Mosca
L’anima della Grande Russia
Mosca è la più vasta e popolosa città dell’Europa orientale e di tutta l’immensa Repubblica di Russia – anzi, un tempo non lontano, di tutta l’Unione Sovietica.
Ha una storia relativamente recente e, fino al Novecento, con luci e ombre; dalla Rivoluzione in poi, invece, non ha avuto rivali come capitale politica, economica e culturale di uno Stato enorme e multietnico, che la città ha avuto il compito di rappresentare. La crisi politica dei decenni scorsi ha duramente colpito i suoi meccanismi, mettendone a nudo le debolezze e la vulnerabilità, ma offrendo anche l’occasione per un’efficace ristrutturazione
Si pensa, generalmente, che il vantaggio iniziale di Mosca sia stato nella sua posizione geografica. In primo luogo, nella regione moscovita convergono per un buon tratto, provenendo dalle varie direzioni, il Volga e alcuni suoi affluenti (tra cui la Moscova, il fiume che bagna la città), e lungo le loro valli si snodavano antiche strade: la regione moscovita, quindi, era ben raggiungibile da tutta l’area russa; ancora oggi, grazie a canali e fiumi navigabili, la città è collegata con tutti i mari che bagnano la Russia.
Mosca, poi, sorge in un bacino pianeggiante, dalle buone capacità agricole e piuttosto centrale rispetto alla Russia europea. Infine, durante il Medioevo una gran parte della regione attorno a Mosca (che formava il Granducato di Moscovia) era coperta da foreste fitte e molto estese, che furono un’ottima difesa nei confronti della popolazione mongola dei Tatari, la cui forza era nella cavalleria, ben poco utile nelle foreste: la regione di Mosca, quindi, rimase abbastanza al riparo dall’invasione tatara (fu però conquistata e distrutta più volte) anche quando quasi tutto il resto della Russia era stato occupato.
Fu proprio in occasione della dominazione tatara che un villaggio che esisteva forse dal 9° secolo nel sito di Mosca prese a svilupparsi: nel 12° secolo venne fortificato, alla metà del 13° diventò la capitale del Granducato e qualche decennio dopo anche sede della massima autorità religiosa della Chiesa ortodossa russa. Ciò non solo diede a Mosca la dignità di capitale religiosa ma anche, dato il sistema orientale, di stampo bizantino, fu di grandissimo rafforzamento per i signori della Moscovia. Sulla fine del Trecento si cominciò a costruire anche la vasta cittadella fortificata triangolare nota con il nome di Cremlino, che poi rimase il cuore della città e, almeno dal punto di vista simbolico, un po’ di tutta la Russia.
Un secolo più tardi la Moscovia si liberava definitivamente dei Tatari e il suo signore Ivan III si proclamava sovrano di Russia: Mosca cominciò a ingrandirsi.
Parlando di città medievali slave, e anche di Mosca, non dobbiamo pensare a qualcosa che somigliasse alle nostre città. Per molto tempo Mosca fu una specie di accampamento permanente formato da grandi tende e da costruzioni in tronchi; perfino le mura della città erano di tronchi d’albero, come nei fortini del Far West! A metà Cinquecento, per esempio, un incendio distrusse quasi tutta la città, proprio perché gli edifici in pietra erano pochi e il fuoco si poté propagare con grande facilità.
Dopo l’indipendenza dai Tatari gli zar decisero di dare alla città un aspetto più nobile e maggiore solidità. Il Cremlino venne cinto da mura vere e proprie per un circuito di due chilometri; all’esterno furono aperte grandi piazze, come quella poi diventata famosa con il nome di piazza Rossa; all’interno, molte costruzioni antiche (come le chiese, ma anche il palazzo degli zar) furono ricostruite in muratura. Gli architetti erano quasi tutti italiani, ben noti in Europa grazie agli splendidi edifici che venivano innalzati nelle nostre città. Mosca diventò una specie di laboratorio in cui si sperimentava una fusione dello stile russo tradizionale con quello rinascimentale italiano; la città ne ricavò un aspetto caratteristico, rimasto poi a riferimento dell’architettura slava.
La ricostruzione e l’ampliamento della capitale proseguirono per decenni, nonostante una grave crisi a metà Seicento. Quando però salì al trono Pietro il Grande (1672), che voleva modernizzare la Russia e renderla occidentale, la capitale fu spostata da Mosca alla nuova città di San Pietroburgo, costruita nell’estremo Ovest russo, presso il Mar Baltico, proprio perché fosse vicina al cuore dell’Europa.
