Mosche, mosconi e zanzare
Insetti con due ali
Il grande ordine dei Ditteri, a cui appartengono mosche, mosconi e zanzare, è caratterizzato dalla presenza di un solo paio di ali, quelle anteriori. Le ali posteriori di questi Insetti si sono ridotte, trasformandosi nei bilancieri, due moncherini che garantiscono la stabilità del volo. Molte specie hanno larve acquatiche che compiono il ciclo biologico nei laghi, nei fiumi e negli stagni. Il ruolo dei Ditteri nella conservazione degli ecosistemi è importantissimo: se non ci fossero mosche e zanzare non esisterebbero le rondini, le raganelle, moltissimi pesci e tanti altri animali
Mosche, mosconi, moscerini, tse-tse, tafani, volucelle, sirfe, zanzare, pappataci, tipule e serafiche. Ecco un po’ di nomi volgari con cui vengono chiamati i più comuni rappresentanti di un grande ordine di Insetti, i Ditteri. Nessuno può dire quante specie di Ditteri esistano al mondo. Finora ne sono state descritte almeno 100.000 ma ancora rimangono migliaia di specie da scoprire, soprattutto nelle foreste tropicali.
Ma che cosa hanno in comune tra loro questi Insetti? Il nome dell’ordine viene dal greco e significa «due ali». Infatti le ali posteriori, comunemente osservabili negli altri Insetti, sono estremamente ridotte. Gli occhi invece sono molto ben sviluppati: in alcuni casi, per esempio nelle mosche e nei tafani, sono così grandi da ricoprire quasi completamente il capo. Le antenne, invece, sono di lunghezza variabile: corte, anzi cortissime nelle mosche, per non intralciare i loro rapidi voli; lunghe e pelose nelle zanzare che le utilizzano come organo di senso per orientarsi durante la loro attività notturna.
L’apparato boccale succhiatore è caratteristico, anche se differente a seconda del tipo di alimentazione. Nelle mosche l’apparato si trasforma in una sorta di spugna per aspirare i liquidi; nelle zanzare, nei pappataci e nei tafani, invece, si ha un vero e proprio stiletto perforante, capace di succhiare il sangue dell’ospite. Infine, la forma delle larve varia secondo l’ambiente di vita e l’alimentazione. Le larve di zanzare, tipule e serafiche vivono in acqua; quelle delle mosche nelle carogne o nei rifiuti.
La mosca delle case (Musca domestica) è una specie antropofila, ovvero legata agli insediamenti umani. Le sue larve – i bigattini – si sviluppano nei rifiuti organici. Gli adulti immergono la loro corta proboscide nel cibo e aspirano la componente liquida, oppure vomitano enzimi capaci di liquefare gli alimenti. In questo modo la mosca può facilitare la trasmissione di numerose malattie. Per combattere le mosche occorre una buona gestione delle discariche operando un rapido trattamento dei rifiuti. Inoltre è noto che nei mesi estivi è bene evitare di lasciare cibi scoperti in casa.
Varie specie di mosche e mosconi, di diverse dimensioni, frequentano i nostri giardini, i prati e i boschi. Molte volano sui fiori, come le volucelle e le sirfe, e mostrano colorazioni vistose, gialle e nere, come quelle delle vespe e delle api (mimetismo). Quelli che cadono più facilmente in questa trappola mimetica sono gli uccelli e le lucertole che evitano di mangiare le sirfe confondendole con le vespe.
Vi è mai capitato, in campagna, di sentire una forte puntura sulle braccia o sul collo, e poi di sorprendere sulla vostra pelle un bel moscone dal corpo allungato e gli occhi iridescenti? Quello era un tafano, dittero ematofago, cioè che si nutre di sangue. La puntura di questi Insetti è un piccolo buco assai evidente da cui esce il sangue. I tafani (famiglia dei Tabanidi) sono abbondanti soprattutto nelle zone ricche di animali al pascolo, in particolare cavalli e bovini che sono i loro ospiti abituali. Invece, le mosche tse-tse (Glossina) sono diffuse in Africa e agiscono come vettori di un protozoo chiamato Trypanosoma, responsabile della malattia del sonno. Diverse forme di questa malattia attaccano sia l’uomo sia i bovini. Attualmente, si registrano circa 30.000 nuovi casi all’anno.
