FRACCACRETA, Matteo
Nacque a San Severo, in Capitanata, il 19 sett. 1772, quartogenito di Leonardo e di Eleonora Masciocco, entrambi di distinta famiglia locale.
I Fraccacreta compariranno nella vita pubblica solo negli ultimi anni del secolo, ma con un'eccezionale forza di penetrazione, basata sulla proprietà terriera e sull'esercizio delle professioni liberali.
Le notizie sul F. sono scarse e frammentarie, e per lo più ricavate da alcune brevi digressioni autobiografiche che egli dissemina nel farraginoso contesto della sua monumentale unica opera. Dall'iscrizione che fece apporre su un suo busto si sa che svolse i primi studi "in patrio Lycaeo" per otto anni; dal 1° nov. 1792 al 23 giugno 1799 seguì corsi di studio a Napoli, dove si gettò a corpo morto nell'erudizione specialmente relativa alla storia e corografia della Puglia.
Sullo svolgimento dei suoi studi giuridici non si sa molto: in una delle prefazioni egli dichiara di essere divenuto "dottor legale" nel maggio 1797, e risulta che esercitò episodicamente la professione; altrettanto saltuariamente partecipò alla vita pubblica di San Severo, e nel 1810, durante il periodo francese, fu sindaco, succedendo ai fratelli Michele e Giuseppe. Alla Restaurazione egli si tenne in disparte, senza rinnegare il passato ma professando la sua fedeltà ai Borboni.
Si dedicò molto presto all'insegnamento, che fu la sua attività principale, prima nel seminario della vicina Larino, in Molise, con una interruzione nel 1815-16; poi, dal 1° ott. 1834, nel seminario della città natale, insegnando "eloquenza sublime e riti greci, degli israeliti e de' primi cristiani, poesia e geografia". Dal 1841 fu anche lettore di agraria, fino al settembre 1845, quando quel corso venne abolito. Fu anche attivo corrispondente della Società economica della Capitanata.
Il 27 ott. 1799 aveva sposato Maria Filippa Pergola, di Serracapriola, sorella del notaio Teodosio e dell'arciprete don Antonio, che gli diede tre figli, dei quali solo due sopravvissuti alla prima infanzia, Emmanuele (nato il 20 luglio 1807) e Clementina (nata il 12 genn. 1811). Il maschio morì il 2 ag. 1831, e fu per il F. un colpo durissimo che lo spinse ancor di più a rifugiarsi negli studi. La vita del F. non presenta alcun altro avvenimento di rilievo.
Morì a Torremaggiore, presso San Severo, il 23 marzo 1857, e fu sepolto a San Severo nella chiesa dei cappuccini, dove esisteva il sepolcro di famiglia.
Il ricordo del F. è affidato alla sua unica pubblicazione, quel colossale repertorio d'informazioni storiche che è il Teatro topografico storico poetico della Capitanata e degli altri luoghi più memorabili e limitrofi della Puglia…, Napoli 1828-37.
La struttura dell'opera è alquanto singolare (pare gli sia stata ispirata dal Viaggio poetico pe' Campi Flegrei di G. Genoino, che "lo innamorò a ritoccare quei patrii fasti col testo, cioè in versi, e le parafrasi in prosa"): divisa in voci dedicate ai principali centri della Capitanata, ognuna di esse è costituita da una "rapsodia", poemetto didascalico fornito di note esplicative, e da una "parafrasi" in prosa, commento "storico-letterario-archeologico-cronologico" in cui i fatti vengono illustrati da una ricca messe di informazioni erudite e da raccolte di documenti di varie epoche (ma specialmente iscrizioni antiche), che il F. ebbe cura di copiare da originali oggi spesso perduti, fornendo sempre il luogo e il tempo del rinvenimento. Il suo lavoro, serio e affidabile, avrebbe costituito una delle fonti di Th. Mommsen per il Corpus inscriptionum Latinarum e di P.F. Kehr per L'Italia pontificia.
