Figlio di Messalla Corvino, fu console nel 3 a. C., vinse nel 9 d. C. il dalmata Batone e ottenne gli ornamenti trionfali. A lui (o al padre) fu dedicato il poemetto pseudo-virgiliano Ciris; la più lunga elegia di Tibullo (II, 5) è scritta per la sua elezione fra i quindecimviri custodi dei libri sibillini.