GIANNINI, Massimo Severo
Giurista e uomo politico, nato a Roma l'8 marzo 1915. Professore di Diritto amministrativo dal 1939 nelle università di Sassari, Perugia, Pisa e, dal 1960, Roma. Studioso di tutte le discipline giuspubblicistiche e organizzatore di cultura, oltreché avvocato, ha molto influenzato la dottrina amministrativistica italiana. Con la sua partecipazione (1945-79) alle attività legislative e di governo come consigliere e consulente di autorità pubbliche, ha preso parte alle riforme di ministeri ed enti pubblici, di poteri regionali e locali, nonché di istituti e di procedure amministrative. Tale ruolo − iniziato (1945-46) con l'incarico di capo di gabinetto di P. Nenni, ministro per la Costituente, e giunto (1975-76) alla presidenza della Commissione preparatoria dei decreti attuativi del decentramento regionale (1977) − si è accentuato con l'assunzione (1979-80), come tecnico d'area socialista, dell'incarico di ministro per la Funzione pubblica.
Negli anni Ottanta, con interventi e commenti critici sui principali fatti costituzionali e amministrativi, ha esercitato un autorevole magistero presso l'opinione pubblica. Nel 1991 è stato tra i promotori di referendum tendenti a eliminare le nomine politiche degli amministratori di enti pubblici economici, e a sopprimere il ministero delle Partecipazioni statali e l'intervento straordinario statale per il Mezzogiorno. Alle elezioni politiche del 1992 ha guidato una Lista per i referendum che, però, non ha ottenuto il quorum richiesto, avendo riportato lo 0,8% dei voti.
Nella sua opera teorica, che muove da un'originale concezione dell'azione amministrativa, intesa come scelta tra differenti e spesso contrastanti pubblici interessi assunti come fini dallo stato (1939), e del diritto amministrativo, concepito (1950) come studio esclusivamente pubblicistico del rapporto autoritàlibertà, G. perviene (1961) a concepire i pubblici poteri indipendentemente da ogni riferimento allo stato, che diventa solo uno degli enti pubblici, componente di un sistema amministrativo sempre più complesso e articolato, in cui cresce il peso del diritto privato. Tutta la sua opera, costituita da quasi 600 scritti, registra l'alterna evoluzione e regressione degli apparati amministrativi e delle imprese pubbliche e il mobile confine tra l'intervento finalizzato dei pubblici poteri e l'antitetico processo di autoregolazione della realtà sociale.
Opere principali: L'interpretazione dell'atto amministrativo e la teoria generale dell'interpretazione (1939); Il potere discrezionale della pubblica amministrazione (1939); Lezioni di diritto amministrativo (1950); Atto amministrativo e Autonomia, in Enciclopedia del diritto (1959); Lezioni di diritto amministrativo (1960 e 1961); I beni pubblici (1963); Le obbligazioni pubbliche (1964); La giustizia amministrativa (1963 e 1964); Corso di diritto amministrativo (1965 e 1967); Diritto amministrativo (1970); Impiego pubblico, in Enciclopedia del diritto (1970); Ambiente: saggio sui diversi suoi aspetti giuridici, in Riv. trim. dir. pubblico (1973), pp. 1-39; I beni culturali, ibid. (1976), pp. 3-38; Diritto pubblico dell'economia (1977); Istituzioni di diritto amministrativo (1981); Organi: teoria generale, in Enciclopedia del diritto (1981); Introduzione al diritto costituzionale (1984); Il pubblico potere. Stati e amministrazioni pubbliche (1986).
Bibl.: S. Cassese, In onore di Massimo Severo Giannini, in Riv. trim. dir. pubbl. (1988), pp. 303-41; Id., L'opera di M.S. Giannini negli anni Trenta, in Materiali per una storia della cultura giuridica, 1990, pp. 419-34.