Scrittore e giornalista iraniano (m. Teheran 1947), più conosciuto sotto lo pseudonimo di Dihātī. Tra le caratteristiche principali dell'autore un forte pessimismo e senso critico nei confronti della piccola borghesia iraniana, così come emerge dalla sua trilogia (1932-34), in cui ha trattato la situazione della donna (Ashraf-i makhlūqāt "La più nobile delle creature"), il disorientamento della gioventù (Dar-talāsh-i ma῾āsh "In cerca della vita"), e la corruzione (Tafrīḥāt-i shab "Divertimenti notturni"). Fu caporedattore del giornale Mard-i imrūz. Nel 1947 venne assassinato.