Poeta israeliano di origine tedesca (Berlino 1930 - Tel Aviv 2020), emigrato in Palestina nel 1935. Collaboratore della rivista letteraria Likrāt ("Verso"), è stato tra i sostenitori di un rinnovamento in campo letterario (Zĕman we ritmōs eṣel Bergson we ha-shīrā ha-mōdernīt "Tempo e ritmo presso B. e la poesia moderna", 1966). Al primo volume di liriche Shirīm rishōnīm ("Prime poesie", 1955), seguirono Shirīm shōnīm ("Poesie varie", 1960) e Kol ha-hālāv we ha-dĕvāsh ("Tutto il latte e il miele", 1966), che hanno segnato la sua maturità artistica. Dichiaratamente "antiromantico", si è ispirato tuttavia a esperienze individuali (amore, solitudine, ecc.). Ha scritto inoltre Ṣĕfōnīt Mizrāḥīt ("Nord-Est", 1979); Aṇtī mĕḥīqōn ("Contro cancellatura", 1984); Kēwān she anī ba-sĕvīvā ("Poiché sono nei paraggi", 1995); Môt imî ("La morte di mia madre", 1997); Kî hā´-ādām ºēṣ haś -śade ("Poiché l'uomo è un albero del campo", 1999); Has-sippûr ºal ha-'anāsīm haq-qeṭannīm ("La storia dei monelli", 2001); Ha-zamir kevar lo gar poh yoter ("L'usignolo non abita più qui", 2004); Kof ha-maḥaṭ ("La cruna dell'ago", 2004). Tra le sue opere più recenti si segnalano Kol ha-shirím ve-shirím chadashím ("Tutte le poesie", 2008), da cui è stata tratta l'ampia antologia in lingua italiana Sento cadere qualcosa. Poesie scelte 1960-2008 (2009).