WÜRZBURG
Museo. - Il Museo Martin von Wagner dell'Università di W., che annovera opere d'arte antica e moderna, è per la sua collezione di vasi greci il terzo museo della Germania, dopo quelli di Monaco e di Berlino.
È situato, dal 1955, nell'ala meridionale della principesca sede vescovile costruita da Balthasar Neumann nel 1720-1744, la cui scalinata è decorata da un famoso affresco di G. B. Tiepolo. Fino al 1945 il museo era sistemato assieme all'Istituto d'Archeologia nell'antica Università, che venne distrutta verso la fine della guerra da una incursione aerea durante la quale la collezione di monete ed i calchi di gesso andarono completamente perduti, mentre fu possibile mettere al sicuro gran parte delle altre raccolte. Dopo i restauri durati anni, il museo è stato riaperto al pubblico nel 1963. Prende nome da Johann Martin von Wagner (1777-1858), vissuto a Roma, pittore, scultore e acquirente di oggetti d'arte per Ludovico I di Baviera. Egli lasciò all'Università della sua città natia, W., le sue collezioni, principalmente incisioni, ma anche oggetti antichi d'arte minore e ingenti somme di danaro. L'acquisto più importante della sezione antica del museo fu quello fatto da Karl Ludwig Urlichs nel 1872: la Collezione Agostino Feoli. Si trattava di 480 vasi greci, per la maggior parte provenienti dalle tombe di Vulci. Vi sono fra questi esemplari di valore come la coppa calcidese di Fineo (v. vol. ii, fig. 397; iii, fig. 851), una coppa di Brygos (v. vol. ii, fig. 300), e due esemplari molto rari di calici chioti (cfr. vol. ii, fig. 764), originariamente integri, ma che dovettero essere ricomposti dopo la fine della seconda guerra mondiale. Urlichs pubblicò in tre fascicoli il primo catalogo delle antichità di W. (1865-1872). Il suo successore K. Sittl acquistò ad Atene nel 1892 la Collezione Margaritis, che comprendeva 300 terrecotte e vasi dell'Asia Minore e della Grecia, completandola con oggetti provenienti dal commercio antiquario greco. Nel 1900-1908 P. Wolters inventariò sistematicamente i pezzi e diede al complesso una nuova sistemazione. Con H. Bulle, dal 1908-1935 professore d'archeologia all'Università di W., il museo ebbe il suo periodo di maggior splendore. In questi anni fu compilato da E. Langlotz il catalogo dei vasi, in tre volumi. Nonostante le gravi perdite subite dalla Fondazione Wagner in seguito all'inflazione, il Bulle poté accrescere il patrimonio artistico grazie a nuove sovvenzioni. Si citano gli splendidi frammenti policromi di Taranto: il frammento su cui è raffigurato un attore (vol. i, fig. 1142), la "scenografia" di grande importanza per lo studio della prospettiva nella pittura antica (vol. i, fig. 85; vi, fig. 249); e frammenti di vasi attici di stile fiorito. Durante i lavori di restauro diretti dal 1954 da H. Möbius, diversi vasi furono puliti e liberati da precedenti arbitrarî ritocchi e si presentano oggi ben diversamente da come apparivano nel catalogo del Langlotz, ad esempio l'anfora del Pittore di Kleophrades con il duello (nr. 508), l'anfora del Pittore dei Niobidi con l'Apollo sacrificante (nr. 503), che era ritoccata in uno stile fortemente accadeìnico. W. Züchner rintracciò il coperchio (nr. 282) dell'anfora nr. 265, una delle più belle opere del Pittore di Amasis, e propose il ripristino del dipinto originario.
Gli acquisti recenti del 1945-1961 sono raccolti in un catalogo illustrato, pubblicato da H. Möbius. Si tratta di 72 pezzi: sculture, piccoli bronzi, vasi ed un gran numero di terrecotte. L'opera più interessante è un fregio ellenistico (nr. 2), raffigurante donne che partecipano ad una cerimonia cultuale, che attacca perfettamente con un fregio conservato nel Museo Nazionale di Atene. L'acquisto più pregevole è una oinochòe, capolavoro del Pittore di Tarquinia, che completa degnamente il reparto più importante del museo, la collezione di vasi.
Bibl.: L. Urlichs, Verzeichnis der Antikensammlung der Universität Würzburg, I, 1865; II, 1868, III, 1872; H. Bulle, Von griechischen Schauspielern und Vasenmalern, in Festschrift James Loeb, Monaco 1930, pp. 5 ss.; E. Langlotz, Martin von Wagner-Museum der Universität Würzburg, I, Griechische Vasen, 254 tavole col testo, Monaco 1932; qui a p. I-V vi è la storia del museo (H. Bulle); H. Bulle, Eine Skenographie, in 94. Winckelmannsprogramm, Berlino 1934; id., in Ephemeris, 1937, pp. 473 ss.; W. Züchner, Zu der Würzburger Amasis-Amphora, in Festschrift Bernhard Schweitzer, Stoccarda 1954, pp. 103 ss.; Antike Kunstwerke aus dem Martin von Wagner-Museum. Erwerbungen 1945-1961, con la collaborazione di U. Hausmann, W. Schiering und W. Züchner, a cura di H. Möbius, Würzburg 1962; H. Möbius, Hellenistischer Fries in Würzburg und Athen, in Ath. Mitt., LXXII, 1962, p. 282 ss.
Qui di seguito i ceramografi che prendono nome dal museo: