BABITS (pron. bòbič), Mihály (Michele)
Poeta ungherese, nato il 26 novembre 1883 a Szegszárd. Si laureò in filologia classica e filosofia e insegnò in varie città della provincia, finché nel 1917 passò a Budapest e, abbandonato l'insegnamemo, si diede completamente alla letteratura. È considerato il miglior poeta vivente dell'Ungheria. La sua lirica è contrassegnata, quanto allo stile, da una ricerca continua di nuove forme e costruzioni linguistiche, e, quanto al contenuto, dal desiderio d'esprimere tutto ciò che nella vita degli uomini e delle cose fa sentire la grandezza dell'universo. È una lirica d'ispirazione essenzialmente cattolica. Profondo negli studî di filosofia e di matematica e dotato di un'eccezionale fantasia, il B. ama giocare con le singolari forme che innanzi ai suoi occhi di solitario prende la realtà. E gioca volentieri anche con le parole, quasi per tentare fino a quali ultimi limiti possa giungere la potenza espressiva della parola umana.
Le opere di prosa - studî critici e letteratura narrativa - pur conservando la classicità dello stile, mantengono invece un più stretto contatto con la realtà della vita quotidiana. Senza lasciarsi prendere dalle passioni che descrive, il B. investiga anime e situazioni, e vi fa scendere addentro il suo sguardo attento e penetrante, illuminandole con la sua calma e serena forza d'osservazione.
Tradusse molto dall'inglese, dal tedesco, dal francese e dall'italiano, tra l'altro la Divina Commedia (1913-1923); la sua traduzione. fedele all'originale, è ritenuta la più perfetta che abbia l'Ungheria. Dall'Italia sono anche ispirate le sue liriche Recanati, Zrinyi a Venezia, Italia, Pictor Ignotus, La canzone della campagna, Recitativo.
Fra i suoi romanzi vanno menzionati Il califfo della cicogna (1916), una parte del quale ha per sfondo la città di Venezia, Il figlio di Virgilio Timár (1922), Castello di carte (1924), I figli della morte (1928). Fra i volumi di liriche meritano menzione: Foglie della ghirlanda di Iris (1909), Principe, e se verrà anche l'inverno (1911), Valle dell'inquietudine (1920), Isola e mare (1923). Ha pubblicato anche, oltre a parecchi volumi di saggi critici, due volumi di novelle.
Bibl.: A. Schöpflin, Die Ungarische Literatur im 20. Jahrhundert, in Ungarische Jahrbücher, V (1925).