Napata
Antica città dell’alta Nubia presso la quarta cateratta del Nilo (od. Karima). Se ne conosce quasi esclusivamente l’area sacra, ai piedi di una isolata falesia di arenaria (Gebel Barkal), che si credeva abitata da una divinità con testa di ariete. Il sito ha tracce di occupazione del Neolitico e del periodo Kerma. Doveva essere un insediamento di modeste dimensioni quando Thutmosi III (1432 a.C.) vi giunse con il suo esercito e identificò nel dio che abitava la montagna una forma primigenia del dio Ammone; il re vi fondò una cappella e una fortezza. Sethi I e Ramses II (1279-1213 a.C.) ingrandirono il tempio di Ammone, il cui primo nucleo risaliva a Horemheb. Intorno alla metà dell’8° sec. a.C. la città divenne capitale del regno indipendente di Kush, fondato da una famiglia di guerrieri originari della regione e particolarmente legati al culto del dio locale, al quale Alara, Kashta e poi tutti i sovrani egiziani della XXV dinastia dedicarono templi e palazzi. La città mantenne il suo prestigio anche quando perse il rango di capitale (3° sec. a.C.). A N., infatti, si doveva svolgere una cerimonia di incoronazione. Saccheggiata dalle truppe di Petronio (24 d.C.), N. fu poi arricchita di monumenti da Natakamani, che vi aveva fatto costruire un palazzo. Al-Kurru, circa 12 km a sud, era la necropoli reale degli antenati e dei sovrani della XXV dinastia, a eccezione di Taharqa. Tutti gli altri re del periodo napateo erano sepolti a Nuri, sulla riva orientale del Nilo.