Massoneria
Il termine 'massoneria' ('frammassoneria'), entrato nel lessico italiano agli inizi del Settecento, traduceva la voce francese franc-maçonnerie, derivata a sua volta dall'inglese free-masonry (donde il tedesco Freimaurerei e le relative voci in tutte le altre lingue). Tale termine designa sia l'istituto associativo - la società dei frammassoni - sia il corpo dottrinario che ne definisce la struttura e i fini. I 'fratelli' che ne fanno parte sono detti 'frammassoni' (o 'frimesson', nei documenti toscani del primo Settecento), poi abbreviato in 'massoni', a indicare quei muratori che, attraverso una procedura iniziatica, accedono alla 'libertà' (privilegio) della corporazione, e perciò sono liberi (free, franc, frei). La massoneria fa dell'architettura il fine dell'arte, e dell'architetto il creatore di forme corrispondenti all'idea divina del macrocosmo; poiché l'arte muratoria (il lavoro della pietra, la costruzione di un edificio, ecc.) e i suoi strumenti (squadra, compasso, livella, grembiule) assurgono a simboli di conoscenza esoterica, è invalsa la distinzione tra massoneria 'speculativa' e massoneria 'operativa': la prima come complesso di tradizioni proprie delle associazioni corporative e artigianali dei costruttori, e la seconda come movimento che, abbandonando le antiche strutture delle associazioni corporative, sviluppa un proprio corpus ideologico a partire dal XVIII secolo. L'opera del massone è l'ideale ricostruzione del Tempio di Gerusalemme, la dimora di Dio, nel quale si realizzò un progetto frutto della umana cooperazione al disegno divino: la rievocazione dell'opera, accompagnata da un ricco apparato simbolico, consente la scoperta dei fini di Dio nelle sorti dell'umanità e la formazione di un invisibile sacerdozio per un rito dai caratteri ora simbolici ora magici. La loggia (lodge), il luogo di incontro e di riposo dei 'muratori', assume così una dimensione simbolico-liturgica. In essa, che è arredata come una cappella, si compie il rito iniziatico dell''apprendista': questi deve dapprima spogliarsi di ogni metallo, e dopo aver risposto alle domande di un catechismo (verifica formale del suo desiderio di 'cercare la luce' e della sua disposizione ad affrontare le prove preliminari) deve sottoporsi, bendato, alla prova di un percorso tra ostacoli e rumori che lo conduce sino all'ingresso della loggia, da ovest verso est (dove è seduto il 'maestro'), passando su un tappeto in cui sono disegnati i simboli che accennano alla leggenda o ai fini dell'ammissione. Dalla posizione del maestro di loggia deriva l'uso di chiamare Oriente ogni luogo dove si trova e opera una loggia (ad esempio la loggia 'all'Oriente di Londra'). Si diventa massoni liberi, quindi, attraverso un rito di ingresso e di passaggio che riproduce l'ammissione dell'apprendista nella corporazione tramite il compagno/maestro; la comunità della loggia verifica e consacra l'idoneità del candidato, e lo ammette alla conoscenza dei segni segreti (parole, gesti, ecc.) di riconoscimento e dei misteri dell'arte, che comprendono tecniche e poteri magici graduati secondo la gerarchia. Alla formazione di un corpo di misteri corrisponde l'obbligo del segreto e il giuramento a non rivelarlo ai 'profani', ossia ai non iniziati, nonché l'accettazione di gravi sanzioni sia fisiche che morali in caso di violazione. Nel corso del tempo la massoneria mutua da alcune forme associative coeve determinati tratti che conserva tuttora: dalla confraternita l'idea della fraternità e il termine 'fratello' per designare i propri membri, assieme agli obblighi di fedeltà e di reciproca assistenza; dai riti di ammissione agli ordini religiosi o cavallereschi alcune pratiche di investitura e alcune funzioni (come quella di 'guardiani' o di 'fratelli terribili'); dagli statuti delle accademie il divieto di parlare in loggia di politica e di religione; dal modello settario, presente nella religione e nella scienza, il carattere ambiguo, oscillante costantemente tra quello di una 'società di segreti' e quello di una 'società segreta'.
L'accesso e il passaggio sono accompagnati da un 'pedaggio', dal pagamento di una somma che deve coprire il costo delle insegne del grado, della cerimonia di accettazione (iniziazione, diploma, pranzo) e delle spese della loggia. L'accesso ai vari gradi prevede una procedura differenziata e in seguito la costituzione di logge di grado (di apprendista, di maestro) da cui sono esclusi gli ammessi al grado inferiore. Tra i 'gioielli' del grado (perlopiù gli strumenti dell'arte riprodotti in miniatura in metalli di vario pregio) figurano anche il grembiule in cuoio bianco, semplice o ornato di segni o leggende, e i guanti dello stesso cuoio, un paio dei quali sono destinati alla 'dama': si tratta di un rito ripreso da liturgie cavalleresche, che avranno un peso sempre maggiore nella massoneria incidendo in misura notevole anche sugli abiti dei 'fratelli' (là dove questi saranno imposti).
Nel corso del tempo l'arte e la corporazione muratoria saranno sempre meno in grado di sostenere il complicato edificio organizzativo e simbolico delle logge massoniche: la massoneria 'operativa' si distacca da quella 'simbolica'. L'invenzione di centrali operative, e in seguito di 'regimi', 'ordini', 'obbedienze', mirata a governare il disordinato, irregolare sviluppo dell'istituto massonico, si rivelerà insufficiente a tenerlo entro lo schema organizzativo-simbolico delle origini, con la conseguenza (peraltro non contrastata) di cancellare la sua genesi storica e di lasciar libero campo alla mitologia della fondazione e all'identità leggendaria dei fondatori.
