Letterato ungherese (Szekszárd 1883 - Budapest 1941). Collaboratore, più tardi direttore, della rivista Nyugat (Occidente), B. è la personalità centrale, il maggiore lirico e l'indiscussa autorità critica del periodo letterario tra le due guerre mondiali. La sua lirica, ricca di preziosità, di virtuosismi, ha i suoi titoli migliori in Levelek Irisz koszorújából ("Foglie della ghirlanda di Iris", 1909), Recitativ ("Recitativa", 1916), A nyugtalanság völgye ("La valle dell'inquietudine", 1920), Sziget és tenger ("Isola e mare", 1925), Az istenek halnak, az ember él ("Gli dei muoiono, l'uomo vive", 1929), Összes versei ("Tutte le poesie", 1942). Nella sua narrativa primeggia il romanzo Halál fiai ("Figli della morte", 1927). Fra le sue traduzioni è famosa quella della Divina Commedia in terzine (1913-1923), e tra gli scritti di critica Az europai irodalon története ("Storia della letteratura europea", 1937).