Filosofo e uomo politico (Leognano, Teramo, 1744 - Teramo 1835). Scolaro del Genovesi a Napoli, seguace di Locke e Condillac, acquistò fama con le sue opere giuridiche ed economiche (Riflessioni sulla vendita dei feudi, 1790; Ricerche sul vero carattere della giurisprudenza romana e de' suoi cultori, 1791; Memoria sulla libertà del commercio, 1797), piuttosto che con quelle di carattere filosofico (Saggio filosofico sul matrimonio, 1774; Indizi di morale, 1775, la cui pubblicazione fu impedita dalle autorità). Durante la rivoluzione napoletana del 1799 fu destinato al governo dei due dipartimenti d'Abruzzo; dopo una parentesi di esilio a San Marino, di cui scrisse la storia (Memorie storiche della repubblica di San Marino, 1804), si dedicò quasi unicamente a incombenze amministrative. Dal 1823 si ritirò a Teramo. Sua opera più importante i Pensieri sulla storia e sull'incertezza e inutilità della medesima (1806), in cui egli, ardente assertore dell'indefinita perfettibilità dell'uomo, porta alle ultime conseguenze l'antistoricismo illuministico del Settecento.