La massoneria ha le sue origini nella Scozia della fine del Cinquecento; qui, con gli Statuti della corporazione muratoria elaborati nel 1589 da W. Schaw, viene fissata la leggenda dell'arte, e viene definito un sistema di cooptazione nelle 'logge' dei muratori (masons), i quali devono possedere la tecnica dell'arte rinascimentale della memoria e aver appreso la mason word, la parola che consente il riconoscimento reciproco dei 'fratelli' e ne assicura ove occorra l'invisibilità all'occhio dei profani. Le peculiarità istituzionali, una serie di privilegi consolidati dall'eccezionale sviluppo dell'edilizia pubblica in quei decenni, la ricchezza e la complessità del patrimonio leggendario dell'arte muratoria determinano un consolidamento delle strutture massoniche. La gerarchia del mestiere, che è anche gerarchia delle competenze, si complica con i gradi (apprendista e compagno/maestro) della conoscenza esoterica. Alcuni strumenti dell'arte (la squadra, il compasso, la livella), al pari dei 'segreti del mestiere', sono così caricati di valenze simboliche.
A partire dai primi decenni del Seicento è documentata l'ammissione a logge e l'iniziazione massonica di eminenti personaggi sia scozzesi che inglesi; sono costoro che con la loro personalità e dottrina, con le loro ambizioni intellettuali e politiche hanno contribuito a configurare la massoneria come spazio fisico e ideale nel quale - in un vincolo sociale 'fraterno' e assistito da regole - si attuano esperienze di ricerca e si praticano 'poteri' acquisiti o supposti sulla base di tradizioni esoteriche, di tecniche magiche, e di una sistematizzazione delle concezioni della natura e dell'uomo proprie della cultura del tempo. Questo patrimonio culturale rappresenta la parte più consistente del 'segreto' cui l'iniziato accede attraverso percorsi fissati dalla procedura iniziatica e dai gradi della gerarchia muratoria; questi sono modellati sulle procedure e sui catechismi di ammissione all'arte della corporazione, la cui leggenda viene ulteriormente arricchita e reinterpretata a garanzia della sua dignità e necessità storiche.
Sino alla fine del XVII secolo, tuttavia, la massoneria non sembra distinguersi da altre forme di associazionismo iniziatico-settario. Non è un caso però che essa, a differenza di queste, assuma le sue forme moderne nell'Inghilterra della Restaurazione: in un'epoca in cui la ricerca di forme nuove e flessibili di sociabilità politica, culturale e religiosa è particolarmente attiva in Europa, e in un centro - Londra - in cui convergono antiche e nuove strutture corporative (che sono da un lato strutture di solidarietà e protezione, dall'altro gruppi di pressione, che si inseriscono nel fitto intreccio della politica locale e nazionale) e dove le maglie del patronato nobiliare ora si allargano, ora si restringono per lasciar filtrare o per trattenere flussi di umori e di interessi professionali e ideologici. La corporazione o collegio, peraltro, si rivela più efficace della confraternita per consentire l'accesso e la carriera in aree esclusive ai numerosi immigrati che dalla Francia 'dispotica' di Luigi XIV confluiscono nel tradizionale rifugio angloscozzese, in cui chiese e sette non conformiste sono pronte a fornire legittimazione e sostegno. Il sistema dei gradi del mestiere (che passano da due a tre con il progressivo sganciamento della figura del compagno da quella del maestro) appare più adatto della gerarchia della confraternita o della setta ad assicurare una efficace sovrapposizione di promozione/cooptazione e di cursus iniziatico; inoltre il diffondersi del banchetto fraterno, della convivialità regolata nei luoghi, nei tempi e nei modi consolida un successo che già negli anni novanta del secolo appare consacrato.
Agli inizi del Settecento in Inghilterra la società dei massoni liberi e accettati (free masons, accepted masons) fa ormai stabilmente parte della vita sociale a Londra e, di riflesso, in Scozia e nella provincia. Aspirano a entrarvi sia esponenti dei ceti medio-alti che hanno già sperimentato vincoli corporativi (uomini di teatro, musici, architetti, uomini di legge, ministri del culto), sia nobili attratti dalle attività dei 'fratelli', dal segreto iniziatico o dal modello conviviale-settario. Tutti sembrano impegnati a vario titolo e con vari ruoli in attività sociali di sostegno, e utilizzano le reti sperimentate della mobilità territoriale che fanno capo ai clubs e agli inns. Le logge pertanto prendono il nome dalle trattorie o dagli ostelli che ospitano il raduno e il convito.
Nel 1717 viene realizzata a Londra una 'Gran Loggia', con l'esplicito obiettivo di conferire patenti e di mettere ordine attraverso l'elaborazione di statuti nel fitto sottobosco delle varie 'logge'. La creazione di questo centro rispondeva senza dubbio al bisogno della massoneria di affermare la propria identità nel confuso intrico dell'associazionismo londinese e provinciale, in cui prendono piede il circolo o club e le società di 'piacere' - con le loro insegne, gioielli distintivi, regole di ammissione e pratiche da cui a volte i massoni mutuano alcuni elementi. La Gran Loggia di Londra (poi d'Inghilterra) diventa un centro d'unione simbolico nonché un centro di potere, cui conferiscono autorità le Constitutions del 1721-1723, il cui testo fu ispirato da Jean Théophile Desaguliers. Questi ha in comune con James Anderson, estensore materiale degli Statuti, la fede calvinista e la concezione elettivo-aristocratica che la caratterizza; da qui la ricerca di un rapporto privilegiato con la nobiltà di sangue e di corte, cui si affida il ruolo sociale della massoneria come area di formazione e centro di potere, in direzione di quella semplificazione della teologia e di quella ritrovata coerenza tra credo sociale e credo religioso rese possibili dagli sviluppi apologetici e dalla scoperta di Newton delle leggi del creato (l'attrazione universale e l'armonia). In questo senso Desaguliers può essere considerato il fondatore della moderna massoneria; è lui a diffondere il modello londinese-newtoniano in Scozia e nel continente, e da lui partono clamorose iniziative di 'iniziazione' di nobili e teste coronate, in una prospettiva che individua nel popolo massonico il popolo eletto.
