NANCHINO (fr. Nankin; ingl. Nanking; A. T., 99-100)
Capitale della Cina. Sotto la dinastia manciù era capitale della provincia del Kiang-su; fu poi sede del Governo provvisorio repubblicano negli ultimi mesi del 1911; con decreto del 21 giugno 1928, il governo della repubblica cinese ha sostituito con Nanchino l'antica capitale Pechino.
Il nome della città italianizzato da Matteo Ricci in Nanchino, significa "capitale (king) del sud (nan)". Sono spesso adoperati, per designare la città, alcuni dei nomi che essa ebbe in passato; talvolta pure si adoperano i nomi dei due distretti (hsien) in cui essa è divisa: Shangyüan e Kiang-ning. Nel 333 a. C., durante la Cina feudale, ebbe il nome di Kin-lin "collina d'oro"; durante la dinastia Han ebbe il nome di Tan-yang; nel 229 d. C. fu, col nome di Kien-ye e poi di Ying-tien "voluta dal Cielo", capitale dello stato di Wu, uno dei tre regni in cui era allora divisa la Cina. Nel 281 ebbe il nome di Kiang-ming "pace del fiume". Fu ancora capitale della dinastia degli Ts'in orientali (317-420) col nome di Kien-k'ang; poi capitale dei Sung meridionali (420-479); poi capitale dei Tsi meridionali, e infine dei Liang, dei Ch'en e dei Sui (552-620). Dopo la fine della dinastia T'ang fu capitale del piccolo stato dei T'ang meridionali (937-975). Fu infine, col vecchio nome di Ying-tien capitale della dinastia Ming, dal 1356 al 1403, nel quale anno la capitale fu trasportata a Pechino. Nel 1441 ebbe infine il nome attuale Nan-king, contrapposto a quello di Pe-king "capitale del nord (pe)". La dinastia manciù aveva soppresso il nome Nan-king e ristabilito quello antico di Kiang-ming nel 1645.
Nanchino è situata a 118° 45′ E. e a 32°4′ N., a poca distanza dalla riva destra dello Yang-tze kiang, in una vasta area pianeggiante, circondata da colline. A N. giunge al fiume soltanto con una punta del suo grandioso recinto di mura, ove si trova il sobborgo di Hia-kwan, e dove approdano le navi che risalgono il fiume Yang-tze. Una ferrovia di 12 km. e una via automobilistica parallela congiungono il fiume al centro della città.
La popolazione di Nanchino ha variato molto durante le sue vicende. La città aveva più di 900.000 ab. nel 1080, e al principio della dinastia Ming superò notevolmente il milione. La popolazione, che era di 267.000 ab. nel 1912, di 497.000 ab. nel 1928, conta ora (1931) 633.452 ab. Essa ha completamente assimilato alcune migliaia di Manciù, discendenti dell'antico presidio che l'ultimo governo imperiale aveva stabilito nella città. I musulmani residenti a Nanchino salgono a forse 30.000 e hanno una ventina di moschee.
Il clima di Nanchino è uno dei più temperati di tutta la Cina, con temperature estreme, estive e invernali, moderate. I giorni piovosi in un anno sono in media 133 (20 meno che a Shang hai); la neve cade raramente e non è copiosa.
Nanchino è nel centro di una ricca regione agricola, che produce riso, cotone, soia, tè, canapa, arachidi, piselli, ecc. Nei numerosi canali sono allevate in grande scala anatre, che si esportano affumicate e salate. Le industrie principali della città riguardano la fabbricazione di sete damascate, porcellane assai fini e ventagli. La fisionomia della città cambiò molto coi secoli; le mura (che sotto la dinastia Ming raggiungevano una lunghezza di 33 km.), i palazzi imperiali, gli edifici pubblici, cambiarono spesso forma e altezza. L'area della città è di circa 70 kmq. (poco inferiore a quella di Pechino). Quest'area non è però completamente abitata; la popolazione si addensa nella parte meridionale.
Nanchino fu aperta al commercio soltanto nel 1899 Un'eccellente ferrovia di 337 km. collega Shang hai con Nanchino, o più esattamente col sobborgo di Hia-kwan. Sulla riva sinistra del Yang-tze kiang, in faccia a Hia-kwan, il nuovo porto di Pu-kow con lunghe banchine, con mezzi moderni di scarico, a cui si possono accostare i piroscafi che pescano meno di 6 m., depositi di merci, alberghi, ecc., è il termine della grande ferrovia che collega Nanchino con T'ien-tsin, Pechino, ecc.
