AIGUANI (De Ayguanis), Michele (Michele da Bologna, detto il "doctor incognitus")
(Michele da Bologna, detto il "doctor incognitus") Bolognese, figlio di Stefano e di Giacoma Sereni, nato intorno al 1320, entrò tra i carmelitani, forse oblato dai genitori insieme con il fratello Bernardo; compì gli studi teologici a Parigi, conseguendo nel 1364-65 il magistero. Tornato a Bologna, fu incorporato nella facoltà teologica sortavi da poco: risulta tra i "magistri" negli anni 1370, 1371, 1374, 1378, 1380. Definitore della provincia bolognese nel 1372, nei capitoli generali di Le Puy-en-Velais del 1375 e di Bruges del 1379 fu nominato provinciale della stessa provincia; nella crisi dello scisma occidentale, contrariamente al priore generale, Bernardo Oller, che seguì le parti di Clemente VII, l'A. si mantenne fedele al pontefice romano, Urbano VI, che lo creò, il 19 apr. 1380, vicario generale dell'Ordine. Nel capitolo di Verona (Pentecoste del 1381) fu proclamato priore generale.
Recatosi in Inghilterra per visitare quella provincia, fu a Norwich nel gennaio 1384; nel 1385 si recò in Germania, venendo riconfermato priore generale nel capitolo di Bamberga. Nel 1386, forse perché aveva aderito a fazioni cardinalizie ostili ad Urbano VI, l'A. fu deposto dalla sua carica: ne esprimeva rammarico nella voce Atrium del suo Dictionarium sacrum, in cui paragonava se stesso al biblico Mardocheo reso inviso al re dai novelli Aman, che "hodie sunt in atrio Ecclesiae". Creato nuovamente vicario generale per la provincia bolognese nel 1395 da Bonifazio IX, morì il 16 nov. 1400; fu sepolto nel monastero di S. Martino Maggiore, a Bologna.
Dal 1344 al 1400 l'A. attese ininterrottamente alla stesura delle sue opere teologiche, in gran parte inedite. Scrisse una Lectura Sententiarum, edita a Milano la prima volta nel 1510; il Tractatus Concepcionis gloriosae Virginis Mariae, inedito; Lectura super Psalterio, edita, adespota, nel 1524 a cura di Giovanni Rodriguez de Fonseca; poi nel 1580-81 a Lione e successivamente sino al 1673, in numerose altre edizioni; Lectura super Michaea propheta, medita; Expositio evangelii S. Matthaei, medita; trattati di commento ai Vangeli, alle lettere degli Apostoli e all'Apocalisse (non rintracciabile quest'ultimo nè presso i biografi nè nei manoscritti, è ricordato soltanto dall'A. stesso nell'esposizione del Salmo LXXVII); il Dictionarium sacrum, già ricordato, che giunge alla lettera C (sino a custodire)inedito, eccetto 12 voci edite in Analecta Ord. Carm., VII (1930-31), pp. 260-278, VIII (1932-36), pp. 65-84, ed un Alphabetum, simile al precedente, inedito anch'esso. Scrisse inoltre opere minori di commento alle Sentenze, al Decretum Gratiani, all'Ethica Nicomachaea e Sermones vari. Sua è anche la Informatio cuiuslibet peccatoris confiteri volentis, indicata tra le dubbie da Xiberta. In filosofia l'A. rivela un indirizzo dottrinale tra il volontaristico ed il seminominalista; in teologia suole essere aderente alla più sana tradizione con una particolare propensione alle trattazioni di carattere morale.
Fonti: Notizie biografiche e bibliografiche esaurienti sono contenute nella monografia all'A, dedicata da B. M. Xiberta, in De Scriptoribus scholasticis saec. XIV ex ordine Carmelitarum, Louvain 1931, pp. 324-393.