Scrittore francese (Parigi 1918 - ivi 2009). Accademico di Francia (1966), quindi (1985-1999) segretario perpetuo dell'Accademia, è stato ministro degli Affari culturali (1973-74). Un volume autobiografico, La dernière brigade (1946), è ispirato dalla sua esperienza di combattente durante la guerra. Come romanziere la sua notorietà è legata a due grandi cicli: il primo, La fin des hommes (Les grandes familles, 1948; La chute des corps, 1950; Rendez-vous aux enfers, 1951), d'impianto ottocentesco e naturalistico, è una sorta di cronaca impietosa della grande borghesia in decadenza fra le due guerre; il secondo, Les rois maudits (7 voll., 1955-77), appartiene al genere del romanzo storico, dove il gusto del pittoresco nella rievocazione dell'epoca di Filippo IV il Bello e dei suoi discendenti, prevale sull'amore alla fedeltà storica. Alexandre le Grand, ou le roman d'un dieu (1958) è una vasta biografia in cui la fedeltà alla storia lascia largo spazio alle ipotesi. Sulla stessa linea è il racconto mitico Les mémoires de Zéus (2 voll., 1963-68). Per il teatro D. ha scritto Mégarée (1942), La contessa (1952) e Le voyageur (1954). È autore anche di saggi e di scritti d'argomento politico: Notes et maximes pour le pouvoir (1965); L'avenir en desarroi (1968); Lettres d'un européen (1970); La parole et le pouvoir (1974). Tra i suoi scritti più recenti: Attention la France! (1985); Lettre aux français sur leur langue et leur âme (1994); La France aux ordres d'un cadavre (2000); Ordonnances pour un État malade (2002); Le Franc-parler (2003); Mémoires. L'aurore vient du fond du ciel (2006).