Matteo Ricci giunse a Nanchino il 31 maggio 1595 e vi soggiornò con varie interruzioni fino al 1600. Ivi conobbe il letterato Hsü Kwang-k'i, poi Paolo Hsü, il suo primo grande discepolo, convertito al cattolicismo e poi primo ministro. Vi risiedettero in seguito parecchi missionarî italiani tra i quali Francesco Sambiasi, il quale nel 1634 determinò la latitudine e la longitudine di Nanchino per mezzo di un'eclissi. Nel 1688-89 vi risiedette il P. Basilio Brollo da Gemona. Nanchino ebbe varî vescovi cattolici italiani.
Nell'estate del 1555, settantadue imbarcazioni di pirati giapponesi risalirono lo Yang-tze kiang, attaccarono la città, ma furono respinti. Nel 1853 Nanchino fu presa dai ribelli T'ai-ping e rimase per undici anni nelle loro mani, sotto il governo del loro capo T'ai Ping-Wang.
Le ragioni che hanno fatto scegliere Nanchino come capitale sono anzitutto quelle economiche: la vicinanza di Shang hai, il più grande porto dell'Asia, il centro principale del commercio della Cina; la vicinanza del fiume Yang-tze, la più importante arteria fluviale della Cina. Sono pure importanti le ragioni storiche e politiche: la repubblica ha cercato di ricollegarsi con le origini della dinastia nazionale dei Ming, e di separare la vita del nuovo governo dalle tradizioni e dalle abitudini della vecchia capitale Pechino, situata in una posizione eccentrica e militarmente debole.
Il governo repubblicano ha iniziato grandi lavori per la trasformazione della città; nuovi grandi edifici pubblici, una grande università, ministeri, ecc. Ha progettato una rete di grandi vie che uniranno le varie parti della città e numerosi parchi pubblici. Sono pure in costruzione, o in progetto, un grande acquedotto, un moderno sistema di fognature, un aerodromo, e la trasformazione delle mura della città in una via circolare sopraelevata, con rampe di accesso per le automobili.
Monumenti. - I re delle "dinastie meridionali" ebbero sepoltura nei dintorni della città. Le loro tombe, trascurate in età più tarda, sono oggi scomparse oppure si trovano in mezzo a campi di riso e a villaggi. I varî gruppi di esse appartengono al tempo tra il 453 e il 559. Consistono in vie sepolcrali, formate da due chimere alate (per gl'imperatori) o di leoni (per i principi), da due paia di stele iscritte sostenute da tartarughe e da due colonne. Gli altri monumenti di Nanchino sono dell'età dei Ming. La tomba del primo imperatore di questa dinastia (il solo che sia qui sepolto) è in gran parte conservata, e conserva le sculture delle "vie degli spiriti", cui succede un recinto quadrato di pietra, dietro il quale si erge il tumulo, per il quale utilizza una collina naturale. La cosiddetta (a torto) "pagoda di porcellana" fu costruita nel 1412-1431; era rivestita di piastrelle in rilievo di terracotta smaltata, dovette essere restaurata fin dal sec. XVII e nei disordini del 1853 fu distrutta, rimanendone soltanto alcuni frammenti della decorazione. Nelle vicinanze della città si conserva una stupenda pagoda a gradini, di mattoni, edificata nel 1050.
Bibl.: La vita di Nanchino, elegante, in un periodo di splendore (1436-1450), è descritta in un antico romanzo cinese, tradotto in francese da S. Julien, Yü-kiao-li, Parigi 1860. Una delle prime descrizioni è quella di Matteo Ricci, Opere storiche, Macerata 1911; importante quella di Martino Martini, Novus Atlas Sinensis, Amsterdam 1654; curiosa quella di P. Defoe, in Robinson Crusoe: a Journey to Nanquin. Importante e con molte illustrazioni, P.-L. Gaillard, Nankin d'alors et d'aujourd'hui, Shang kai 1903 (Variétés sinologiques, XXIII). - Per i monumenti v. Segalen-Gilbert de Voisins-Lartigue, Mission archéologique en Chine, II, Parigi 1924. - Per una descrizione della tomba di Hung wu, il fondatore della dinastia Ming, si veda J. J. M. de Groot, The religious systems of China, II, Leida 1894.