mondo (agg.)
Significa genericamente " puro " ovvero " privo d'impurità ", in senso fisico, in Pg XXVIII 28 Tutte l'acque che son di qua più monde, / parrieno avere in sé mistura alcuna, e nel contesto metaforico di Cv IV V 5 l'albergo dove il celestiale reggi intrare dovea convenia essere mondissimo e purissimo, dove il grado superlativo e l'endiade con ‛ puro ' sono espressione di un'implicazione spirituale (una femmina ottima di tutte l'altre, la quale fosse camera del Figliuolo di Dio).
Con valore figurato, significa la purezza delle anime in Purgatorio liberate dalle note della colpa, come in Pg XI 35 si che, mondi e lievi, / possano uscire a le stellate ruote: l'accoppiamento con lievi evidenzia il rapporto della mondizia dell'anima con il bisogno di ascendere, che si ritrova più esplicito in XXI 58 Tremaci quando alcuna anima monda / sentesi, si che sur'ga o che si mova / per salir sù.
Con traslato insolito significa la sola privazione, in Detto 150 sanz'Amor egli è mondo / d'ogne buona vertute.