MEDITERRANEO
. Storia (XXII, p. 763; App. I, p. 831). - Di fronte all'importanza assunta da altri settori, come l'Oceano Pacifico, l'Atlantico e l'Indiano, sui quali negli ultimi anni si è combattuto per la supremazia mondiale, il significato politico-strategico del Mediterraneo è andato, in linea generale, sempre più diminuendo. Tuttavia quindici anni di conflitti presso che continui, iniziatisi con la guerra civile spagnola e tuttora non completamente sedati, hanno profondamente modificato la preesistente situazione politica.
Anzitutto, con la sconfitta subìta nel deserto nord-africano dalle truppe di Rommel, è crollato il sogno della Germania, delineatosi attraverso l'occupazione della Grecia, di Creta e con l'invio dell'Africa Korps in Libia, di aver parte nel dominio del Mediterraneo. Ma non migliori sono risultate alla fine del conflitto anche le situazioni di altri stati, sebbene vincitori. La Francia, pur mantenendo il possesso del tradizionale triangolo Tolone-Ajaccio-Biserta e tutti i suoi possedimenti sulla costa settentrionale africana, ha perduto le sue posizioni nel Levante; e, diminuita nella sua flotta commerciale e, fatto ancor più grave, nella sua marina da guerra, ha visto notevolmente scemare a vantaggio degli Anglosassoni la sua importanza di potenza mediterranea. La Grecia, stroncata dall'occupazione italo-tedesca prima e dalla guerra civile poi, non può certo, per ora, pensare a svolgere una funzione di rilievo nel Mediterraneo, anche se dal conflitto essa esce territorialmente avvantaggiata con l'avvenuta annessione del Dodecaneso. L'Egitto, benché divenuto centro delle agitazioni nazionaliste panarabe, rimane tuttora in qualche modo controllato, anche se non militarmente occupato, dalla Gran Bretagna. Né in migliori condizioni sono gli stati già neutrali nel corso della seconda Guerra mondiale: la Spagna, che invece delle conseguenze dell'ultimo conflitto risente ancora di quelle della guerra civile e non riesce, ancora oggi, a superare la ormai cronica crisi della sua economia; e la Turchia che, oppressa dalle preoccupazioni difensive nellaregione dei Dardanelli e ormai allontanata dall'Europa, non può che esercitare un influsso marginale nel Mediterraneo orientale.
In realtà, più che prestarsi al giuoco d'equilibrio delle piccole potenze, il Mediterraneo, come ogni altra parte del mondo, è diventato oggi teatro della lotta d'influenza fra i due grandi. O meglio, nel caso specifico, dei tre grandi; perché la Gran Bretagna ha mantenuto, pur modificandole, gran parte delle sue posizioni mediterranee. Saldamente ancorata attorno al canale di Suez, con possibilità di aumenti territoriali a occidente a spese delle colonie italiane, e comunque non disposta a lasciar sfuggire queste ultime alla sua influenza, la Gran Bretagna vede ora più che mai nel Mediterraneo la via di comunicazione fondamentale del suo impero, che va raccogliendosi intorno ai territorî dell'Africa Orientale dopo il forzato abbandono delle posizioni nell'Oceano Indiano, seguito all'evacuazione dell'India. Tuttavia, nell'estremo Mediterraneo orientale la Gran Bretagna sta perdendo terreno di fronte all'incalzare degli Stati Uniti, i cui interessi si volgono in modo particolare ai grandi giacimenti petroliferi del vicino Oriente e agli oleodotti che ne trasportano i prodotti sino alla costa palestinese. Mentre dal canto suo la Russia, insoddisfatta nelle sue secolari aspirazioni verso il mare caldo, preme con tutte le forze del blocco da lei costituito, sia nel tradizionale settore dei Dardanelli, sia sulla Grecia mediante l'azione dei partigiani di Markos, e tende a stabilire un punto di penetrazione più a sud con l'aperto appoggio concesso allo stato ebraico costituitosi in Palestina. Sotto l'azione convergente di queste grandi forze mondiali - Gran Bretagna, Stati Uniti, URSS - il "sistema" mediterraneo costruito dalle minori potenze prima della guerra è rimasto schiacciato. E con esso fu posta in crisi anche la posizione mediterranea dell'Italia. La rinuncia ai titoli di possesso sulla Libia e ai privilegi tunisini, il disarmo di Pantelleria, la perdita del Dodecaneso hanno sanzionato questa diminuita importanza dell'Italia nel settore mediterraneo. Anche i segni di miglioramento che nella situazione internazionale si delineano - quali la riammissione nella Commissione internazionale di controllo di Tangeri e la probabilità di una concessione all'Italia in amministrazione fiduciaria di parte almeno della Libia - sono l'indice dell'inserimento dell'Italia nel giuoco della politica internazionale piuttosto che la ripresa di una politica autonoma. Ma il mirabile risorgimento dell'Italia dopo gli ultimi disastri dimostra che uno stabile ordine non potrà costruirsi senza il suo efficace concorso.
Il Mediterraneo durante la seconda Guerra mondiale. - Per l'importanza del Mediterraneo durante la seconda Guerra mondiale e la condotta strategica della guerra ad opera di Inglesi e Italiani, v. guerra mondiale, in questa seconda Appendice, vol. I, pp. 1140-1143; vedi inoltre le voci dedicate ai principali scontri navali: matapan; spada; stilo; teulada; e la voce malta.
Bibl.: A. Siegfried, Vue générale de la Méditerranée, Parigi 1943; J. Darcy, Histoire de la geurre 1939-45, Parigi 1946; R. Bernotti, La guerra sui mari nel conflitto mondiale, I, 1939-41, Livorno 1947.