MOZAMBICO (XXXIII, p. 992; App. II, 11, p. 368; III, 11, p. 176)
Provincia dell'oltremare portoghese, il M., dopo aver ottenuto nel 1961 la parificazione dei suoi abitanti con i cittadini portoghesi, nel 1964 è insorto con le armi contro la madrepatria e, guidato dal Fronte per la Liberazione del Mozambico (FRELIMO), il 25 giugno 1975 ha conseguito l'indipendenza.
Il censimento demografico del 1970 ha rilevato una popolazione di 8.233.978 ab., con un incremento del 17% rispetto al 1960. L'aumento si è avuto soprattutto nella zona costiera, dove Maputo (ex Lourenço Marques) ha raddoppiato i propri abitanti, mentre i centri interni spesso hanno accusato una sensibile flessione. La distribuzione della popolazione per distretti risulta dalla seguente tabella:
Nello scorso decennio il Portogallo, per resistere all'offensiva nazionalista, aveva avviato un ambizioso programma di valorizzazione economica del M., tra cui la costruzione della diga di CaboraBassa sullo Zambesi; con il piano quinquennale 1968-73, in modo specifico, aveva tentato una pianificazione organica del territorio, mirando ad attirare investimenti stranieri. Ma la guerriglia ne ha ostacolato l'attuazione e così le risorse del M., potenzialmente notevoli, restano sottoutilizzate.
L'agricoltura interessa solo il 3,9% della superficie totale, mentre i prati e i pascoli permanenti ne occupano il 56,2%, le foreste e i boschi il 24,8%, l'incolto e l'improduttivo il 15,1%. Le aree agricole principali, volte a una produzione commerciale, sono quelle di recente valorizzazione lungo le valli del Limpopo e dello Zambesi, lungo la ferrovia per Malawi e intorno a Quelimane.
Tra le colture d'importanza commerciale il primo posto è stato guadagnato dal cotone, che occupa in media un settimo della superficie agraria (270.000 ha, 480.000 q di semi e 250.000 q di fibra nel 1975), ma notevole spazio viene riservato anche alla canna da zucchero (63.000 ha), che segue da vicino il cotone per il valore delle esportazioni. Crescente rilievo vanno acquistando, inoltre, la palma da cocco (412.000 t di noci, 680.000 q di copra), il tè (15.400 ha, 195.000 q di foglie), il tabacco (5700 ha, 35.000 q), l'arachide (1,4 milioni di q) e l'anacardio, per il quale il M. è il primo produttore mondiale (200.000 t di noci di acagiù). Tra le colture di sussistenza, diffuse in tutto il paese e praticate per lo più in forma itinerante, le più estese sono quelle del mais (680.000 ha, 2,5 milioni di q), della manioca (23 milioni di q) e del sorgo (250.000 ha, 1,8 milioni di q), mentre irrilevante permane la produzione di riso, frumento e miglio, che coprono solo poche migliaia di ettari. Irrilevante, nonostante il suo costante aumento e in rapporto alla grande estensione dei prati e dei pascoli, resta anche l'allevamento (1,4 milioni di bovini, 568.000 caprini, 180.000 suini), che l'insidia della mosca tsè-tsè limita quasi esclusivamente alla parte centro-meridionale del paese.
L'esteso mantello forestale, che pure racchiude essenze utili come il mogano rhodesiano, l'ebano rosso e il cedro di Mlanje, è sfruttato solo in piccola parte. Negli ultimi anni esso ha fornito, in media, 7-8 milioni di m3 di legname.
