Biologo (Neuss sul Reno 1810 - Colonia 1882). Dopo un iniziale interesse per la teologia si indirizzò verso gli studî medici che compì nelle università di Bonn, Würzburg e Berlino, dove si laureò nel 1834 sotto la guida di J. Müller. Assistente (1834-39) dello stesso Müller nel museo di anatomia, vi compì ricerche fondamentali ispirandosi a principî metodologici meccanicisti e antivitalisti nettamente opposti a quelli del maestro. Misurò la forza sviluppata dai muscoli durante la contrazione, dimostrando che essa diminuisce proporzionalmente all'accorciamento del muscolo (1836). Scoprì e denominò la pepsina riconoscendo la natura di "fermento" a questa sostanza presente nel succo gastrico e la sua azione nella digestione delle proteine (1836). Nel 1837 studiò la fermentazione alcolica e riconobbe che essa è dovuta a un agente specifico, cioè alle cellule del lievito. Tale conclusione, rifiutata e aspramente criticata da F. Wöhler e J. von Liebig, fu accettata solo molti anni più tardi, dopo i classici esperimenti di L. Pasteur. Ma il contributo più importante di S. è contenuto nella monografia dal titolo Mikroskopische Untersuchungen über die Übereinstimmung in der Struktur und den Wachstum der Thiere und Pflanzen (1839), in cui, estendendo anche agli animali le considerazioni sviluppate l'anno precedente da J. M. Schleiden a proposito dei vegetali, formulò in termini assai chiari e precisi la "teoria cellulare". Affermò cioè che il corpo delle piante e degli animali è costituito da unità elementari dotate di vita propria, le cellule, e da sostanze che sono da esse elaborate. La scoperta dell'unità fondamentale di strutture e di funzione degli organismi viventi è una delle più importanti della biologia ed è quella che ha reso possibile l'indagine scientifica della maggior parte dei fenomeni vitali, normali e patologici. Nel 1839 accettò l'offerta della cattedra di anatomia presso l'università di Lovanio, donde passò poi (1848) all'università di Liegi. Dopo il suo trasferimento in Belgio la sua attività scientifica si ridusse progressivamente, mentre si riaccesero in lui interessi religiosi e filosofici, che lo portarono a rifiutare il suo precedente razionalismo.