Mediateca
La m. (detta anche bibliomediateca, o centro di servizi multimediali) è la più recente fra le istituzioni culturali dedicate alla raccolta di documenti e all'erogazione di servizi informativi. Pur comprendendo nelle sue raccolte i prodotti dell'editoria tradizionale su supporto cartaceo, la m. è fortemente connotata in senso innovativo e tecnologico rispetto alle strutture tradizionali (archivi, biblioteche, musei); le sue finalità istituzionali sono quelle di censire, raccogliere e organizzare per l'uso pubblico un insieme articolato di media su supporti materiali diversi come nastri magnetici, videocassette, dischi, dischi ottici, reti e tutti i formati elettronici in divenire. Per la sua preminente vocazione tecnologica la m. svolge anche il compito di diffondere fra i giovani la conoscenza delle fonti audiovisive e delle nuove tecnologie della comunicazione; le strutture e le competenze che vi operano divengono inoltre centro propulsore dello sviluppo delle tecnologie multimediali nel settore produttivo, come supporto all'industria e agli scambi commerciali. La m. è anche sede di formazione e aggiornamento professionale nel campo telematico e multimediale. Si parla di m. anche riferendosi a una funzione assunta in misura crescente dalla biblioteca tradizionale quando questa dia progressivamente più spazio ai media non cartacei, o quando venga fin dall'inizio progettata per consentire l'accesso diffuso ai prodotti e servizi multimediali; in questo senso è in qualche modo assimilabile al concetto di 'biblioteca virtuale' o 'biblioteca senza mura', intesa come raccolta organizzata di informazione elettronica (v. anche biblioteca e multimedialità, in questa Appendice). Collegate allo sviluppo delle tecnologie e dei servizi, le m. sono ancora un fenomeno di tendenza, presente soprattutto in quelle aree (Stati Uniti, Canada e parte dell'Europa) in cui la tradizione storica delle strutture culturali si combina con i mutamenti indotti dalle tecnologie sull'organizzazione sociale.
Il termine médiathèque si è affermato in Francia negli anni Ottanta, insieme a 'maison du livre, de l'image et du son', come espressione della trasformazione delle biblioteche in centri di risorse informative integrate, dove ai libri si affiancano sempre di più altri mezzi di informazione. La multimedialità e la crescita esponenziale di contenuti accessibili attraverso banche dati di testi e immagini provenienti dai luoghi più differenti e distanti, ha mostrato come e con quali linguaggi descrittivi si possano su uno stesso tema assemblare contestualmente fonti di natura diversa, che per tradizione sono conservate in istituzioni separate e trattate in sedi distinte.
Già dalla metà del 20° secolo proprio a partire dalla Francia un altro grande cambiamento ha preparato il terreno - culturale prima ancora che tecnologico - per un ingresso a tutto campo delle fonti visive e audiovisive nelle istituzioni della ricerca. Le metodologie di indagine della storia sociale hanno infatti apportato significativi cambiamenti nella concezione delle fonti al fine di una ricostruzione storica, estendendo l'arco delle tipologie ben oltre le tradizionali fonti bibliografiche e archivistiche e affermando i concetti di trasversalità e interdisciplinarità. Parallelamente, nell'evoluzione dei concetti di gestione dei servizi culturali si è andata affermando la centralità dell'utenza e delle sue richieste. Gli esiti di questi processi evolutivi sul piano delle metodologie di ricerca, delle tecnologie e della concezione dei servizi, confluiscono nelle m. che si ispirano ai criteri di massima apertura e di pieno utilizzo di tutte le fonti disponibili: quelle fisicamente presenti e quelle in rete, interrogabili per argomento tramite motori di ricerca sempre più potenti e affidabili. L'informazione esterna, proveniente dagli archivi elettronici di tutto il mondo, è la rappresentazione in formato digitale di qualsiasi oggetto, dai codici miniati alle opere d'arte, dallo scavo archeologico al piano urbanistico, dalle musiche alle carte geografiche. È evidente che questa nuova possibilità di aggregazione delle fonti fuori dei luoghi di conservazione e secondo il loro contenuto semantico, e non piuttosto secondo il supporto materiale dei documenti, ha in sé una grande potenzialità di crescita verso una capacità di ricerca sempre più ampia, rapida e aggiornata, sia dal punto di vista spazio-temporale sia da quello concettuale.