Recenti prospezioni minerarie hanno rivelato insospettate ricchezze di ferro presso Muanda e Namapa e di molti altri minerali in varie zone. Ma l'attività estrattiva è ostacolata dalla scarsezza di capitali e di infrastrutture e, dopo il conseguimento dell'indipendenza, si è fortemente contratta: risulta avviato solo lo sfruttamento del carbone (Moatize: 426.000 t nel 1974), della montmorillonite (979 t), della bauxite (2000 t) e dell'amianto (566), mentre la produzione degli altri minerali (fluorite, colombite-tantalite, tormalina, berillo, salgemma) è di poche tonnellate. Tuttavia il completamento di un grandioso impianto idroelettrico sullo Zambesi a Cabora-Bassa, destinato ad accrescere notevolmente l'attuale disponibilità di energia elettrica (potenza installata 485.000 kW, 747 milioni di kWh prodotti nel 1974), offre nuove prospettive all'industria mineraria e manifatturiera. Quest'ultima è rappresentata da pochi impianti di trasformazione dei prodotti del suolo (2.100.000 q di zucchero, 808.000 hl di birra, 4200 t di filati di cotone, 5800 t di filati di iuta, 2.680.000 sigarette nel 1975), quasi tutti nelle città costiere, da due cementifici (421.000 t) e da una recente raffineria di petrolio a Matola.
Le vie di comunicazione, pur restando strutturate secondo le esigenze dei paesi dell'Africa centro-meridionale privi di sbocchi al mare, si sono accresciute di nuovi tronchi, portando le ferrovie a 3793 km e le strade rotabili a 39.173 km. Da qualche anno è entrato in funzione anche un oleodotto (311 km) tra Beira e Umtali (Rhodesia).
La bilancia commerciale nel quinquennio 1971-75 si è chiusa in forte passivo: il valore delle esportazioni (cotone, zucchero, tè, copra, noci di acagiù, oli vegetali) equivale a metà del valore delle importazioni (beni d'equipaggiamento e manufatti vari). Principali clienti e fornitori sono stati, oltre al Portogallo, la Repubblica Sudafricana, gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Rep. Fed. di Germania e l'Italia. Attiva è, invece, la bilancia dei pagamenti, dato l'afflusso di denaro proveniente dal turismo, dalle rimesse degli emigranti e dai diritti minerari.
Bibl.: F. Marjay, Moçambique, Lisbona 1963; Anuario Estatístico, Lourenço Marques; The Statesman's Year-Book 1976-77, a cura di J. Paxton, Londra 1976.
Storia. - Nel M., a differenza che nell'Angola, l'altro grande territorio dell'Africa portoghese, non si sono prodotti nell'ultimo decennio rilevanti trasformazioni economiche.
Fino al 1972 il M. fu giuridicamente una provincia d'oltremare, ottenendo il 1° luglio di quell'anno la qualifica di "Stato di Mozambico" e un regime di minor dipendenza dalla metropoli. Diviso in 11 distretti, il paese era amministrato da un governatore coadiuvato da un'Assemblea legislativa (50 membri eletti) e da una Giunta consultiva; i diritti concessi dalla cittadinanza portoghese, estesa definitivamente a tutti i nativi nel 1961, rimanevano di fatto limitati a chi possedeva una buona conoscenza della lingua lusitana: esiguo il numero dei rappresentanti di colore eletti nelle consultazioni del marzo 1973. Le riforme permisero tuttavia un miglioramento delle strutture sanitarie e scolastiche (nel 1972 le scuole elementari erano 5152 con 603.460 alunni; l'università di Lourenço Marques contava 2396 studenti). Nonostante il trasferimento di manodopera mozambicana nelle miniere della Rhodesia e della Rep. Sudafricana, la situazione economica del paese è progressivamente peggiorata a causa dell'aumento delle importazioni, con un deficit nella bilancia dei pagamenti ammontante, nel 1971, a 5 miliardi di escudos. Si stima che l'80% degl'investimenti fosse di gruppi internazionali (specie sudafricani): esempio ne è il consorzio multinazionale (l'Italia se ne è ritirata) per la costruzione della diga di Cabora-Bassa sullo Zambesi, la più grande dell'Africa, che permette la regolazione delle piene del fiume e la produzione di alcuni milioni di kWh utilizzabili dalle industrie sudafricane. Nei progetti dei governi portoghese, sudafricano e rhodesiano tale gigantesca opera avrebbe avuto anche il compito di creare un'area d'insediamento per decine di migliaia di coloni bianchi. Il numero degl'immigrati portoghesi si andò tuttavia riducendo (soltanto 740 unità nel 1972) parallelamente all'estendersi della guerriglia delle forze indipendentistiche di colore.
