microcontrollore
Circuito integrato a microprocessore completo, progettato in modo specifico per la realizzazione di apparecchiature di controllo in modo tale da risultare funzionalmente autosufficiente e a basso costo. La CPU (Central processing unit) di un microcontrollore effettua le operazioni comunemente svolte da un microprocessore general purpose. Rispetto a un semplice microprocessore, destinato a svolgere funzioni di tipo più generale, presenta maggiori possibilità di impiego sia per quanto riguarda la gestione delle linee di ingresso e di uscita (con porte sia analogiche sia digitali), sia per quanto riguarda la gestione dei bus esterni (come I2C, SPI, CAN). Infatti esso incorpora su singolo chip, oltre all’unità centrale, un insieme di dispositivi ausiliari per l’interfacciamento con altri dispositivi a microprocessore o, più in generale, con l’ambiente esterno. Tra i dispositivi di interfaccia usati come canali di comunicazione generalmente vi sono una serie di dispositivi di uscita (PWM, HSO) e di ingresso (HSI, A/D), un sistema di input-output (HSI-HSO) ad alta velocità e multipurpose. I microcontrollori presentano una capacità di calcolo molto limitata e possono essere programmati da un programma direttamente inserito nell’hardware e a esso legato per tutto il suo ciclo di vita (detto per questo firmware, così da distinguerlo dal software in senso stretto, che risulta invece indipendente dal sistema in cui viene implementato). Le loro applicazioni tipiche vanno dalla gestione dei cicli di controllo all’elaborazione dei segnali. Essi possono essere pertanto impiegati nei modem, nei lettori video e nei televisori, nel controllo di motori per stampanti e fotocopiatrici, nei sistemi di frenatura antibloccaggio (ABS), nei disk drive e nella strumentazione biomedicale, e in generale nella gran parte dei cosiddetti sistemi embedded, oggi sempre più diffusi.