Negli anni venti e trenta del XVIII secolo la massoneria si diffonde ad opera di diplomatici, accademici e uomini di teatro inglesi, nonché di 'anglofili' spesso iniziati in Inghilterra, anche in Italia, in Germania e in Austria, e soprattutto in Francia, dove investe, per iniziativa di nobili 'giacobiti', anche l'area cattolica. Negli anni trenta è documentata anche una presenza massonica negli Stati Uniti, rappresentata da americani iniziati in Inghilterra e in Scozia: Benjamin Franklin divenne massone nel febbraio 1731; il 26 giugno del 1732 è uno dei due wardens della Provincial Grand Lodge per New York, il New Jersey e la Pennsylvania, e dal 1734 diventa Grand Master, allorché il Provincial Grand Master per Boston viene designato da Londra Provincial Grand Master per tutta l'America.
In Europa, mentre si accende il dibattito sui fini prossimi e remoti della fratellanza, il modello associativo trova nel contesto della guerra di successione austriaca (1740-1748) condizioni favorevoli per diffondersi e svilupparsi. Nascono le logge militari e crescono le pressioni volte a trasformare un 'ordine di società' in un 'ordine di cavalleria'. Importante in questo senso in Italia e in Francia fu la tipologia definita nel 1737-1738 dal franco-scozzese A. Ramsay, che nel suo Discours riconduce l'origine della massoneria alle crociate e delinea un'ideologia massonica di tipo aristocratico e antidispotico. A Ramsay si deve anche l'introduzione della figura dell'oratore, che costituisce la novità della massoneria francese: è questi l'ufficiale di loggia che ha il compito di esporre i fini e i caratteri della 'scienza massonica'; i discorsi dell'oratore, spesso raccolti e diffusi a cura della loggia, costituiscono un primo corpus dottrinale.
Alla fine degli anni quaranta si guarda però a Federico II di Prussia, il più celebre dei 'fratelli', i cui successi politico-militari vengono assunti a modello di una riforma massonica (meritocratica) dell'esercito e dello Stato. In questa fase di crescita e di vero e proprio trionfo massonico cade nel vuoto la severa condanna della Chiesa cattolica, che nel 1738 e di nuovo nel 1751 bolla la massoneria come eretica, facendosi interprete delle preoccupazioni che cominciano a serpeggiare nei settori conservatori dei diversi regimi per la diffusione del modello settario (ma non ancora cospirativo) e del contagio egualitario. Gli anni quaranta e cinquanta vedono però anche l'affermarsi in Europa del libertinaggio religioso e della cabala che andranno a confluire, dapprima come correnti sotterranee, nella massoneria. Negli Stati Uniti, dopo una crisi determinata forse da irruzioni 'occultistiche', la massoneria conosce una ripresa negli anni cinquanta. Nello stesso periodo però sia qui che in Gran Bretagna si fa strada lo scisma degli Ancients, che esalta la dimensione mistico-rituale rispetto all'orientamento filantropico, teistico e cosmopolita dei Moderns della Gran Loggia di Londra. Ciò riduce la capacità espansiva della massoneria anglosassone nel Nuovo Continente, in cui dilagheranno nel decennio successivo i regimi 'scozzesi' (la 'massoneria dei gradi', detta 'scozzese' o 'rossa' per distinguerla da quella simbolica o 'blu' del rito inglese, ferma ai tre gradi simbolici). La massoneria scozzese, caratterizzata da una proliferazione di gradi al di là del terzo cui corrisponde l'articolarsi di una conoscenza 'segreta' contraddistinta da formule cabalistiche e da pratiche evocative o teurgiche, deve la sua fortuna soprattutto alla creazione di 'circoli interni', una sorta di superlogge in cui si ritrovano personalità eminenti di diversa appartenenza che tendono a impiegare la struttura associativa della massoneria per fini politici o cospirativi. La novità in questo caso è costituita dal fatto che a ogni livello sembra corrispondere una diversa ideologia massonica.
L'epicentro della massoneria in questo periodo si è spostato in Germania, dove incontra uno straordinario successo la massoneria della Stretta Osservanza, secondo la quale la 'vera' massoneria deve riprendere la tradizione e gli obiettivi dell'Ordine Templare, distrutto nel 1300. La procedura di ammissione dà ampio spazio agli elementi dell'investitura cavalleresca, e si lavora a costituire un corpo dottrinario che attinge alle fonti più disparate. Si afferma un modello assai efficace di centralizzazione attraverso i 'Superiori incogniti', una sorta di capi segreti. Si costruisce la rete territoriale del nuovo Ordine massonico, che rielabora le antiche giurisdizioni e ne impone di nuove alle diverse 'Province' (con le rispettive dipendenze), e provvede a 'rettificare' ove richiesto le precedenti osservanze massoniche. Una novità è costituita dall'abito cavalleresco, e da una amplificazione/modificazione della leggenda; nell'area sempre più estesa delle diverse osservanze massoniche in Europa, invece, si va verso differenziazioni culturali e ideologiche sempre più marcate, che poi riverseranno nel templarismo i loro conflitti e le loro pretese di egemonia: i Clerici Templari di J. Stark, i Rosacroce d'Oro, e alla fine degli anni settanta del XVIII secolo gli Illuminati di Baviera e la Massoneria eclettica di Francoforte.
Nonostante l'impegno di intellettuali massonici come Lessing e Knigge (che criticano l'istituzione dei 'Superiori incogniti' che rischia di trasformare la massoneria in società segreta), la Stretta Osservanza - per debolezza interna e per le pressioni dei vari governi - si avvia verso l'autodissoluzione, che si compirà a Wilhelmsbaden nell'adunanza massonica del 1782. Rispetto alla metà del secolo il quadro della massoneria europea appare profondamente sconvolto: la massoneria inglese, di cui la scozzese, l'irlandese e l'americana costituiscono delle propaggini, è divisa in due dallo 'scisma' degli Ancient masons - un rito massonico a quattro gradi, con una incerta componente cabalistico-esoterica. Da tempo le massonerie continentali si sono separate dall'obbedienza inglese, con la costituzione di Grandi Logge nazionali (nei Paesi Bassi, a Napoli, a Vienna e nei domini imperiali, in Prussia), ognuna delle quali costituisce spesso a sua volta delle propaggini extraterritoriali. Il caso più importante resta quello della Grande Loggia di Francia, o di Clermont, che si scioglie negli anni sessanta del secolo per iniziativa dei Direttori scozzesi: vi è una incerta diaspora cui alla fine degli anni settanta cerca di porre rimedio il Grande Oriente (1773) col riordino della massoneria blu e con il concordato del 1776 con la massoneria rossa, mentre ad arginarne l'autorità concorrono il regime neotemplare di Lione (1778) e il regime parigino dei Filaleti (1780). Ma sia all'interno del Grande Oriente sia tra questo e i regimi 'scozzesi' o templari vi fu un duro scontro tra la massoneria 'razionalista' e quella 'spiritualista', versione francese del conflitto altrettanto aspro in Germania tra Aufklärung e Schwarmerei; si tratta di un conflitto che attraversa tutta l'area massonica e che in Germania vede gli Illuminati di Baviera (e gli Eclettici, loro eredi) contrapposti ai Rosacroce d'Oro.