Un ulteriore elemento innovativo da considerare è il fatto che all'informazione storica, scientifica e culturale si affianca, attraverso le reti, l'informazione di natura amministrativa, commerciale e turistica, che costituisce all'interno della m. uno 'sportello' aperto al cittadino, ovvero uno snodo del sistema informativo diretto non più solo agli studi e alla ricerca, ma anche alle necessità del lavoro, della professione e del tempo libero. L'interazione, ancora più che la coesistenza, tra informazioni di natura del tutto eterogenea pone problemi di colloquio fra i sistemi descrittivi delle diverse tipologie di documenti, impone esigenze di adeguamento delle tradizionali modalità di ricerca e, infine, spinge verso una complessiva riorganizzazione delle strutture di documentazione storicamente fondate sulla specializzazione dei supporti.
Anche l'architettura e l'inserimento urbano degli edifici di nuova concezione riflettono il carattere flessibile e multifunzionale delle mediateche. Gli standard e i modelli delle biblioteche degli anni Settanta sono ormai inadeguati, ma d'altra parte i ritmi del cambiamento suggeriscono di non codificare in schemi troppo rigidi quelli che saranno i luoghi del sapere dopo il 2000.
Il più famoso prototipo della nuova struttura è la m. della Cité des sciences et de l'industrie de La Villette a Parigi, aperta al pubblico nel marzo del 1986, il cui successo si può misurare dall'entità dell'utenza giornaliera, che era, ad appena sei anni dalla sua apertura, di 400048000 persone. Le m. in Francia sono oggi circa 300, ma sono molte di più se si considerano le biblioteche e i centri di documentazione che hanno di fatto assunto tali funzioni.
Nell'area angloamericana, le biblioteche, molto più radicate e diffuse nel tessuto sociale, hanno seguito puntualmente l'evoluzione dei media, rappresentandoli con efficacia nelle loro raccolte (multimedia library o media center), accentuando semmai gli aspetti organizzativi, il disegno di sistemi integrati sul territorio e l'allargamento delle politiche di accesso all'informazione. Come esempio significativo di questa tendenza si può citare l'apertura nel 1996, in occasione del centenario della New York Public Library, della Science, Industry and Business Library (SIBL), concepita come centro di ricerca specializzato in alta tecnologia. Nel 1998, a due anni dall'apertura, più di 20.000 utenti hanno già utilizzato i servizi della SIBL. Nel 1997 la University of Michigan ha istituito la Media Union, un servizio che, mettendo insieme le diverse risorse informative, la tecnologia e gli studi di produzione multimediale, offre un programma integrato di supporto alla collaborazione interdisciplinare. Media Union intende fornire un modello di come le preesistenti unità organizzative possono evolversi nel nuovo ambiente unificato.
In Italia l'idea di m. si è affermata negli anni Ottanta ma con molte difficoltà sul piano attuativo, sia per una più lenta diffusione delle tecnologie telematiche, sia per i noti problemi che affliggono i servizi culturali, tanto che anche le biblioteche hanno stentato a diventare luogo degli accessi telematici, produttore ed erogatore di multimedialità.
Pur incontrando il favore degli amministratori pubblici, dal Ministero dei Beni culturali e ambientali agli enti locali, anche per l'immagine innovativa e tecnologica che essa trasmette, la m. stenta a decollare e ad assumere contorni ben definiti a causa di un equivoco largamente diffuso sui requisiti necessari alla sua realizzazione e al suo funzionamento. Si è pensato infatti che le m. consentissero il superamento degli annosi problemi delle strutture di documentazione in Italia, e in particolare delle biblioteche, attraverso l'innovazione tecnologica e l'uso intensivo delle risorse informative disponibili su rete o su CD-ROM. In realtà le m., in quanto luoghi di comunicazione e integrazione fra supporti, contenuti e linguaggi eterogenei, presuppongono un'attenta progettualità, una continuità di investimento, risorse radicate in termini di professionalità, offerta informativa e orari di erogazione dei servizi, esattamente lo stesso genere di requisiti la cui carenza ha reso problematico lo sviluppo dei servizi di biblioteca in Italia. Il processo di crescita complessiva delle m. è anche rallentato dalla limitata penetrazione della cultura tecnologica nel tessuto sociale e produttivo in ampie zone del nostro paese. Se è vero, infatti, che promuovere l'uso delle tecnologie è fra le finalità delle m., è anche vero che, nei paesi in cui i servizi telematici multimediali si sono affermati, si erano già formati un pubblico e un mercato in grado di sostenerli.
