PESCATORE, Matteo
PESCATORE, Matteo. – Nato a San Giorgio Canavese (Aosta) il 21 novembre 1810, al tempo dell’occupazione napoleonica del Piemonte, da famiglia di modesta condizione, unico maschio dei cinque figli di Giacomo (nato nel 1784), proprietario terriero, e di Maria Domenica Pennoncelli. Rimasto vedovo, il padre si sposò altre due volte; dal terzo matrimonio, con Maria Domenica Cozzo, ebbe altri due figli maschi.
Pescatore sposò nel 1852 Vittoria Allara, morta nel 1861, con la quale generò due figli, Alberto (nato nel 1853) e Amalia (nata nel 1856).
Si era laureato non ancora ventenne, nel 1830, presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Torino, dopo aver usufruito di uno dei posti per studenti capaci e meritevoli istituiti presso il locale Collegio delle Province. Ottenne in seguito, come normale per i laureati in giurisprudenza del Piemonte dell’epoca, il titolo di avvocato, afferendo inizialmente allo studio di Luigi Demargherita, uno dei più celebri avvocati del Regno e si dedicò attivamente all’esercizio della professione nella capitale subalpina.
Nel 1838 Pescatore fu aggregato al Collegio dei dottori della facoltà di origine ove laureati in giurisprudenza di particolare rilievo erano chiamati a partecipare ad alcune attività didattiche dell’ateneo, cosa che per lui significò un ulteriore consolidamento nella élite dei giuristi torinesi. Dall’anno accademico 1846-47 tenne insegnamenti prevalentemente in materia processuale e probatoria, dapprima come affidatario e straordinario (1846), poi come reggente di cattedra, e infine come professore effettivo (1848). Nel 1874 ebbe dall’Università di Torino il titolo di professore onorario.
Parallelamente agli sviluppi della carriera universitaria venivano date alle stampe alcune sue opere più immediatamente legate all’insegnamento, preludio metodologico e contenutistico ai più impegnativi lavori degli anni successivi: Teoria delle prove civili e criminali giuridica e logica considerata tanto in se stessa che ne’ suoi rapporti colle istituzioni giudiziarie professata nella R. Università di Torino…, Torino 1847; Teorica dello Statuto fondamentale. Lezione…, Torino 1848; Teoria del diritto giudiziario. Lezioni…, Torino 1849; Diritto giudiziario. Lezioni…, Torino 1851; Delle prove giudiziarie in materia civile. Continuazione del corso di diritto giudiziario…, Torino 1852; Corso universitario. Dei giudizii civili. Lezioni orali… raccolte e compendiate dallo studente Luigi Mattirolo, Torino 1857; Lezioni di diritto giudiziario per l’anno 1856-57 raccolte e compendiate dallo studente Virgilio Gerini, Torino 1857; Dei giudizi criminali. Lezioni…, Torino 1859.
Fra i suoi allievi di maggiore rilievo si annovera il celebre processualista torinese Luigi Mattirolo.
Ulteriore segno di consolidamento di una posizione di spicco nell’ambiente dei tecnici del diritto subalpino è la collaborazione, a far tempo dal 1839, agli appena fondati Annali di Giurisprudenza.
Nominato nel 1860, forse su ispirazione di Cavour, consigliere di Cassazione, lasciò la cattedra. Rimase quindi in servizio per quasi un ventennio presso la Suprema Corte, nelle sedi di Milano, Torino e Roma, divenendone nel 1876 avvocato generale. Il 1° marzo 1879 venne collocato a riposo su propria richiesta per motivi di salute, con il grado di procuratore generale onorario.
Parallela e connessa all’attività di giurista teorico e pratico fu l’attività politica di Pescatore. Eletto alla Camera dei deputati in tutte le legislature del Regno di Sardegna costituzionale (1848-61), transitò rapidamente dai banchi del centro a quelli del centro-sinistra, dove si collocò stabilmente. Dopo un periodo di esclusione per sorteggio per eccedenza di deputati magistrati, proseguì l’impegno politico come membro della Camera dei deputati del Regno unitario dal 1865 al 1873. Nel 1873 fu nominato senatore del Regno.