Negli stessi anni il conflitto tra razionalisti e spiritualisti investe la massoneria austro-boema (con l'appendice ungherese) e la massoneria polacca. In Russia invece, dopo il momentaneo successo nei primi anni settanta del templarismo svedese, il campo è diviso tra i 'martinisti' - seguaci del teosofo Claude de Saint-Martin -, i quali però non si riconoscono nella massoneria lionese, e i Rosacroce d'Oro nella versione berlinese. In questo panorama frastagliato e carico di tensioni la comparsa di Cagliostro, con le sue tecniche evocatorie e la sua massoneria 'egiziana', è destinata a creare un autentico scompiglio: i razionalisti lo condannano, gli spiritualisti sperano invano di arginare l'attrazione che egli esercita sui loro adepti. Gli anni ottanta sono peraltro anni di inquieta ricerca; i 'fratelli' di modesto o di alto rango intellettuale o muratorio appaiono avidi di esperienze esoteriche e spesso interessati a sperimentare modelli associativi di tipo settario, cospirativo o terroristico. La dura risposta dei governi (il biglietto con cui, l'11 dicembre 1785, Giuseppe II mette le logge sotto sorveglianza della polizia; la repressione bavarese e la denuncia degli Illuminati; l'attacco ai Rosacroce e la creazione di cinture difensive attorno ai principi insidiati da visionari e gnostici) impone una tattica difensiva e il ricorso a strutture segrete di organizzazione che nel corso della Rivoluzione francese si trasformeranno in strutture terroristiche dirette a favorire la conquista francese dei rispettivi territori, nonché l'avvento di governi repubblicano-rivoluzionari in vari Stati italiani e tedeschi, in Svizzera e in Austria.
Nel XVIII secolo vi possono essere, e vi sono, delle sovrapposizioni di idee e di obiettivi tra massoneria e illuminismo; in primo luogo l'esaltazione della ragione non solo quale strumento o metodo di verità, ma anche quale patrimonio di verità essenziali sulla religione, sulla natura e sulla morale che l'uomo possiede all'origine e che il potere (ecclesiastico, militare o civile) gli ha sottratto con l'astuzia o la violenza. Proposito comune dei massoni e degli illuministi è quello di riconsegnare all'umanità, in vista del progresso universale, le conoscenze e i poteri che le sono stati sottratti o hanno subito una distorsione. In questo senso appare controvertibile la tesi, argomentata e sostenuta da studiosi autorevoli, che identifica la massoneria come anti-illuminismo e indica nella dottrina e nella pratica dei massoni "le fonti occulte del romanticismo" (A. Viatte). L'area massonica, piuttosto, è traversata dallo scontro tra Lumi e 'superstizione', e la ricerca che vi matura per sollecitazioni ora politiche ora religiose arricchisce tale conflitto e cerca di portarlo sul terreno proprio dell'azione muratoria: la (ri)scoperta di facoltà e poteri sottratti all'umanità e che a essa vanno restituiti, affinché questa consegua gli scopi che si è prefissa in base al presupposto di un comune destino degli uomini al di là delle differenze di razza, di cultura e di condizione sociale. Se è controverso l'apporto massonico all'idea di 'libertà', è difficile contestare l'apporto, non solo ideologico, dei massoni alle idee di fraternità ed eguaglianza propugnate dalla Rivoluzione francese.
Mentre appare indubbia l'influenza della massoneria nella guerra di indipendenza degli Stati Uniti - attestata dalla presenza di 'ideali massonici' nella Costituzione e dall'impegno delle logge ad assumere e a diffondere i 'principî americani' - il rapporto tra la massoneria e la Rivoluzione francese è tuttora controverso. Innegabili restano comunque le influenze reciproche: l'apporto dell'ideologia massonica alle idee antidispotiche ed egualitarie, la presenza di personalità e gruppi consistenti della massoneria francese e non nell'area della Gironda, le radici massoniche di settori importanti del giacobinismo europeo, e viceversa l'assunzione da parte della massoneria di modelli settario-cospirativi (caratterizzati o meno dalle finalità radicali per cui erano stati progettati), l'importanza che rivestono nella massoneria dell'età imperiale e della Restaurazione episodi, simboli e personaggi delle rivoluzioni in Francia e in Europa.
Nel complesso la divisione tra fautori e avversari della Rivoluzione, tra rivoluzionari moderati e riformatori radicali creerà tensioni e divisioni anche all'interno della massoneria. Perseguitata durante il periodo del Terrore, con la chiusura di moltissime logge e con la trasformazione di altre in puri clubs rivoluzionari, la massoneria conosce sotto il Direttorio una timida ripresa che diventa una rinascita col Consolato e sotto Napoleone, il quale se ne serve cinicamente come strumento di governo. L'istituzione appare comunque lacerata tra l'obbedienza al Grande Oriente e il vasto e crescente fronte 'scozzese', che nel 1804 verrà egemonizzato dal Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato, creato in America e destinato a incontrare grande fortuna nel continente europeo. In esso confluirà ciò che resta dei Direttori scozzesi, della massoneria rettificata dei Cavalieri Benefici, dei Filaleti e di altri gruppi minori. In questo modo viene esaltata la base sincretistica della religione massonica, e si facilitano i passaggi interni tra i Riti e le Obbedienze.