La vecchia capitale, tuttavia, non fu dimenticata: vi sorsero importanti istituzioni culturali già nel Seicento, la prima università russa, molti palazzi pubblici e privati. La città era e rimaneva, poi, importante centro di traffici e, soprattutto, simbolo della tradizione russa, in competizione con San Pietroburgo.
Durante l’invasione napoleonica nel 1812 Mosca subì un duro colpo, ma rafforzò la sua immagine di simbolo fondamentale della nazione russa: per impedire a Napoleone di servirsene come base i Moscoviti incendiarono la città, e così ne resero di fatto inutile la conquista. Napoleone dovette ritirarsi e fu sconfitto, mentre la Russia si confermava grande potenza e Mosca città martire della libertà.
La ricostruzione fu rapida: Mosca diventò un importante centro di elaborazione culturale e artistica, oltre che una città industriale, e alla fine dell’Ottocento aveva superato il milione di abitanti.
Quando nel 1917 scoppiarono le Rivoluzioni russe, conquistata dai rivoltosi Mosca tornò capitale dello Stato. I governi sovietici si sforzarono di conservare alla città la maestosità della capitale, costruendo grandi edifici pubblici (in uno stile, però, molto pesante) e preparando piani urbanistici grandiosi: i quartieri ottocenteschi sono attraversati da una fitta rete di metropolitane e racchiusi da un anello di autostrade, e poi da una cintura di parchi e da una fascia più esterna di residenze e di fabbriche. Furono costruite altre zone residenziali e varie città-;satelliti. Non si può però dire che la città sia diventata più bella.
In tutto questo periodo Mosca continuò a crescere, concentrando un gran numero di attività economiche, di centri di studio e di ricerca, alcuni tra i musei più importanti di tutto il paese e anche molti abitanti: già all’inizio degli anni Venti, infatti, aveva un milione e mezzo di abitanti, raddoppiati prima della Seconda guerra mondiale; oggi l’area urbana della capitale ospita 10.102.000 persone ed è una regione autonoma. Nell’insieme, la popolazione di Mosca è solo il 7% dell’intera popolazione russa: la concentrazione demografica ed economica è molto minore che in tanti altri paesi e ha lasciato spazio allo sviluppo di un buon numero di altre città grandi e medie: la principale, San Pietroburgo, ha poco meno della metà della popolazione moscovita.
Lo scioglimento dell’Unione Sovietica (1991) è sembrato mettere in discussione l’importanza di Mosca e, per almeno un decennio alla fine del Novecento, la città ha attraversato una grave crisi.
L’intervento pubblico nella gestione della città si è ridotto di colpo; si sono rese evidenti molte delle debolezze della città, a cominciare dalla qualità degli edifici residenziali; i servizi pubblici hanno preso a funzionare a singhiozzo. Lentamente, però, Mosca sta superando anche questa prova.
La città vecchia è ricca di monumenti: l’intero Cremlino, con la grande basilica di S. Basilio e tante altre chiese e monasteri, e poi gli edifici barocchi e ottocenteschi che sorsero nei secoli successivi, specie dopo l’incendio del 1812, come il Teatro Bolˇsoj, uno dei più importanti del mondo. Anche alcuni degli edifici novecenteschi, spesso dovuti ad architetti di avanguardia, sono di qualità notevole (come il mausoleo di Lenin) e interessanti sono i vari tentativi urbanistici di costruire razionali quartieri-modello e città-giardino.
Grande centro industriale già nel primo Ottocento, Mosca ha aumentato la sua dotazione produttiva, specie nel tessile e nell’abbigliamento e in tutta la gamma della metalmeccanica e della chimica. Ma nel corso del Novecento la funzione di capitale, con il grande sviluppo della burocrazia, è prevalsa su quella produttiva: gli addetti ai servizi (amministrativi e altri) erano già cinquant’anni fa più numerosi degli operai, contrariamente a quanto accadeva in tutte le città sovietiche. Oggi l’amministrazione centrale è stata molto ridimensionata, ma in compenso si stanno sviluppando i servizi privati; le attività legate all’istruzione e alla ricerca scientifica stanno riprendendosi dopo la crisi di fine secolo.
Tra i servizi diventano sempre più importanti quelli legati al turismo culturale, per il quale Mosca è meta interessante sia per il centro storico con i suoi monumenti sia per i musei (fra gli altri, il Museo Puˇskin), le biblioteche, i teatri, la musica e il balletto.