Dopo alcune ribellioni spontanee terminate tragicamente, si arrivò nel giugno 1962 alla fusione di tre differenti organizzazioni politico-regionali e alla costituzione del FRELIMO (Frente de Libertação de Moçambique) sotto la guida di E. Mondlane. Gl'indipendentisti lanciarono un proclama per l'insurrezione generale il 25 settembre 1964, iniziando le ostilità nel Nord del paese dalle basi situate in Tanzania. L'assassinio di Mondlane nel febbraio 1969 causò una crisi del movimento, da cui il FRELIMO si riprese a fatica sotto la direzione di Samora Machel e M. dos Santos; la crudeltà della guerra in corso fu messa in luce dalle rivelazioni sugli eccidi compiuti da alcuni militari portoghesi nel distretto di Tete alla fine del 1972. Nel dicembre 1973 gl'indipendentisti controllavano un quinto del territorio mobilitando, secondo fonti portoghesi, 4000 uomini contro 60.000 militari metropolitani, con una spesa per il governo di Lisbona, nel 1971, di 1145 milioni di escudos. La rivoluzione del 25 aprile 1974 in Portogallo aprì una nuova fase di rapporti: dopo un tentativo di soluzione di compromesso sostenuto dal gen. A. de Spínola, la legge del 10 luglio 1974 sancì il diritto all'indipendenza dei territori d'oltremare; in base agli accordi di Lusaka del 6 settembre tra il ministro portoghese Melo Antunes e il presidente del FRELIMO, S. Machel, il M. divenne indipendente il 25 giugno 1975. Gravi incidenti tra la minoranza bianca e la popolazione di colore si verificarono nella fase di transizione: migliaia di coloni si trasferirono in Rhodesia e in Sudafrica, mentre l'atteggiamento di questi due paesi e della rimanente popolazione bianca del M. risultava incerto. Il Portogallo garantì la continuazione dei contributi finanziari atti a risolvere il deficit del bilancio; S. Machel, diventato presidente del nuovo stato, annunciò che il paese sarebbe stato retto da un partito unico, e che la capitale Lourenço Marques avrebbe assunto il nome di Maputo.
Il FRELIMO ha ribadito nel febbraio 1977 la sua opzione marxista e ratificato la prevalenza del partito sul governo; in campo economico si è sottolineata l'esigenza di un progressivo controllo dello stato sulla produzione e di una spinta verso la collettivizzazione e la formazione di cooperative; l'ideologia del partito tende a privilegiare, inoltre, le campagne rispetto alle città. L'insediamento della nuova élite politica appare faticoso nelle parti del paese dove non si è avuta una lotta armata, e non mancano le opposizioni. Il FRELIMO deve affrontare all'interno il problema del rimpiazzo dei quadri amministrativi e tecnici portoghesi, mentre all'esterno il dichiarato impegno anticolonialista è frenato dalla vulnerabilità dell'economia mozambicana. Il M. infatti dipende dalla Rep. Sudafricana e dalla Rhodesia per continuare a godere delle rimesse dei propri lavoratori nelle miniere altrui, e dei pagamenti per la vendita dell'energia elettrica prodotta a Cabora-Bassa e per i diritti di transito delle merci. L'URSS ha ottenuto una base costiera alla fine del 1976; nel dicembre 1977 è stato firmato un accordo in base al quale gli SUA s'impegnano a fornire al M. grano, riso e altri prodotti alimentari, in parte destinati alle migliaia di rhodesiani neri rifugiati nel paese.
Bibl.: ONU, Un principe en péril. Les Nations Unies et les territoires sous administration portugaise, New York 1970; FRELIMO, História de Moçambique, Porto 1971; Anuário Comercial de Portugal, Portugal Exporter, Lisbona 1974; A. Humbaraci-N. Muchnik, Portugal's African wars, Londra 1974.