Monte della catena del Himālaya (8850 m) quasi all’intersezione tra 28° lat. N e 87° long. E. È il più alto della Terra. Prende nome da G. Everest (1790-1866), britannico, fondatore dell’ufficio trigonometrico e geodetico dell’India. Una spedizione inglese, nel 1921, accolse, perché usato alle falde settentrionali del monte, il nome Chomo Lungma, che però non ebbe fortuna.
La prima spedizione per raggiungere la vetta risale al 1921, quando gli inglesi C.K. Bury, G.L. Mallory, G.H. Bullock ed E.O. Wheeler giunsero fino al Colle Nord (7007 m). Tre anni dopo un’altra spedizione, guidata dal capitano E.F. Norton, pose a 8168 m un campo, dal quale Norton stesso riuscì a raggiungere quota 8500, mentre Mallory e A.C. Irvine partirono per tentare la scalata decisiva. Di loro non si ebbero più notizie e mai si è potuto appurare se avessero raggiunto la cima prima di morire: il corpo di Mallory fu ritrovato il 1° maggio 1999 sotto la cresta di NE, a circa 8230 m di quota. Nel 1950 H.W. Tilmann individuò, attraverso il ghiacciaio Khumbu e il Colle Sud situato alla sommità del ghiacciaio, una nuova via che fu sperimentata nel 1952 da una spedizione svizzera guidata da E. Wyss-Dunant. Da un campo piantato a quota 8400 R. Lambert e la guida nepalese Tenzing Norgay si spinsero fino a 8600 m. Nel 1953 un gruppo di alpinisti inglesi installò a 5050 m un campo, da cui partì una prima cordata con T. Bourdillon e C. Evans, munita di apparecchi respiratori a circuito chiuso, seguita da una seconda cordata con E. Hillary e Tenzing Norgay, con apparecchi a circuito aperto. Da un campo installato a 8600 m Hillary e Tenzing mossero il 29 maggio all’attacco finale, riuscendo a raggiungere la vetta alle 11.30 di quello stesso giorno. Da allora almeno altri 1200 alpinisti sono riusciti a raggiungere la cima dell’Everest. La prima conquista italiana avvenne il 5 maggio 1973, da parte di R. Carrel e M. Minuzzo, mentre l’8 maggio 1978 l’italiano R. Messner e l’austriaco P. Habeler raggiunsero per la prima volta la vetta senza fare uso di respiratori.