Fra i modelli riusciti di struttura, che ha messo radici nel suo ambiente, è la M. delle Marche, nata nel 1984 ad Ancona da una associazione fra comune e provincia di Ancona con la Regione Marche. Il suo obiettivo è di "attivare i meccanismi di domanda/offerta di linguaggi e tecnologie audiovisive" attraverso attività di raccolta, catalogazione, produzione editoriale, promozione e coordinamento. Con una forte attenzione alla produzione audiovisiva oltre che ai formati elettronici, la M. delle Marche svolge un'intensa attività culturale, produce documentazione e pubblica la collana I quaderni della Mediateca delle Marche.
Un'altra realtà vivace e con prospettive di sviluppo è la M. della Città della Scienza di Bagnoli, dotata di una raccolta di supporti audiovisivi e digitali, oltre che di un attrezzato laboratorio multimediale per attività di formazione relative allo sviluppo di prodotti informatici e multimediali. Frequentata da studenti e insegnanti, ma anche da amministratori, professionisti e dirigenti d'azienda, la M. di Bagnoli è affiancata da attività produttive e di promozione d'impresa, ed ha in programma il collegamento in rete con gli istituti scolastici e altre realizzazioni tecnologicamente avanzate con il supporto della Fondazione IDIS (Istituto per la diffusione e valorizzazione della cultura scientifica) e di un gruppo di aziende del settore informatico.
Nel 1997 il Ministero per i Beni e le Attività culturali ha avviato il 'Piano di azione Mediateca 2000. Per una infrastruttura della conoscenza', con l'obiettivo di sviluppare l'utenza delle nuove tecnologie della comunicazione e al tempo stesso attualizzare le biblioteche, evolvendole in biblioteche multimediali e stimolandone il ruolo di incontro e socializzazione. Nel frattempo è in avanzata fase di realizzazione a Milano la M. di S. Teresa, collegata alla Biblioteca nazionale braidense.
Emerge, anche alla luce dell'esperienza francese e americana, che la presenza diffusa di m., vuoi come strutture autonome, vuoi come funzioni evolutive di biblioteche, può contribuire, se impostata con rigore di metodo e chiarezza di obiettivi, alla crescita nelle giovani generazioni di una cultura tecnologica non passiva che accompagni l'acquisizione ormai precocissima di competenze tecniche e manuali. Le m., infatti, operando d'intesa con l'organizzazione scolastica che ha varato il Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche 1997-2000 (Ministero della Pubblica Istruzione, circolare n. 282, 24 apr. 1997), possono essere lo snodo per uno stabile inserimento dei media telematici nei percorsi didattici, insegnando a integrare i testi con le immagini e i suoni e a esprimersi nella nuova scrittura multimediale.
Si può osservare, dopo vent'anni di sperimentazione, che le m. e i centri multimediali hanno raggiunto in Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Canada, caratteri ben definiti sotto l'aspetto delle finalità, delle competenze e delle metodologie gestionali, mentre la situazione italiana deve ancora superare la fase dei pochi casi prototipali per pervenire a una diffusa applicazione del modello nei differenti contesti della realtà nazionale.
Perché questo avvenga e tenendo ben presente che le tecnologie veicolano pur sempre contenuti, è necessario procedere, come nei sistemi ipertestuali, disegnando la mappa dei servizi, dei possibili nessi concettuali e dei percorsi informativi che l'utente potrà seguire. La m. e i suoi servizi, infatti, non si possono concepire al di fuori di una sistemazione complessiva dell'ambiente culturale (o anche parco culturale, letterario), inteso come sistema in cui confluiscano, con un effetto di reciproca valorizzazione, tutti i beni culturali, le istituzioni e le attività che definiscono un territorio.
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