SAFDIE, Moshe
Architetto canadese di origine israeliana, nato a Haifa il 14 luglio 1938. Nel 1953 si trasferì con la famiglia a Ottawa. Dal 1955 frequentò la McGill University, a Montreal, dove si laureò con una tesi su Un sistema edilizio modulare a tre dimensioni (1961). Fece il suo apprendistato a Montreal (1961-62), presso lo studio di S. Van Ginkel (socio di A. van Eyck in Olanda), attraverso il quale entrò in contatto con la cosiddetta ''terza generazione'', i cui ideali caratterizzeranno la sua architettura. In seguito lavorò a Filadelfia (1962-63) con L.I. Kahn. Nel 1963 tornò a Montreal, rielaborò la sua tesi di laurea e propose di realizzarla, in occasione dell'Esposizione mondiale (Expo '67), prima nel Piano generale e poi nell'Habitat: l'opera fu completata nel 1967 e, malgrado le critiche (eccessiva originalità dell'architettura, costo elevato), ebbe un grandissimo successo.
L'Habitat, che è il maggior complesso residenziale prefabbricato nel mondo, incarna la fede comunitaria di S., il suo modo di pensare, Israele, il passato, l'avvenire: "La mia intenzione consiste nel frantumare l'edificio in componenti piccole, adatte alla produzione industriale, e poi nel rimontarle con un linguaggio formale mutevole nelle combinazioni e nei ritmi, tale da stimolare nella gente la ricerca della propria identità". La disaggregata volumetria dell'Habitat, frutto di un approccio radicale all'architettura intesa come forma aperta, lanciò S. sulla scena dell'architettura mondiale. In seguito egli ha lasciato a mano a mano spazio nel suo metodo progettuale a professionalità e realismo, con una perdita di unità del linguaggio architettonico. L'enfasi tecnologica e programmatica appare nel suo lavoro recente in forma residua e connota una ricerca formale in senso stretto, con qualche debito nei confronti di Kahn che già appariva assai forte negli schizzi giovanili per l'Habitat per i rifugiati palestinesi proposto a Giza (1962), in forma di piramidi. Sia le qualità che i limiti di Habitat '67 (apertura ma scissione fra tecnologia e forma) si risolvono in parte nel disegno per il Plateau Beaubourg (1971), nel quale prevale l'opzione strutturista. Il progetto chiave che determina l'abbandono di posizioni radicali da parte di S. è però quello per Coldspring New Town a Baltimora (1971), redatto con un gruppo di consulenti, fra i quali Lawrence Halprin & Associates: qui la scala dell'intervento impone il superamento di un'unica forma di aggregazione residenziale e l'individuazione di sottosistemi (servizi, infrastrutture, verde, abitazioni) che compongono un panorama articolato. Rimaste sostanzialmente per quasi un quindicennio allo stato di progetti, le opere di S. hanno trovato in tempi recenti pratica realizzazione, configurando lo studio MSA (Moshe Safdie and Associates Inc.) come uno dei maggiori del continente americano. Tra le sue maggiori opere realizzate: Yeshivat Porat Joseph Rabbinical College, Gerusalemme (1971-79); Paley Youth Wing del Rockefeller Museum, Gerusalemme (1979); Cambridge Center, Cambridge, Massachusetts (1979-81); National Gallery, Ottawa (1983-88); Musée de la Civilisation, Quebec City (1988); Hebrew Union College, Gerusalemme (1988); The Esplanade, Cambridge, Massachusetts (1989); Morgan Hall e Class of 1959 Chapel della Harvard School of Business, Boston; Padiglione Jean-Noël Desmarais del Montreal Museum of Fine Arts, Montreal; Yad Vashem Children's Holocaust Memorial, Gerusalemme. Tra le opere in costruzione: Mamilah Central Business District, Gerusalemme; Ottawa City Hall, Ottawa; Hebrew Union College Cultural Center for American Jewish Life, Los Angeles; Rosovsky Hall della Harvard University, Cambridge, Massachusetts; Comunità per 200.000 persone, Modi'ln, Israele.
Altri progetti: New York Habitat i e ii (1968); San Francisco State College Student Union (1968); Fort Lincoln Urban Renewal Plan, Washington D.C. (1968); Puerto Rico Habitat (1968-72); Israel Habitat, Gerusalemme (1969); Tropaco Resort, Isole Vergini (1970); Indian Carry Habitat, Saranac Lake, New York (1970); Rochester Habitat, New York (1970); sistemazione dell'area antistante il Muro del Pianto, Gerusalemme (1974); Columbus Circle, New York (1985).
Bibl.: Habitat '67, Ottawa 1967; M. Safdie, Beyond Habitat, Cambridge (Mass.) 1970; M. Safdie, in L'architecture d'aujourd'hui, 159 (dicembre 1971-gennaio 1972), pp. 44-63; P. Drew, Third generation. The changing meaning of architecture, Londra 1972; M. Safdie, For everyone a garden, Cambridge (Mass.) 1974; Id., Form and purpose, Boston 1982; N. Grenon, New York: Columbus Center versus Coliseum, in L'Arca, 6 (maggio 1987), pp. 16-27; M. Vogliazzo, La National Gallery of Canada ad Ottawa, ibid., 13 (gennaio/febbraio 1988), pp. 10-23; M.F. Schmertz, Collective significance, in Architectural Record, 10 (ottobre 1988), pp. 120-29; C. Castellano, L'ordine nella complessità, in L'Arca, 25 (marzo 1989), pp. 40-47; M. Safdie, Jerusalem: The future of the past, Boston 1989.