MERIDA
MÉRIDA (lat. Emerita Augusta)
Città della Spagna occidentale, situata nell'Estremadura, nella prov. di Badajoz, sulla riva destra del fiume Guadiana alla confluenza del rio Albarregas.Con il nome di Emerita Augusta, M. fu capitale della provincia romana di Lusitania; dell'importanza acquisita dalla città in quest'epoca restano significative testimonianze nei monumenti che il centro ancora oggi conserva (ponte, acquedotti, teatro, anfiteatro, circo).Sede dell'omonima diocesi metropolitana, la città ebbe un ruolo guida in tutta la penisola iberica fino a quando, a partire dalla seconda metà del sec. 6°, si andò progressivamente imponendo Toledo, come centro di potere del regno visigoto. A M., città autonoma e fiorente, abitata da popolazione indigena di ceppo latino, da Goti, ebrei e comunità straniere, vennero comunque gettate le basi dell'arte ispano-visigota, soprattutto sotto l'influsso bizantino.L'anonimo testo delle Vitas sanctorum patrum Emeritensium, dei primi del sec. 7°, costituisce un'eccezionale testimonianza di tale periodo, non solo perché riferisce degli ampi rapporti commerciali e culturali avuti da M. nel Mediterraneo, ma anche perché attesta, con i due importanti vescovi cattolici Paolo (530-560) e suo nipote Fedele (560-571), la presenza ai vertici ecclesiastici e sociali di due greci. Il secondo di questi vescovi dispose la ricostruzione in forme monumentali, all'estremità nord della città, della memoria, già cantata da Prudenzio (Peristéphanon, III, vv. 186-200), di s. Eulalia, la martire più venerata di Spagna, uccisa sotto Diocleziano.Durante le recenti indagini condotte sul complesso romanico-gotico, eretto dopo la Reconquista (1230), sono tornati alla luce resti consistenti dell'edificio voluto da Fedele, tali da consentire un'ipotesi ricostruttiva dell'aspetto originario. Doveva trattarsi di una basilica a tre navate provvista di uno pseudotransetto e di una terminazione tripartita con absidi semicircolari. Essa si innalzava su un'area cimiteriale di epoca paleocristiana, caratterizzata dalla presenza di un mausoleo privilegiato. Il culto per s. Eulalia e la relativa natura di meta di pellegrinaggio assunta dal luogo raggiunsero una dimensione tale che il vescovo Masona (571/573-606) fece costruire uno xenodochio, anch'esso localizzato a livello archeologico. Di conseguenza, tutti gli altri edifici religiosi dell'epoca preislamica di cui si ha testimonianza, compresa la cattedrale, persero d'importanza.Malgrado gli altri luoghi di culto non siano più neppure identificabili nell'assetto moderno della città, M. conserva la più ampia collezione di pezzi erratici di scultura architettonica e liturgica in pietra che sia dato rinvenire in Spagna: una produzione fiorita quasi all'improvviso nella seconda metà del sec. 6°, dopo un lungo periodo caratterizzato, dal punto di vista artistico, da un'estrema povertà, e che dovette svolgere un ruolo determinante nella formazione dell'arte visigota del 7° secolo. Evidenti influssi orientali si esplicano nella decorazione di pilastri monolitici, imposte di archi, rilievi con nicchie a conchiglia e, soprattutto, in una lastra con uccelli inseriti in un motivo a graticcio (Mus. Arqueológico), che ricorda molto da vicino gli amboni ravennati del 6° secolo. Il fatto che soluzioni orientali, riconosciute come esemplari, abbiano inciso anche sull'architettura appare probabile; ciò, tuttavia, può essere ipotizzato solo indirettamente per edifici in pietra da taglio e a volta realizzati in età visigota nelle aree rurali circostanti.Nei pressi di M. è il sito di El Turuñuelo (Medellín), dove la tomba di una nobile sicuramente di stirpe visigota, abbigliata quasi completamente secondo l'uso bizantino, ha restituito una spilla in oro d'importazione con un'Adorazione dei Magi corredata da un'iscrizione in greco (Madrid, Mus. Arqueológico Nac.).Dopo la conquista islamica (713) il numero degli edifici di culto cristiano venne ridotto notevolmente e scarse sono le notizie relative alla vita culturale e religiosa dei mozarabi di Mérida. Ai disordini che erano scoppiati, il potere centrale, insediato a Córdova, reagì con la distruzione della cinta difensiva della città e con la costruzione dell'Alcazaba. Quest'impianto di fortificazione del ponte, in corrispondenza dell'accesso alla città, sorse, stando a quanto riporta un'iscrizione, nel 220 a.E./835 sotto l'emiro 'Abd al-Raḥmān II. La stessa testa del ponte era difesa da una struttura quadrilatera in muratura e, a contatto con questa, un'area quadrangolare analoga (lato di m 130 ca.) venne chiusa da mura rafforzate da torri e realizzate a secco con materiale di reimpiego. La cisterna (aljibe) presenta blocchi in marmo con decorazioni di epoca romana e, insieme, visigota. La rampa di accesso al vano con l'acqua affiorante è coperta da lastre di pietra, analogamente all'architettura tardoantica dello Ḥawrān siriano.La Reconquista non restituì l'antica importanza a M., che dipendeva ormai dall'arcidiocesi di Santiago de Compostela; in un angolo dell'Alcazaba venne installato, con il nome di Conventual, un quartier generale dell'Ordine dei Cavalieri di Santiago. Oltre alla già citata ricostruzione della chiesa di S. Eulalia, occorre menzionare la fabbrica gotica della chiesa di Santa Maria la Mayor, probabilmente succeduta all'antica cattedrale.
Bibl.:
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