In Gran Bretagna nasce nel 1813 la Grande Loggia Unificata di Inghilterra, che chiude lo scisma degli Ancients a prezzo però di emarginare la classica corrente newtoniana e deista inaugurata da Anderson a favore di una interpretazione prestoniano-anglicana della religiosità massonica. In Francia, con la Restaurazione, il Grande Oriente si riorganizza con eccezionale prontezza (25 agosto 1814) e avvia con determinazione una politica di annessione: del Supremo Consiglio alla destra (il Gran Capitolo Generale prende il titolo di Supremo Consiglio dei Riti, mentre si crea un Gran Concistoro che conferisce i gradi scozzesi) e del Rito di Misraim (Egitto) alla sinistra. La diffusione clandestina di quest'ultimo rito avverrà ad opera dei fratelli Bedarride, le cui logge sono classificate tra le 'carbonare' in Francia, in Svizzera e nel Belgio della Restaurazione; esso avrà il suo periodo di massima fioritura tra il 1848 e il 1890. I gradi di questo rito sono novanta (quattro serie - simbolica, filosofica, mistica, cabalistica - divise in 17 classi). Costanti si manterranno i contatti col Rito 'bonapartista' di Menfi (92 gradi in due serie - simbolica e filosofica - e 7 classi), cui a partire dal 1815 fanno capo i massoni in rotta con il Grande Oriente 'monarchico'. Sarà Napoleone III a far rivivere quest'ultimo, e alla fine del secolo i due riti si riunificheranno nel Rito di Memphis e di Misraim (95 gradi). Già a quella data le loro logge operano secondo riti autonomi (quello 'templare' di Misraim, e quello 'egizio' di Menfi) che presto diventeranno dipendenze 'filosofiche' del Grande Oriente di Francia e del Rito Scozzese Antico e Accettato (dal 1896 Grande Loggia Simbolica di Scozia); quest'ultimo, deista, identifica la religione massonica con la 'religione degli onesti' e ha orientamenti democratici. Esso si incontra o scontra con la 'creazione' americana del Rito Scozzese Antico e Accettato, che ha invaso il continente europeo e ha invece un indirizzo cristiano multiconfessionale.
Sul piano sociale è interessante notare l'affermarsi della nuova 'professione' degli 'organizzatori di logge e capitoli', che forniscono locali, arredi, insegne, abiti e persino gioielli ai fratelli delle più diverse obbedienze.Ben presto, risucchiata nella politica e nel clima cospirativo di quei decenni, la massoneria stenta a distinguersi dal nuovo settarismo massonico o para-massonico. Il suo credo politico resta il liberalismo e il laicismo, e ciò determinerà il fiorire di una nuova letteratura antimassonica, pronta a ribadire le colpe delle imprese liberali tra il XVIII e il XIX secolo, dalla rivolta americana alla Rivoluzione francese, e a fare della massoneria il cuore di un complotto contro l'altare e il trono. Le centrali massoniche sono così spinte a sottolineare la diversità della massoneria rispetto a sette 'nate ieri', individuandola proprio nel rifiuto della politica e nella ricerca di una religione non confessionale.
Nel periodo della Restaurazione i massoni francesi hanno visto consolidarsi la loro contiguità ideologica con l'area 'liberale' (girondini, ideologi, liberali). "Il n'est plus de patrie où l'homme n'est pas libre": questo motto massonico consacra l'identificazione della massoneria con la rivoluzione del luglio 1830 e con la monarchia liberale; una parola d'ordine che anche nel resto d'Europa salda liberalismo e massoneria. Nel 1839 il Grande Oriente si dà degli statuti più liberali per quanto riguarda la rappresentatività del 'parlamento' dell'Ordine.
Verso la metà dell'Ottocento, tra la guerra d'indipendenza e la guerra civile, negli Stati Uniti la massoneria crea le condizioni che faranno di questo paese la patria della massoneria contemporanea: il modello flessibile delle logge provinciali consente un'articolazione in riti diversi, in parte collegati e in parte rivali. Già nel Settecento i Moderns erano arretrati di fronte all'espansione del Royal Arch degli Ancients (il cosiddetto Rito capitolare); il Rito Scozzese Antico e Accettato si rifonda nel 1801, diventando il rito più diffuso negli Stati Uniti e poi in Europa; nel 1816 si afferma il rito templare cristiano, cui in seguito si associeranno il rito templare e a partire dal 1881 il cosiddetto rito criptico, tutti e tre sotto il nome di 'Rito di York'.
La convergenza ideologica con il liberalismo politico susciterà ben presto delle reazioni all'interno della massoneria. L'unificazione dei riti in Gran Bretagna e l'esplosione del Rito Scozzese Antico e Accettato negli Stati Uniti consacrano la 'via spirituale' alla verità massonica e contestano la 'via politica' - la voie substituée, come la definisce Baylot -, ossia il coinvolgimento diretto nella politica, nelle elezioni, nei programmi non solo educativi ed ecclesiastici, ma anche sociali ed economici dei governi. È in quest'area che si afferma la distinzione tra 'ordine' (i primi tre gradi) e 'riti' (tutti i gradi superiori al terzo), sicché il Gran Maestro di un rito è figura diversa dal Gran Maestro dell'ordine che 'comanda' le logge blu. Ogni iniziato è lasciato libero di proseguire la propria ricerca entro uno o più riti. Tra il 1830 e il 1850 il sansimonismo e la questione sociale contribuiscono a sospingere la massoneria in direzione spiritualista, nell'intento di bloccare attraverso l'appello tipico dell'epoca alle 'nuove religioni' da un lato il ritorno illuministico e dall'altro le propensioni politiche.
Nel secondo Ottocento si ha una ripresa della massoneria inglese, collegata a uno sviluppo significativo delle logge militari e degli insediamenti coloniali. In Europa, tuttavia, la scena è dominata dal rito francese e dalla vicenda germanica; il primo, come abbiamo visto, ambisce a diventare la 'chiesa' del regime repubblicano, mentre in Germania i vari regimi massonici devono fare i conti con il luteranesimo ufficiale e sul terreno culturale con l'ideologia positivista. Sia in Francia che in Germania la massoneria ha un ruolo importante nel settore della beneficenza, dell'assistenza e della scuola, dove porta avanti con successo la propria sfida all'iniziativa missionario-benefica del cattolicesimo secolare e regolare. In Svezia e in Danimarca il controllo politico viene esercitato attraverso l'assunzione del gran maestrato da parte dei sovrani o di membri più o meno autorevoli della famiglia reale. In Austria-Ungheria e in Prussia la presenza di 'fratelli' nell'esercito e nella magistratura ha carattere quasi strutturale. In Russia la massoneria, vietata dal 1822, riaprirà le logge solo a partire dal 1905.
