CURIA, Michele
Padre del più famoso pittore Francesco: il suo nome, che compare frequentemente nelle carte d'archivio per più di un quarantennio, dal 1551 al 1594, è stato recuperato da Gaetano Filangieri (1888). Dalla quantità delle opere commissionategli a Napoli (1551: "cona" per la cappella Scannasorice in S. Aniello Maggiore; 1557: "cona" per la cappella del barone di Latronico in S. Lorenzo Maggiore, in collaborazione con un altro pittore, Cesare Turco; 1572: "cona" per la cappella Nasturso a Montecalvario) e ancora in provincia - a Torella dei Lombardi (1573), a Maratea (1578), a Pozzuoli (1579), a Cerreto Sannita (1588), a Giffoni (1590 e 1594) ed in altre località del Salernitano - il C. appare come una figura di primo piano nel panorama pittorico napoletano del tempo.
L'unico tentativo di identificarne la fisionomia artistica, attribuendogli un gruppo di opere anonime, si deve al Previtali (1972; 1978) seguito dalla Di Dario Guida (1976), e da Leone de Castris (1983). L'identificazione si basa sul fatto che nella chiesa di Montecalvario (per la quale il C. aveva dipinto nel 1572 una pala con Vergine e santi) esiste ancora oggi un grande dipinto raffigurante la Madonna del Rosario e il Giudizio universale al quale appare essersi ampiamente ispirato il figlio Francesco agli inizi della propria attività di pittore, avvenuta presumibilmente all'ombra del padre.
Ma a vanificare questa ipotesi, pur basata su indizi consistenti, sta il fatto che il "Maestro di Montecalvario", come veniva chiamato il pittore della Madonna del Rosario, è più verosimilmente identificabile, per precisi riscontri stilistici e tipologici (Strinati, 1978; Abbate, 1979; Sgarbi, 1980) con il veneto-lombardo Giovanni De Mio.
Fonti e Bibl.: G. Filangieri, Doc. per la storia, le arti e le industrie delle provincie napoletgne, IV, Napoli 1888, pp. 454 s.; V, ibid. 1891, pp. 153 s.; G. B. D'Addosio, Doc. ined. di artisti nap. del XVI e XVII sec., in Arch. stor. per le prov. nap., XXXVII (1912), p. 56; XXXVIII (1913), pp. 56 s.; G. Ceci, in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon VIII, Leipzig 1913, p. 205; F. Abbate-G. Previtali, La pittura napoletana del '500, in Storia di Napoli, V, 2, Napoli s. d. [ma 1972], pp. 893 s.; M. P. Di Dario Guida, Arte in Calabria (catal.), Cava dei Tirreni-Napoli 1978, ad Indicem; C. Strinati, La cattedrale di Matera nel Medioevo e nel Rinascimento, Venezia 1978; G. Previtali, La pitt. del Cinquecento a Napoli e nel Vicereame, Torino 1978, pp. 64-67, 83, 86 s.; F. Abbate, Pittura e scultura tra Riforma e Controriforma, in La Voce della Campania, 30 sett. 1979, p. 347; V. Sgarbi, Palladio e la maniera (catal.), Venezia 1980, p. 12; P. L. Leone de Castris, Avvioa Francesco Curia disegnatore, in Prospettiva, 1984, n. 39.