La sua partecipazione ai lavori del Parlamento fu a tratti intensa e appassionata, non di rado con l’assunzione di posizioni peculiari, talora isolate e infruttuose, ma sempre con notevole dispiego delle sue particolari competenze tecnico-giuridiche. Degni di particolare menzione gli interventi nei settori a lui più familiari della procedura, dell’ordinamento giudiziario e di quello professionale forense, in ambito finanziario-tributario, e inoltre in materia di diritto societario, ordinamento comunale e provinciale e altri ancora. Fu membro di varie commissioni legislative, e partecipò anche a parte dei lavori preparatori per il primo codice civile unitario.
Alle opere di Pescatore, particolarmente rilevanti per quantità e rilievo in ambito processuale e probatorio, ma estese a moltissimi altri settori del diritto, sono unanimemente riconosciute una notevole originalità di metodo e di soluzioni, con superamento dell’approccio strettamente esegetico sin lì imperante, e un’impronta marcatamente filosofica. Fra i suoi lavori più importanti, cui non mancano riconoscimenti di perduranti tratti di attualità, si devono segnalare: La logica del diritto. Frammenti di dottrina e giurisprudenza, Torino 1863 (seconda edizione a cura di G.S. Tempia, Torino 1883); il complesso formato dalla Sposizione compendiosa della procedura civile e criminale nelle somme sue ragioni e nel suo ordine naturale…, Torino 1864-65, e dalla Sposizione compendiosa della procedura criminale, Torino 1871; La logica delle imposte, Torino 1867; Filosofia e dottrine giuridiche…, Torino 1874-79. Da menzionare inoltre, accanto ai lavori più immediatamente didattici più sopra menzionati, la silloge delle Lettere famigliari del Deputato Pescatore ossia somma di studi sociali e morali, Torino 1872 (con utili riferimenti anche per la ricostruzione biografica), e i numerosi articoli scientifici, lettere aperte, discorsi e programmi politici, rendiconti e interpellanze parlamentari, oltre alla documentazione nelle usuali forme della sua attività di magistrato e di avvocato.
Morì l’8 agosto 1879 nella sua villa di Reaglie, sulla collina torinese. Era stato ammesso in numerose Accademie, fra le quali quella dei Lincei, e aveva ricevuto molteplici decorazioni.
Fonti e Bibl.: A. Bertolotti, Passeggiate nel Canavese, II, Ivrea 1868 (rist. anast. Torino 1964), pp. 443- 459; Id., M. P., Firenze 1879; A. Tozzi, Il pensiero di M. P., Pisa 1953; G. Gorla, Una sentenza di M. P. sui Concordati e sui loro rapporti con lo Statuto albertino, in Il Foro italiano, XCIV, (1971), 3, pp. 1-19 (dell’estratto); G. Roddi, M. P. e la questione della progressività tributaria, in Clio, XVIII (1982), 3, pp. 385-405; Id., M. P., giurista (1810-1879). La vita e l’opera, Torino 1986 (sul quale si veda il giudizio fortemente critico di G.S. Pene Vidari in Rivista di storia del diritto italiano, LXII (1989), p. 652); F. Cipriani, M. P. e Lodovico Mortara: due vite parallele (a proposito di un non recente libro), in Rassegna di diritto civile, 1990, pp. 727-732 (edito anche in Id., Scritti in onore dei patres, Milano 2006, pp. 1-6); E. Ariano, M. P. (1810-1879), in Juristas universales, III, Juristas del siglo XIX. De Savigny a Kelsen, a cura di R. Domingo, Madrid-Barcelona 2004, pp. 242-243; A. Lupano, M. P., in Maestri dell’Ateneo torinese dal Settecento al Novecento, a cura di R. Allio, Torino 2004, p. 365; A. Besso, P., M., in Dizionario biografico dei giuristi italiani (XII-XX secolo), II, Bologna 2013, pp. 1552-1554.