Ciò spiega il rinnovato impulso della pubblicistica antimassonica, che assomma alle accuse di satanismo e magia nera quella di un 'complotto' per la distruzione del Vaticano. Significativa in proposito è l'enciclica Humanum genus (1884) di Leone XIII, che si scaglia contro la 'città di Satana' e denuncia l'alleanza tra i vertici muratori e "quanti pensano all'eguaglianza e alla comunione di tutti i beni, dopo aver cancellato nella società ogni differenza di ceti e di fortune". Vi è poi la propaganda antimassonica di Gabriel Jogand, che assume lo pseudonimo di Leo Taxil (e a volte quello di Diana Vaughan, o di dottor Bataille) e dei suoi emuli in Italia, in Spagna e in Germania, in cui si denuncia il blocco satanico ebraico-massonico (secondo J. Katz la presenza di tale tema nell'antisemitismo tedesco va ricondotta a questa origine francese). Gli antimassoni erano o si dichiaravano transfughi dalle logge o 'pentiti' che l'appello del papa chiamava alla crociata in soccorso dell'umanità corrotta e deviata da questi agenti di Satana.
Il quadro cambia con la realizzazione dello Stato nazionale in Germania e in Italia negli anni settanta dell'Ottocento. In Francia la massoneria della Terza Repubblica sceglie la difesa repubblicana contro la restaurazione monarchica e clericale, assumendo connotazioni radicali e in seguito radical-socialiste.In Italia, dopo il raggiungimento dell'unità, con l'esaurirsi dell'associazionismo settario per fini patriottici (cui si sostituiscono però i modelli massonico-cospirativi importati da Bakunin) la massoneria si sente chiamata a cogliere l'opportunità offerta dai nuovi rapporti tra Stato e Chiesa, in seguito al trasferimento della capitale a Roma, per esercitare la propria influenza sulla scuola e sulla cultura da posizioni 'laiciste', e ambisce a diventare il partito della borghesia. Soprattutto sotto il maestrato di Adriano Lemmi, la massoneria italiana di Palazzo Giustiniani accoglie nelle logge settori importanti del ceto politico e della burocrazia, delle istituzioni locali e centrali; essa assolve altresì un importante ruolo culturale e politico come custode degli ideali risorgimentali nella fase di transizione di fine secolo. L'ideologia massonica riprende vigore con il darwinismo sociale e con l'evoluzionismo positivista. La rottura con la Grande Loggia Unificata d'Inghilterra è totale sul terreno della religione, ma anche in Italia l'area massonica pullula di visionari, teosofi, spiritisti, neognostici, 'iniziati': cattolici e non cattolici trovano nella massoneria un terreno comune di interessi e curiosità per le gnosi misteriche e più in generale per il paranormale.In Germania gli eredi della massoneria eclettica attaccano la Grosse Landesloge der Freimaurer von Deutschland. La voce più autorevole è quella dello storico della massoneria Gottfried J. Gabriel Findel, che nel 1861 contribuisce a fondare il Verein deutscher Freimaurer, dove vengono accolti sia ebrei che cristiani; negli Stati Uniti, dopo la guerra civile, Findel sostiene il riconoscimento e l'equiparazione delle logge dei negri, e ha un ruolo importante anche nella scoperta dei falsi di Taxil. Secondo Findel la Grosse Landesloge è l'opposto di una autentica massoneria, un'associazione affine alla Chiesa cattolica e un anacronismo nel XIX secolo. Il suo rituale non è improntato allo spirito democratico dell'antica e autentica massoneria, bensì a quello gerarchico-patriarcale della Chiesa cattolica; non è un sistema universale perché esclude i non cristiani, e non si basa sui principî di fraternità e di eguaglianza, né sul criterio della libera ricerca. Al pari della Chiesa cattolica la Grosse Landesloge è improntata allo spirito di dominio e di esclusivismo, e riprende dai gesuiti la divisione in province, dal cattolicesimo la gerarchia e la tradizione, la dogmatica e l'astuta, subdola politica.
La Francia massonica e repubblicana costituisce per tutta l'Europa il referente polemico: la massoneria inglese si salda alla Chiesa stabilita, quella prussiana si identifica con i settori conservatori della Chiesa luterana, quella danese e svedese è apertamente cristiana.
La diversità ideologica non comporta peraltro differenze socioculturali. In Francia alla fine degli anni settanta del secolo la massoneria è composta dalla piccola e media borghesia: "se i mercanti di vino, i macellai, i ristoratori, i venditori di spezie e i caffettieri formano la maggioranza dei membri, i medici, gli uomini di legge, i giornalisti e i professori forniscono i dirigenti" (Chevallier). Non mancano ingegneri, farmacisti, architetti, ma l'Ordine cerca di attirare soprattutto istitutori e militari. A partire dagli anni ottanta massoneria e radicalismo politico si identificano; i notabili del partito radical-socialista siedono nei consigli del Grande Oriente e della Grande Loge Symbolique du Rite Écossais (1880). Verso il 1911 cresce nel Grande Oriente la presenza socialista, destinata a restare tutt'oggi dominante. Nel 1913 un gruppo di dissidenti, con il beneplacito della Grande Loggia Unificata d'Inghilterra, fonda la Grande Loge Nationale, contestando il coinvolgimento politico e reclamando una 'religione' massonica. Lo stesso fanno altri 'fratelli' abbandonando il Grande Oriente per tornare al Rito Rettificato dei lionesi attraverso il Gran Priorato d'Elvezia. Tra i 'rettificati' francesi e gli 'inglesi' della Grande Loge Nationale si stabiliscono buoni rapporti, che si consolidano dopo la crisi della massoneria politica e laica del 1934. Alla vigilia della prima guerra mondiale il Grande Oriente contava 33.000 adepti, la Gran Loggia 8.000, l'obbedienza massonica del Droit Humain 3.000, la Grande Loge Nationale qualche centinaia. I temi discussi nelle logge erano la riforma dell'istruzione, il positivismo, il suffragio universale, i rapporti tra Stato e Chiesa, il clericalismo, il ruolo sociale delle donne e i principî del 1789. I massoni appoggiarono inoltre la Ligue des droits de l'homme et du citoyen, costituita in occasione dell'affare Dreyfus.
