MANZOLO, Michele
Nacque a Parma nel 1420 (il registro fiscale di Treviso del 1480 lo dice "annorum LX": Contò, 1999, p. 53), figlio di Taddeo da Parma. Il nome di famiglia era Manzolo o anche Manzolino, ma i documenti che lo riguardano lo identificano sovente con il soprannome di "Surdus".
La sua attività professionale prevalente fu quella di fabbricante di carta (in molti documenti che lo riguardano appare come "Michael Manzoli chartarius de Parma") e la sua azienda dovette essere di notevole importanza perché risulta titolare di almeno due cartiere. Il principale centro della sua attività sembra essere stato a Treviso, dove era proprietario di una cartiera nel sobborgo di Cella, lungo il corso del fiume Giavera, tradizionale collocazione delle industrie cartarie locali. Nel 1459 conduceva una cartiera a Vicenza, sulla riva del Bacchiglione "prope pontem burgi S. Petri" che era ancora in suo possesso nel 1482.
Nell'ultimo trentennio del Quattrocento l'ambiente dell'industria cartaria appariva fortemente connesso con quello della nascente industria tipografica e sono frequenti i casi nei quali i produttori di carta sono presenti come soci o finanziatori in atti relativi alla stampa di libri. Gli imprenditori della produzione cartaria così diventavano spesso imprenditori di quella libraria ed era d'altronde la logica conseguenza della stretta connessione che si era necessariamente creata tra due produzioni "di serie" delle quali l'una, l'industria cartaria con un necessario forte incremento produttivo, forniva la materia principale all'attività della seconda.
Non si sottrasse a questa logica l'imprenditore cartario M., che nel 1475 organizzò a Treviso una sua tipografia affidandone presumibilmente la conduzione a maestranze d'Oltralpe; la data più alta connessa con il M. è quella dell'edizione delle Super logicam Pauli Veneti expositio et quaestiones di Domenico Bianchelli del 10 apr. 1476 (Indice generale degli incunaboli [=IGI], 1749), non sottoscritta, ma con l'indicazione del luogo di stampa (Treviso) e stampata con i suoi caratteri, anche se probabilmente la sua prima edizione fu la terza parte della Summa theologiae di Tommaso d'Aquino, sottoscritta e datata 1476 (IGI, 9600).
Nello stesso tempo il M. appare interessato ad allargare la sua attività editoriale anche a Vicenza, dove il 31 ott. 1477 un cittadino vicentino, Bartolomeo Pagello, diede procura a Barnaba Piccardo per stipulare con lui un contratto di società per la stampa di libri. A Vicenza il M. entrò anche in rapporto con lo stampatore di Colonia Hermann Liechtenstein, che vi conduceva una tipografia dal 1475, inducendolo a estendere anche a Treviso la sua attività professionale. È infatti del 2 apr. 1477 la sottoscrizione della Orthographia di Giovanni Tortelli (IGI, 9683) stampata a Treviso per il M. da Liechtenstein che però non dovette trasferire del tutto la sua tipografia perché dei tre volumi sottoscritti con data completa nel 1477, oltre l'Orthographia, risultano stampate a Vicenza le Quaestiones super XII libros Metaphysicae di Antonius Andreas del 12 maggio (IGI, 470) e a Treviso le Comoediae di Terenzio del 18 settembre (IGI, 9428).
Considerato che l'Orthographia era stata stampata "in casa" (ossia "in locali di proprietà") del M. e che esistono varianti dell'edizione che recano alternativamente la sottoscrizione del solo M. ovvero quella del solo Liechtenstein, non è difficile supporre, anche alla luce dei successivi rapporti tra i due, che fosse in atto fra loro una qualche forma di collaborazione o associazione, sia pure temporanea, considerato che le uniche edizioni stampate da Liechtenstein a Treviso risultano essere state quelle del 1477 e che nell'anno seguente il M. tornò a sottoscrivere da solo le proprie edizioni.
