Massinissa
Re di Numidia (n. 238 ca.-m. 149 o 148 a.C.). Figlio del re Gaia, fu inviato dal padre nella Spagna, in aiuto ai cartaginesi, coi quali nel 211 sconfiggeva Publio Scipione, ma fu nel 207 fra gli sconfitti di Ilipa, per opera del figlio di quello (il futuro Africano). Tornato in Africa nel 206 per rivendicarvi il regno paterno, che gli era stato usurpato, dopo aspra lotta lo perdette a opera di Siface. Si mise allora (205) in relazione coi romani che erano sbarcati in Africa, e con la propria cavalleria contribuì validamente alla sconfitta di Asdrubale e di Siface prima ai Castra Cornelia, poi ai Campi Magni. Ribadita la vittoria sul secondo al fiume Ampsaga (204), lo faceva prigioniero e conquistava la capitale del suo regno, Cirta. Avvenne allora l’incontro con Sofonisba, moglie di Siface, che la tradizione colori di tinte romanzesche. A Naraggara M. contribuì efficacemente alla disfatta di Annibale (202). La pace del 201 imponeva a Cartagine il riconoscimento dell’indipendenza del regno numida, e insieme la restituzione a M. dei vastissimi territori gia possesso dei suoi avi: ed egli con l’appoggio dei romani poté stabilire il proprio dominio su tutta la regione compresa fra il confine cartaginese e il Muluchat. Nel Paese cosi ingrandito e pacificato, M. promosse l’attività agricola e commerciale, diffuse la cultura della fiorente comunità fenicia della costa. La penetrazione, sempre più profonda, in direzione delle ricche città della Tripolitania, realizzata con l’appoggio di Roma (che del valido concorso militare di M. si era più volte giovata nelle guerre d’Oriente e soprattutto nella terza guerra macedonica), convinse infine i cartaginesi a reagire con le armi: ma furono duramente sconfitti (150). Col pretesto della violazione da parte di Cartagine dei patti del 201, che imponevano ai vinti di non far guerra a M., Roma intervenne allora nel conflitto, dando cosi inizio alla terza guerra punica (149): questa poneva fine al sogno di dominio africano di Massinissa.