La massoneria sia europea che americana credette di ravvisare nella proposta Wilson e poi nella Società delle Nazioni l'istituto ideale per quel governo del mondo che avrebbe dato corpo a un vago ma tenace ideale massonico. Era come recuperare sul terreno della politica internazionale quel credito che si era smarrito negli insuccessi della politica nazionale. In Europa tuttavia, soprattutto in Francia e in Germania, la massoneria continuava a essere considerata lo strumento di cui ebrei e plutocrati si avvalevano per imporre sulle società nazionali l'imperio degli interessi. Il massone era visto come complice di una perenne congiura contro la religione e la monarchia. Oltretutto la vicinanza politica ai liberaldemocratici e ai socialisti radicali, nonché l'interesse degli anarchici per la massoneria, inducevano a condannarla e a cercare di sradicarla. In Italia nel 1923 il Gran Consiglio del Fascismo dichiara l'incompatibilità tra obbedienza massonica e obbedienza fascista, e di lì a poco il governo scioglierà le logge.In Francia l'autocritica del 'fratello' A. Lantoine (1926) si sovrappone alla critica antimassonica di destra, che pubblica gli scritti postumi di Cochin. Questi considera la massoneria alla stregua di un 'partito' informale basato sull'apparato (la machine) che addestra gli uomini, manipola le informazioni, fissa un'opinione ortodossa. La massoneria produce l''opinione sociale' di cui i rivoluzionari, per quanto se ne credano inventori, sono in realtà gli strumenti. D'altra parte il collasso delle istituzioni lascia il campo alla democrazia diretta, che genera a sua volta la 'macchina', cioè trasforma la massoneria da società di piacere in apparato politico. I lettori di Cochin, per lo più conservatori, vedranno nelle sue tesi una spiegazione della vittoria della sinistra nelle elezioni del 1924: la massoneria ha costituito la macchina del successo gauchista, e si appresta a governare l''opinione sociale'.
Negli anni trenta i diversi regimi massonici conoscono modifiche, aggiustamenti, scomposizioni e ricomposizioni, e in Europa persecuzioni e scioglimenti ad opera soprattutto dei regimi fascisti. La crisi degli anni trenta crea una frattura nella sinistra che si riflette anche nella massoneria, nella contrapposizione tra individualisti e collettivisti. Non sono pochi i massoni che passano dal radicalismo di sinistra a quello di destra. In questo quadro la sola salvezza della massoneria e degli ideali massonici sembra il progetto di un'Europa unita attorno ai valori della libertà, del laicismo e della tolleranza, ma il fallimento della Società delle Nazioni porterà allo sfacelo di quel che resta della massoneria europea.Il secondo dopoguerra vede una ripresa della massoneria, pur con evidenti discontinuità dovute al declino della sua influenza culturale, alla riduzione della componente laica e anticlericale e al coinvolgimento nei giochi di potere e nel dilagante affarismo.
Particolare rilievo assume in questi anni la massoneria sudamericana, che ha logge democratiche di orientamento repubblicano-socialista. Sandino e Allende sono massoni, Cuba è l'unico regime comunista che non ha mai chiuso le logge. Negli anni sessanta a Cuba vi erano oltre 500 logge controllate dal regime; i massoni con José Martí erano stati all'origine dell'indipendenza dell'isola. Da Washington ad Allende (attraverso Simón Bolívar, San Martín e O'Higgins) la massoneria aveva accumulato meriti storici e politici per la libertà dei rispettivi paesi. Ma ancora più influenti sono le logge neoconservatrici, centri cospirativi per le alleanze tra grandi proprietari, uomini d'affari, apparati burocratici ed esercito; la massoneria dei paesi sudamericani ha avuto un ruolo importante nel determinare la destabilizzazione e la stabilizzazione autoritaria dei regimi.
Così come non può essere definita una chiesa né una setta religiosa, la massoneria non è nemmeno una società segreta, anche se in periodi e situazioni particolari può aver assunto ruoli e funzioni di chiesa, di setta, di società segreta. Essa non dispone di un patrimonio dogmatico, di testi canonici, di una gerarchia fissata da norme immodificabili. D'altra parte, come portatrice di valori condivisi anche al di fuori dell'appartenenza massonica, essa non assume caratteri di setta se non in contesti particolari; in ogni caso, le procedure di riconoscimento formale dell'adepto della loggia, dell'ordine o del rito non costituiscono affinità col modello settario. Ciò non esclude peraltro la formazione di sette religiose o politiche come schegge di formazioni massoniche riconosciute, o la confluenza di formazioni settarie in società massoniche.
Fa parte della natura dell'istituto massonico omologare nuovi riti e simboli, che trovano posto nella foresta inestricabile dei riti massonici e delle scale dei gradi tra cui solo di rado si è tentato di stabilire corrispondenze. È un fatto che l'estensione e i poteri delle diverse giurisdizioni appaiano mutevoli e non approdino alla costituzione di un organismo mondiale, che i processi di legittimazione siano tenuti al livello degli ordini e lascino fuori la ricerca attraverso i riti. Prevale così una tendenza a fissare denominatori comuni 'deboli' - i doveri di fraternità, di solidarietà e di libertà - mentre le differenze 'forti' vanno individuate nei riti, nella ricerca di esperienze dell'occulto, del soprannaturale, dei poteri paranormali. Ne derivano forme larghe e forme strette di associazione che hanno diversa incidenza sugli adepti e sulla vita culturale dell'area in cui operano. Su questo terreno, e in rapporto a obiettivi 'pratici', si possono costruire 'circoli interni' che hanno tutte le caratteristiche dell'associazione segreta, e che fanno proprie le regole della setta. Attorno alla loggia per contro si consolidano modelli di intervento sociale ed educativo che, a partire dagli Stati Uniti, hanno generato forme associative di tipo paramassonico, come i vari club services (Rotary, Lyons, ecc.) che per lo più rappresentano estensioni di logge per quanto riguarda le attività sociali di assistenza, sostegno e solidarietà.Resta caratteristico del mondo della massoneria la disseminazione dei regimi e la scala non sempre misurabile dei gradi. Alcuni regimi hanno dimostrato una maggior tenuta per la flessibilità del modello e per il prestigio della tradizione. Se la massoneria simbolica (ovvero inglese, a tre gradi) costituisce il modello di base, i riti attualmente più diffusi sono due: il Rito Scozzese Antico e Accettato (nella forma assunta negli Stati Uniti agli inizi dell'Ottocento) e il Rito 'egiziano' di Memphis, che rispetto al primo mostra maggiori aperture verso esperienze religiose non cristiane.