La sua produzione tipografica, abbastanza modesta nei primi tre anni di attività, ebbe un notevole incremento nel 1479 e un'evidente impennata nel 1480: in quei due anni stampò complessivamente almeno 23 edizioni ed è ipotizzabile che tale favorevole congiuntura aziendale debba essere attribuita alla crisi che proprio nello stesso periodo aveva colpito l'editoria veneziana. Fra le pubblicazioni di quegli anni si segnalano il Rationale divinorum officiorum di Guillaume Durand (IGI, 3628), curato da G.L. Toscani, ben tre edizioni del volgarizzamento dei Sermones quadragesimales di Roberto Caracciolo (IGI, 2486, 2487, 2490) e tre edizioni di classici: i Commentarii di Cesare (IGI, 2325), un volgarizzamento delle Satyrae di Giovenale (IGI, 5605) e le Historiae Romanae decades di Tito Livio (IGI, 5775). Nel 1481 il M. - che sottoscrisse a Treviso solo un modesto opuscolo, il Fiore novello estratto dalla Bibbia (IGI, 3923) - sembra orientarsi a trasferire, o anche solo a estendere, la sua attività editoriale a Venezia. Nell'ottobre 1481, e poi nel gennaio 1482, tramite Liechtenstein prese contatti con la più importante azienda tipografica veneziana (Giovanni da Colonia, Nicolas Jenson & soci) e pubblicò almeno un'edizione - gli Opera di Prisciano (IGI, 8051) - sottoscritta "Impressum Veneciis impensis magistri Michaelis Manzolini de Parma. Anno Domini M.CCCC.LXXXI die. XV. mensis Decembris".
Sono forse da attribuire alla sua attività veneziana anche l'Aggregator di Iacopo Dondi Dall'Orologio (IGI, 3571) e il Libro della regina Ancroia (IGI, 454) stampati a Venezia con i suoi caratteri rispettivamente il 23 maggio 1481 e il 22 genn. 1482, ma non sottoscritti. Nel 1482 il centro della sua attività editoriale tornò a Treviso dove sottoscrisse tre edizioni tra il 28 febbraio e il 21 maggio quando stampò le Epistolae et Evangelia in italiano (Accurti), che appare essere la sua ultima pubblicazione conosciuta.
Il M. pubblicò nel corso di sette anni di attività non meno di 37 edizioni, due terzi delle quali concentrate nel biennio 1479-80; il suo indirizzo editoriale appare decisamente rivolto verso opere di carattere religioso, circa i due terzi dell'intera produzione. Tuttavia il catalogo del M. mostra anche un certo interesse per i classici, presenti con sei titoli, nonché per i commenti ai classici e per le pubblicazioni di carattere grammaticale; quasi completamente assenti sono al contrario i grandi autori in volgare - vi appare solo l'Ameto di G. Boccaccio (IGI, 1764) - e i trattati scientifici, rappresentati unicamente dall'Aggregator. Nelle sue edizioni sono stati usati quattro caratteri gotici e due romani (e in piccole quantità anche due greci), tutti di disegno non particolarmente originale, presumibilmente acquistati sul mercato veneziano, in quegli anni già abbastanza fiorente per la produzione e il commercio di materiali tipografici.
Non si conosce la data della morte del M., ma la cessazione dell'attività della tipografia nel maggio 1482 e la circostanza che nello stesso anno il figlio Giuliano lo avesse sostituito nella conduzione della cartiera di Vicenza possono far porre la sua morte in quell'anno o nel seguente.
Fonti e Bibl.: D.M. Federici, Memorie trevigiane sulla tipografia del secolo XV…, Venezia 1805, pp. 68-83; P. Arnauldet, Documents relatifs à l'histoire des imprimeurs de Trévise, qui ont également exercé leur profession à Trévise Vicence, Padoue et surtout à Venise, in Bulletin de la Société nationale des antiquaires de France, s. 6, VIII (1897), pp. 335-358; A. Serena, La cultura umanistica a Treviso nel secolo decimoquinto, Venezia 1912, pp. 144 s.; T. Accurti, Aliae editiones saeculi XV pleraeque nondum descriptae, Florentiae 1936, n. 60; G. Mantese, Le origini della stampa a Vicenza, in 1474. Le origini della stampa a Vicenza: 1474 (catal.), Vicenza 1975, pp. 43-46; D.E. Rhodes, La stampa a Treviso nel sec. XV, Treviso 1983, pp. 35-43; P. Scapecchi, Note sulla tipografia trevisana del sec. XV, in Studi trevisani, II (1985), pp. 21-23; A. Contò, Notes on the history of printing in Treviso in the 15th century, in The Italian book 1465-1800. Studies presented to Dennis E. Rhodes on his 70th birthday, a cura di D.V. Reidy, London 1993, pp. 21-29; Id., Accuratissime impressum Tarvisii, in L'oggetto libro '99, Milano 1999, pp. 44-53; Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d'Italia, ad indicem.