Cronista inglese (n. 1195 circa - m. dopo il 1259); l'appellativo Parisiensis con cui è noto può essere tanto ereditario quanto dovuto alla convinzione che M. avesse studiato a Parigi. Monaco (1217) di St. Albans, dal 1236 cronista del monastero. Preparò così i Chronica maiora, che continuano dal 1235 al 1259 la cronaca di Ruggero di Wendover (a sua volta continuazione di una cronaca di Giovanni di Wallingford, a partire dal 1188). La cronaca, che è fonte importante non solo per l'Inghilterra, ma anche per le Fiandre, la Francia, la Germania e l'Italia, è la maggiore e la migliore delle cronache inglesi, per vigore e vivacità, per il modo indipendente di trattare gli avvenimenti contemporanei, per la cura dei particolari e l'abbondanza preziosa degli aneddoti. Con solido buon senso e critica pungente M. non esita ad attaccare gli abusi della corte e della Chiesa. Scrisse anche le Vitae dei primi 23 abati di St. Albans. n Fu anche miniatore, scriba, pittore, orafo. Per lungo tempo fu a capo dello scrittorio di St. Albans, determinandone lo stile. Quasi tutti i volumi da lui illustrati sono oggi presso il British Museum (uno gli è attribuito nella Biblioteca Bodleiana di Oxford) e documentano la sua straordinaria curiosità storica e il suo acuto spirito di osservazione. Il delicato goticismo dei suoi disegni, nel quale è talvolta ricercata una monumentale gravità, costituisce, nell'arte inglese, il polo opposto all'irruente esuberanza di W. de Brailes.