Assai diversificata è la funzione socioculturale della massoneria nei diversi paesi. Negli Stati Uniti, che ospitano oggi più del 60% del popolo massonico, le logge conservano un ruolo importante come luogo di omologazione dei 'valori americani'. Nel secondo dopoguerra, sia in Europa che in Asia, le logge militari americane hanno avuto un ruolo importante per la diffusione della massoneria 'democratica' (anticomunista). In alcuni paesi dell'America Latina, per influenza del modello francese anticlericale, laico e progressista, le logge massoniche appartengono di diritto all'area di sociabilità democratica. In altri paesi dello stesso continente, invece, alcune comunità di immigrati europei hanno usato il modello organizzativo massonico come una forma di partito-setta che governasse i processi politici, militari ed economici più importanti.
La composizione sociale della massoneria è quella dei gruppi settari: l'iniziazione equipara il cooptato ai 'fratelli' che lo ammettono. Resta la scala dei gradi per adeguare i ruoli ai bisogni e assicurare il controllo degli accessi. Se la pratica delle 'logge di grado' si è consolidata nel tempo, non altrettanto diffusa risulta la regola ripresa dagli statuti accademici e adottata dagli ordinamenti di clubs paramassonici (i Rotary, i Lyons, i Kiwanis, ecc.) di accogliere nella loggia le diverse figure professionali presenti nel territorio, anche se permane l'interesse per gli apparati di governo, istituzionali, sociali ed economici, nella scuola e nell'esercito, cui si affidano i compiti di solidarietà e di riforma morale propri dell'istituto. Sul piano culturale resta incontestata ancor oggi la superiorità francese, mentre sul piano esoterico-religioso i contributi più interessanti vengono dagli Stati Uniti e dal Canada.Negli ultimi anni nell'area linguistica 'europea' (Europa, America, Australia), in cui la massoneria ha una lunga tradizione ed è tuttora presente, si sono verificati dei fenomeni di settarismo religioso di varia consistenza ed estensione. A capo di tali correnti si trovano studiosi e praticanti di mistica, di esoterismo e persino di occultismo e di magia. Sebbene i loro scritti abbiano un pubblico in area massonica, non si può parlare propriamente di 'intellettuali massonici'. Ancor oggi infatti, nonostante la mancanza di un centro universale, la massoneria è contraddistinta da uno specifico modello organizzativo, da una strutturazione gerarchico-territoriale e dal riferimento a un nucleo di legittimazione (che rilascia patenti, segna i confini della 'legalità' massonica, tutela un corpo minimo di valori condivisi). Permane, non senza conflitti, la divisione nei due grandi blocchi della massoneria 'razionalista' e di quella 'spiritualista', ma si tratta di una diversità che riguarda più il riferimento alla tradizione - in parte storica, in parte inventata - che non i comportamenti dei 'fratelli' o la concreta liturgia di loggia. Più netta è invece la divisione sul terreno dell'ideologia politica: là dove opera in regimi totalitari, la massoneria pone l'accento sull'elemento corporativo e solidaristico, sulla politica sociale e sull'umanitarismo, mentre nei regimi democratici assume la fratellanza e la tolleranza come cardini della libertà politica. La massoneria resta comunque un modello associazionistico a ideologia debole, e ciò la rende facilmente plasmabile in base alle esigenze locali. È questo il motivo della diffidenza che circonda la massoneria nei paesi in cui si è affermata di recente, e che la induce ad adottare sistemi di 'chiusura' (il vecchio circolo interno) e di controllo che riproducono, nel rapporto con i governi costituiti, situazioni più volte sperimentate nel passato.
Due circostanze meritano ancor oggi particolare interesse: i modi in cui la massoneria dei paesi coloniali ha vissuto il processo di decolonizzazione, e la ricostituzione del tessuto massonico in tutte le aree 'europee' in cui si è passati da regimi totalitari a regimi democratici. Nel primo caso, che riguarda in particolare l'Asia e l'Africa, gli esiti del processo di decolonizzazione marcano una profonda differenza tra i riti massonici che hanno escluso le divisioni razziali e quelli che le hanno praticate. Particolarmente complicato e frammentario è il quadro asiatico, in cui a presenze massoniche 'tradizionali' in Giappone, in Corea e nelle Filippine, si affianca l'interessante vicenda della massoneria indiana, che ha anche una storia politica originale.Nel secondo caso, che riguarda soprattutto l'Europa, in Germania, Italia e Spagna la massoneria divisa non ha certo recuperato il ruolo sociale e politico che essa deteneva ancora sino agli anni trenta. Non così nell'area slava e nei paesi balcanici, dove i nuclei massonici - assai modesti e marginali fra gli anni trenta e cinquanta - hanno conosciuto negli ultimi anni una vivace ripresa in concomitanza con la restaurazione religiosa e in vista di un ricambio della classe politica. Questa 'rinascita' massonica, comunque, deve non poco alle agenzie americane.In generale, tuttavia, l'assenza di indagini approfondite - statistiche su scala mondiale, classificazioni rigorose, una mappa geografica dei riti e delle appartenenze - rende impossibili valutazioni meno approssimative di un fenomeno che pure si impone per continuità, durata ed estensione. (V. anche Società segrete).
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