p. 66, nn. 1 e 2), opera, questa, dell'ultimo stile. A Berlino, Vienna, Monaco nei musei alcuni quadri sono di alquanto dubbia attribuzione allo Sch.; la maggior parte dei suoi bellissimi disegni si trova nei gabinetti di Berlino, Dresda, Firenze e Parigi.
G. Vasari, Le Vite, ecc., ed. Milanesi, V, Firenze 1880, p. 396; A. v. Wurzbach, M. Sch., Vienna 1880; M. Back, Neues über M. Sch., in Rep. f. Kunstw., XXII (1899), p. 111 seg.; H. Wendland, M. Sch. als Kupferstecher, Berlino 1907; A. Girodie, M. Sch., Parigi 1912; E. Major, Die Stammtafel der Familie Sch., in Monatsh. f. Kunstwiss., XII (1919), p. 101 segg.; E. Buchner, in Beiträge zur Geschichte der deutschen Kunst, II, Augusta 1928, p. 16 seg.; J. Rosenberg, M. Sch. Handzeichnungen, Monaco 1923; M. Lehrs, M. Sch., Nachbildung seiner Kupferstiche, V. Ausserordentliche Veröffentlichung der graphischen Gesellschaft, Berlino 1914; M. Lehrs, Geschichte und kritischer Katalog des deutschen, niederländischen und französischen Kupferstichs im 15. Jahrhundert, V.: M. Sch., Vienna 1925; J. Sauer, Der Freskenzyklus des breisacher Münters, in Oberrheinische Kunst, V (1931), p. 185 segg.