Botanico (Amburgo 1804 - Francoforte sul Meno 1881). Laureatosi in diritto a Heidelberg (1827), esercitò la professione di avvocato fino al 1832. Studiò poi medicina a Gottinga, a Berlino, dove seguì in particolare le lezioni del botanico F. G. Baetling e si appassionò alla microscopia, e infine a Jena dove si laureò nel 1839. Fu professore nelle univ. di Jena (1840-62) e di Dorpat (1863). Ritiratosi a vita privata, intraprese una fortunata attività di divulgatore scientifico. Nel 1838 aveva pubblicato la memoria Beiträge zur Phytogenesis nella quale sosteneva che la cellula, prodotto finale della maturazione del nucleo (che egli chiamava citoblasto), costituisce l'unità fondamentale degli organismi vegetali e si forma in seguito alla cristallizzazione di un liquido (citoblastema) composto da zucchero, gomma e muco, all'interno di una vescicola trasparente che circonda il nucleo maturo. L'ipotesi discussa con Th. Schwan, che la estese al mondo animale, costituì il momento storicamente più rilevante nello sviluppo della teoria cellulare. S. contribuì alla diffusione dell'uso del microscopio tra i biologi; osservò e descrisse accuratamente varie strutture e funzioni vegetali, indicò in particolare l'importanza del nucleo nella divisione cellulare e introdusse il concetto di identità morfologica di tutte le specie cellulari in base all'identità della loro genesi. Assertore dell'utilità del metodo induttivo nelle scienze, si oppose all'hegelismo, polemizzò con Schelling e influenzò in modo duraturo l'insegnamento della botanica con il manuale Grundzüge der wissenschaftlichen Botanik (1842-43), nel quale esponeva i fondamenti della botanica come scienza puramente induttiva.