MELITONE (Μελίτων) di Sardi
Vescovo di questa città, secondo Eusebio, al quale (Hist. eccl., IV, lviv) dobbiamo la maggior parte delle notizie intorno a lui e ai suoi scritti. Visse nel secolo II, e presentò a Marco Aurelio un'Apologia del cristianesimo, in cui faceva notare che questo era sorto insieme con l'impero di Augusto, e che, tra tutti gl'imperatori, soli Nerone e Domiziano erano stati persecutori. Eusebio ci dà anche i titoli di altre opere, di cui una sulla Pasqua nella quale sembra che M. difendesse la maniera tradizionale in Asia di fissarne la data; una intorno al battesimo, una sull'incarnazione di Cristo, ecc. Eusebio cita anche il canone biblico (dell'Antico Testamento) di M., che esclude i libri deuterocanonici. Di questi scritti non restano che scarsi frammenti.
Un'apologia siriaca, che va sotto il nome di M., fu pubblicata nel 1855 da W. Cureton con traduzione inglese, e da E. Renan, con traduzione latina; ma non vi si trovano i passi citati da Eusebio e anche per altre ragioni è da ritenere spuria. Lo stesso si dica per altri testi; al titolo di un'opera indicata da Eusebio corrisponde quello d'una Clavis latina, dizionario dei sensi allegorici della Bibbia, ordinato per materia, pubblicata da J.-B. Pitra nel 1855 (Spirilegium solesmense, II); ma si tratta d'uno scritto medievale. Anche una recensione dell'apocrifo De transitu beatae Mariae, come una Passio S. Joannis evangelistae e una catena sull'Apocalisse portano, a torto, il nome di M. La sua opera è stata conosciuta e utilizzata in Occidente da Tertulliano, non si sa in quale misura.
Bibl. e Ediz.: Testi in J. C. Th. Otto, Corpus apolog. christ., IX, Jena 1872, pp. 374 segg. e 497 segg.; per il libro sul battesimo, A. v. Harnack, in Texte und Untersuchungen, XLV, p. 421 segg.; O. Bardenhewer, Gesch. d. altkirchl. Literatur, I, Friburgo in B. 1913, p. 546 segg.; F. Haase, in Texte und Untersuchungen, XXXXIV, 4, Lipsia 1909, p. 67 segg.; O. Rottmanner, in Theol. Quartalschrift, LXXVIII (1896), p. 614 segg.