Il volume primo (Napoli 1828), dopo una "Ode preliminare alla Puglia", è interamente dedicato a Teano Apulo, con la "rapsodia I", la "rapsodia II" e le relative "parafrasi"; il secondo (ibid. 1832), corredato di una carta topografica della "Utraque Sicilia vetus", e di varie tabelle storico-geografiche, è dedicato a Civitate, con la "rapsodia III" e relativa parafrasi; il terzo volume (ibid. 1834) è ancora relativo a Civitate con la "rapsodia IV" e a Serracapriola, Larino, Termoli e altri luoghi con la "rapsodia V", entrambe con le relative parafrasi; il volume quarto (ibid. 1834) è costituito dalle "rapsodie" VI (Tremiti, Lesina, Poggio Imperiale, San Nicandro, Apricena, San Giovanni in Piano, Castel Pagano, Rignano, San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo), VII (San Paolo), e VIII (Torremaggiore), tutte con le relative parafrasi e note; il volume quinto infine (ibid. 1837; ma sembra che la copia consultata dal Mommsen presso la Biblioteca Parascandoliana di Napoli recasse la data del 1841, forse una ristampa) comprende le "rapsodie" IX e X, entrambe su San Severo, con le relative appendici, la X però mancante delle note 4-130. Nel 1843 a Lucera venne poi pubblicato il volume sesto contenente la "rapsodia" XI, ancora dedicata a San Severo, ma mancante dell'intero apparato di note e nella parte poetica delle ottave CXXXVIII-CXLVI.
Nel 1974, in occasione della ristampa anastatica dell'opera fatta a Bologna dall'editore Forni, essendo stati rinvenuti presso i discendenti dei fratelli del F. i manoscritti delle parti mancanti e molti inediti, vennero riuniti nel volume V i volumi V e VI della prima edizione. I curatori (P. Bruno e V. Russi) hanno voluto dare completezza e sistemazione alla materia con un sesto volume, che comprende la "rapsodia XI", nonché le inedite "rapsodia XII" e "rapsodia XIII". Attendono di essere stampate presso lo stesso editore e per i medesimi curatori le note 4-130 della "rapsodia X"; la "rapsodia XIV" (Lucera) e la XV (Troia e sua diocesi) con le rispettive parafrasi. Esiste manoscritta nella Biblioteca di San Severo la "rapsodia XVI" (Siponto e Manfredonia), con altre non numerate (Ascoli, Cerignola, Candela, Bovino). Nel 1929 a Foggia N. Checchia pubblicò La passione di Sansevero nel 1799, tratta dalla parte allora inedita del volume VI.
Il F. accenna più volte a una sua impegnativa opera poetica inedita in quattro volumi, La Musa del Daunio, nonché a un epitalamio e a un sonetto pubblicati a Napoli, ma di nessuna di tali composizioni si è trovata traccia.
Fonti e Bibl.: Torremaggiore, Parrocchia di S. Maria, Liber mortuorum, 23 marzo 1857 (la data di morte del F. non era finora nota); San Severo, Biblioteca-archivio storico "A. Minuziano", Manoscritti, A-47 (carte sparse del F. collocate in buste, donate nel 1987 da C. Fraccacreta, discendente del fratello maggiore del F., Giuseppe, in corso di sistemazione e di studio da parte di P. Bruno); C. Villani, Scrittori ed artisti pugliesi, moderni e contemp., Trani 1904, p. 373; G. Gabrieli, Uno storiografo dauno del secolo passato: M. F., in La Puglia letteraria, III (1933), 1, p. 2; 2-3, p. 2; Angelo Fraccacreta. L'uomo e l'opera(Atti del Convegno, San Severo… 1988), a cura di B. Mundi, San Severo 1988, pp. 82 ss.; Enc. Italiana, Appendice I, p. 617.