MOROSINI
. Famiglia veneziana che ebbe, più d'ogni altra, parte notevole e quasi ininterrotta per secoli nella vita pubblica di Venezia. Due cardinali, numerosi prelati, quattro dogi, ventisei procuratori di San Marco sono testimonianza della grande influenza esercitata da questa famiglia in patria. Si aggiunga l'influenza oltre i confini per i matrimoni di Tomasina con Stefano di Ungheria, che preparò alla sua discendenza la via alla corona reale, e di Costanza, figlia di Michele, con Ladislao di Servia, portata a un'avventurosa vita regale nel regno serviano. La fortuna della sorella e della nipote si rifletté sopra la famiglia: Albertino, fratello della prima e nonno della seconda, uno degli uomini più attivi dell'ultimo scorcio del sec. XIII in patria e fuori, podestà di Treviso nel 1281, di Pisa nel 1284 e come tale caduto prigioniero dei Genovesi, ebbe per il matrimonio della sorella nel 1291 titolo di principe della Morlacchia, di duca di Schiavonia, di conte di Bosnia, di bano della Croazia, esercitando una larga influenza nella politica ungherese, quale consigliere del nipote Andrea per l'acquisto della contestata corona. Ma non è questo soltanto il momento più epico della storia della famiglia. Fin dal tempo degli Orseolo e del doge Tribuno Menio, Giovanni, genero del primo Orseolo, Giorgio, Pietro, Domenico stanno alla testa di una fazione, che combatte per la difesa dello stato, contro i Coloprini. Poi, nel primo cinquantennio del sec. XII, Domenico, che fu doge, e i figli Giovanni e Domenico furono i principali artefici dell'espansione nell'Adriatico e della creazione della giurisdizione del Golfo, lottando contro Pola, Parenzo, in Terrasanta, contro i Normanni, contro Ancona e le città dell'Istria. I Morosini parteciparono attivamente alla quarta crociata con Domenico di Domenico e Sebastiano di Bartolomeo; e Tomaso, monaco camaldolese, fu il primo patriarca latino di Costantinopoli, riconosciuto da Innocenzo III, Giacomo, Ruggero, Marco, Marino, che fu doge, contribuirono alla larga espansione nel Mediterraneo del sec. XIII; Michele, come podestà di Faenza, sostenne per sei mesi l'assedio di Federico II; infine nell'ultimo quarto del secolo Albertino e il figlio Michele, generale nella guerra contro i Padovani, illuminano la gloria e la potenza della casa rendendo segnalati servigi alla patria. Attorno agli astri maggiori, quale Michele (v.), che fu doge per pochi mesi in uno dei momenti più tragici, nel 1381, operarono quelli minori: Andreazzo, capitano dell'armata contro Zara e vincitore degli Ungheresi nel 1336, attivo guerriero, con Andrea di Marino, contro gli Scaligeri nel 1337 e autore della restaurazione carrarese di quell'anno. Forse nel secolo seguente la fortuna dei Morosini sembra impallidire nell'esercizio metodico di attività amministrative, politiche e militari non troppo clamorose, come quella dei predecessori e dei successori, per il sorgere di altri astri. Ma la virtù della stirpe si perpetua e risorge in campi diversi, specie nella seconda metà del sec. XVI con Gian Francesco, diplomatico e cardinale, con Francesco di Pietro, podestà di Feltre nel 1595, di Treviso nel 1599, provveditore di Palma nello stesso anno, capo dei Dieci nel 1606 e nel 1611, capitano delle galeazze contro gli Spagnoli nel 1609 combattendo a Metellino, provveditore a Monfalcone nel 1615, riformatore dello Studio nel 1620, nel 1630, nel 1636, generale in Candia nel 1628, infine procuratore di S. Marco nel 1630; con Andrea (v.), politico, diplomatico e storico.
La storia diventa quasi leggenda con Francesco (v.), il Peloponnesiaco, unico doge dopo Enrico Dandolo, che rivestito di tale dignità capitanasse l'impresa marittima contro i Turchi. La grandezza delle sue gesta contribuì ad offuscare la fama di quegli altri membri della famiglia che cooperarono con lui nella magnanima impresa, Daniele di Andrea, Giuseppe di Marc'Antonio, Taddeo di Francesco, Angelo di Alessandro, Lorenzo di Pietro, e di quelli che vennero dopo di loro. La famiglia è tuttora fiorente.
V. tav. CLXII.
Bibl.: F. Nardi, Tre documenti della famiglia M., Padova 1840; Cicogna, Iscrizioni veneziane, Venezia 1848-53, passim; id., Bibliografia veneziana, Venezia s.a.; Soranzo, Supplemento alla bibliografia veneziana, Venezia s. a.; Capellari, Campidoglio veneto, ms.