I maschi delle zanzare (famiglia dei Culicidi) si nutrono di nettare e frequentano soltanto i fiori. Solo la femmina ricorre al pasto di sangue per la maturazione delle sue uova. Il modo in cui le zanzare trovano l’ospite e i criteri con cui lo scelgono sono ancora oggetto di studi. Comunque, l’odore del corpo umano e, da più vicino, il suo calore sono la traccia che guida la femmina dentro le nostre case. Le zanzare non sono attratte dalla luce e per questo le trappole luminose che oggi vanno di moda non servono a niente in quanto uccidono solo moscerini innocui; inoltre, tenere le luci spente quando si lasciano le finestre aperte di notte non evita l’ingresso delle zanzare. L’unica soluzione è usare dei repellenti olfattivi, come i cosiddetti zampironi, la citronella, i gerani sui davanzali e così via.
Mentre la zanzara comune (Culex pipiens) svolge la sua attività nelle ore notturne, la zanzara tigre (Aedes albopictus) punge soprattutto nel pomeriggio. Quest’ultima ha invaso l’Europa negli ultimi decenni e depone le uova in piccole raccolte d’acqua, come le grondaie, contenitori abbandonati in giardino e sottovasi. Ma le zanzare veramente pericolose sono quelle del genere Anopheles in quanto vettori del plasmodio, il protozoo responsabile della malaria. Oggi la malaria è diffusa soprattutto nei paesi tropicali e provoca due milioni di morti all’anno, soprattutto in Africa.
Anche il pappatacio o flebotomo (Phlebotomus pappatasii) è un vettore di microscopici parassiti. Questo piccolissimo moscerino attivo nelle ore notturne trasmette infatti la Leishmania, il protozoo responsabile di una malattia diffusa anche nel nostro paese.
Negli ambienti naturali le larve delle zanzare vengono tenute sotto controllo da molte specie di pesci che ne divorano grandi quantità. Il problema c’è quando l’uomo crea volontariamente o involontariamente raccolte d’acqua artificiali vicino alle proprie case. I più grandi serbatoi malarici non stanno nelle paludi o nei laghi ma nelle fogne a cielo aperto che si trovano nelle città del Terzo Mondo, nelle coltivazioni di riso, nei canali e nelle cisterne per l’irrigazione dei campi, e via dicendo.
Nelle case di campagna, d’estate, fanno la loro apparizione le tipule. Improvvisamente si scatena il terrore e tutti gridano alla zanzara gigante! Talvolta l’equivoco finisce perfino sui giornali per opera di cronisti ignoranti alla ricerca della notizia sensazionale. In realtà le tipule (famiglia dei Tipulidi) sono del tutto innocue e hanno solo la sfortuna di somigliare molto a zanzare ingigantite.
Anche le piccole serafiche (famiglia dei Chironomidi) scatenano allarmi, soprattutto in persone di città che si recano a villeggiare presso laghi o lagune. La loro somiglianza con le zanzare è piuttosto forte e vengono attratte dalla luce in gran numero, dando luogo a vere e proprie invasioni degli appartamenti. In alcuni soggetti sensibili possono scatenare reazioni allergiche.
Molte persone odiano i Ditteri: soprattutto le zanzare per il tormento delle punture, le mosche che disturbano gli spuntini all’aperto e i tanti moscerini che nelle notti umide d’estate vengono attirati dalla luce e invadono le case. Molte persone si domandano a che cosa servono le zanzare. Sono domande che rivelano una visione antropocentrica del mondo, come se tutto girasse intorno all’uomo, e che nascono da una diffusa incapacità di vedere come funziona realmente il Pianeta.
I Ditteri sono infatti la risorsa alimentare di base per tantissimi animali sia acquatici sia terrestri. Le larve delle zanzare e dei Chironomidi sono il cibo quotidiano di moltissimi pesci, mentre gli adulti vengono predati da anfibi, pipistrelli, rondini e altri uccelli. Le mosche sono il cibo quotidiano di rondini, rondoni, balestrucci e altri uccelli che volano intorno alle nostre case. Il problema si aggrava con l’uso degli insetticidi per disinfestare l’ambiente: gli unici a morire sono gli uccelli e gli altri predatori di insetti perché nel loro corpo si accumulano i veleni. Gli insetti resistono, diventano immuni e si moltiplicano grazie alla scomparsa dei loro predatori, tornando più numerosi di prima.