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MENÉNDEZ y PELAYO, Marcelino

di Salvatore Battaglia - Enciclopedia Italiana (1934)
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MENÉNDEZ y PELAYO, Marcelino

Salvatore Battaglia

Critico spagnolo, nato il 3 novembre 1856 a Santander, dove morì il 19 maggio 1912. Studiò all'università di Barcellona, dove ebbe a maestro M. Milá y Fontanals, e continuò in quella di Madrid, dove nel 1878 successe nell'insegnamento di letteratura spagnola a J. Amador de los Ríos. Nel 1881 entrò nell'Academia española e l'anno seguente in quella della Historia, di cui nel 1892 divenne bibliotecario e nel 1910 direttore. Nel 1898 ebbe l'incarico di dirigere la Biblioteca nazionale. Dal 1893 al 1895 fu rappresentante al senato dell'università di Oviedo, e dal 1899 in poi dell'Academia española: appartenne sempre al partito consenvatore. Lasciò a Santander la sua biblioteca, ricca di volumi, di codici e di suoi manoscritti.

Nella sua feconda e geniale attività il M. y P. investì l'intera vita culturale della Spagna, dalle più lontane origini fino al più recente passato. Ricostruì periodi letterarî che sembravano oscuri, rivalutò correnti di pensiero che parevano disorganiche e povere, sentì e ritrovò nella storia intellettuale del suo paese una profonda e ininterrotta tradizione. Per il primo trasportava nell'ambito della cultura europea gli aspetti e i problemi particolari della storia letteraria spagnola, intesa anche questa entro orizzonti più estesi, come storia di una civiltà che si è tradotta in opere di poesia, di pensiero, di scienza, d'erudizione. Dove intravedeva un palpito lirico, un fremito spirituale, un'aspirazione intellettuale, il M. y P. ne rifaceva la storia, ne ricostruiva l'ambiente, ne rintracciava le fonti non soltanto libresche ma anche vive e contemporanee, ne integrava, con lunga pazienza e con vigore d'intuizione, i trapassi, i frammenti, gli sviluppi quasi sempre in funzione di sintesi storiche d'ampio respiro e di ricca documentazione. Da una piccola ricerca d'archivio o da uno spunto polemico egli risaliva a opere di carattere più generale, sicché mai la sua erudizione si esauriva in sé stessa. I suoi lavori si estendono con uno sviluppo ciclico: la Ciencia española (1876; ediz. completa 1887-88, voll. 3) e la Historia de los heterodoxos españoles (1880-1882; nuova ed., 1911-1918, voll. 3), entrambe iniziate per confutare l'opinione tradizionale che negava al pensiero spagnolo interessi propriamente filosofici, esploravano zone culturali eterogenee e marginali, rimaste fin allora ignote o misconosciute; la Historia de las ideas estéticas en España (1883-1891, voll. 5; nuova ediz., 1896-1912, voll. 9), concepita con limiti più netti e più organici, seguiva attraverso la traccia del pensiero estetico lo sviluppo intellettuale in Spagna e in Europa: primo grande tentativo del genere, condotto con solida preparazione e con estrema chiarezza, e anch'esso risoltosi nella rivalutazione di opere e di movimenti trascurati o incompresi. Con questi principî, che oscillavano fra intenzioni espositive ed esigenze di sintesi, il M. y P. conduceva una sistematica esplorazione della letteratura di lingua e di civiltà spagnola; e nella critica più propriamente artistica il M. y P. trovò un campo d'attività più congeniale al suo temperamento che non fosse il dominio puramente speculativo, al quale egli non seppe mai partecipare profondamente. Nell'Antologia de poetas liricos castellanos (dalle origini fino al Boscán, 1890-1908, voll. 13), la critica non sta in funzione di semplice commento ai testi, ma questi sono sentiti come concreta documentazione (e l'opera storica costituì, immutata, una grande Historia de ta poesia castellana en la edad media, 1911-1916, voll. 3); nell'Antolagía de poetas hispano-americanos (1892-1895, voll. 4; edita poi come Historia de la poesía hispano-americana, 1911-1913, voll. 2), egli tracciava la prima rassegna completa, e tuttora insostituita, della letteratura dell'America spagnola dal periodo coloniale alla vita contemporanea, intesa nei suoi particolari aspetti e inserita nella cultura più generale; negli Orígenes de la novela (1905-1910, voll. 3; il IV vol., postumo, 1915) ricercava le fonti, ordinava e interpretava i testi dell'arte narrativa spagnola anteriore al Cervantes. Sono opere di natura inizialmente erudita; ma al disopra delle ricerche particolari vi si ricompone la conoscenza del passato nel suo rigoroso sviluppo storico. Il M. y P. rimase fedele a questa duplice posizione mentale, che non sempre riuscì a fondersi, attento com'era al documento, all'indagine d'archivio, alla rassegna bibliografica (dall'Horacio en España, 1877; 1885, voll. 2; alla laboriosa Bibliografía hispano-latina clásica, di cui apparve il primo volume nel 1902, fino a Cicerone), ma pronto, d'altra parte, a risalire, nel suo equilibrio spirituale di natura squisitamente umanistica, alla visione più largamente storica, sia di grandi periodi, sia di forti personalità intellettuali: dalle larghe introduzioni alla sua monumentale edizione delle Obras de Lope de Vega (1890-1902, voll. 13) fino alle numerose monografie (raccolte nelle cinque serie degli Estudios de crítica literaria, 1892-1908), il M. y P. ripercorse il pensiero e la poesia spagnola da Cervantes a Pérez Galdós, da Calderón al Quintana, da Lullo a Milá y Fontanals. Forse nel prevalere dei motivi storico-culturali, l'opera del M. y P. si svolge spesso in un piano piuttosto espositivo e contenutistico, sicché non sempre vi si discrimina l'essenziale dall'episodico, né la realtà più propriamente estetica vi trova sempre il giusto rilievo.

Bibl.: Homenaje a M. y P. en el añozo de su profesorado, Madrid 1899, voll. 2; A. Bonilla y San Martin, M. M. y P., nel IV vol. degli Orígenes de la novela di M. y P., Madrid 1915, pp. 1-148; A. Farinelli, M. M. y P., in Ensayos y discursos, I, Roma 1925, pp. 173-244.

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