NATO (App. III, 11, p. 191)
Intesa come organamento operativo dell'alleanza, che il Patto atlantico istituì e definì nel 1949, la NATO (North Atlantic Treaty Organization) ha conosciuto, nel quindicennio 1960-75, uno sviluppo vario e complesso, nel quale si rispecchia l'evolversi continuo della situazione internazionale; e si manifesta, altresì, il costante sforzo di rendere l'alleanza stessa fattore efficiente, per gli stati membri, di reciproca sicurezza e di mutua cooperazione. Le alterne vicende della guerra fredda e della distensione nei rapporti tra mondo occidentale e quello orientale; il subitaneo insorgere di crisi internazionali e il graduale superamento delle crisi stesse; l'evolversi dei rapporti tra le potenze di più alte responsabilità internazionali nei rapporti inter se, in quelli con terze potenze, e nell'ambito delle stesse alleanze (quella del Patto atlantico, da un lato; quella del Trattato di Varsavia, dall'altro); il divenire dei rapporti con i paesi emergenti o del cosiddetto "Terzo Mondo": tutto ciò si è riverberato necessariamente sul modo di essere e di operare dell'alleanza atlantica.
Le peculiarità giuridiche più espressive della NATO - per le quali essa può considerarsi, nel fenomeno ogni giorno più vasto e più vario dell'organizzazione internazionale, quasi un quid unicum - sono dunque:
1) Per certi riguardi, essa costituisce un'unione internazionale di tipo tradizionale, cui restano estranei quegli elementi di supernazionalità che tendono a caratterizzare le più moderne organizzazioni internazionali: la formazione della volontà della NATO è retta, invero, dal principio dell'unanimità. Per contro, essa ha realizzato, segnatamente nell'ambito militare, un'integrazione strutturale e operativa di grado eccezionale.
2) Il casus foederis dell'alleanza, consacrato all'art. 5 del trattato - secondo il quale un attacco armato contro uno stato partecipe dell'alleanza stessa, avvenuto in Europa o nell'America Settentrionale, sarà considerato come attacco diretto contro tutti gli stati contraenti - non riveste quel carattere di automatismo cui potrebbe far pensare. Lo stesso articolo 5, in fine, prevede, infatti, che in detta ipotesi gli stati contraenti assisteranno lo stato, colpito dall'attacco, svolgendo all'uopo l'azione che reputeranno necessaria, compreso l'uso della forza, al fine di ristabilire la sicurezza nella regione cui il trattato si riferisce. Tutta la struttura operativa, che l'alleanza è riuscita a darsi, tende, peraltro, a poter scattare in modo immediato e completo non appena il casus foederis venisse a realizzarsi.
3) Gli sviluppi strutturali e organizzativi dell'alleanza atlantica si fondano non tanto sulle lettere del trattato del Nord Atlantico, e neppure sulle Convenzioni scritte successivamente concluse, ma tendono ad andare di là dagli stessi accordi successivamente conclusi: quali sono la convenzione di Londra del 19 giugno 1951, sullo statuto delle forze NATO; e la convenzione di Parigi del 28 agosto 1952, sulla condizione giuridica dei quartieri generali militari internazionali. Siffatti sviluppi si sono realizzati con la particolare flessibilità che l'organizzazione stessa ha saputo darsi per aderire alle imprevedibili esigenze operative dell'alleanza.
4) Pur costituendo un'organizzazione a un tempo politica e militare, la NATO non esclude la possibilità di una distinzione concettuale e pratica. È, da un lato, il sistema di vincoli politici e il complesso di organi civili, primo dei quali il Consiglio atlantico. È, dall'altro, l'apparato militare integrato. L'appartenenza a tale apparato implica, per ciascuno stato membro, una pluralità di doveri, con particolare riguardo alla messa a disposizione dei comandi militari dell'alleanza di unità delle forze armate degli stati stessi, e la creazione nel proprio territorio nazionale di basi militari dell'alleanza medesima. Siffatti obblighi non sussistono, invece, per gli stati che intendono restare, o divenire, estranei all'apparato militare dell'alleanza. In siffatta situazione è venuta a trovarsi la Francia, dopo le sue decisioni del 1968; e la Grecia stessa, dopo le determinazioni prese nell'estate del 1974, in seguito alla crisi della guerra di Cipro.
Per l'accennata imprescindibile connessione tra gli aspetti politico-diplomatici e quindi civili della sicurezza internazionale, da un lato; e, dall'altro, gli aspetti tecnico-militari della sicurezza stessa l'organamento dell'alleanza atlantica si realizza in due strutture distinte e pur strettamente coordinate: la struttura civile della NATO; la struttura militare di essa, nella pluralità dei suoi aspetti e delle sue sedi.
1) La struttura civile della NATO fa capo al comitato di pianificazione della difesa, e si articola in una pluralità di comitati di competenza settoriale. Tali sono: il comitato politico, il comitato economico, il comitato dell'esame della difesa, la conferenza dei direttori nazionali degli armamenti, il comitato per le questioni di difesa nucleare, il comitato di sicurezza, il comitato superiore per la pianificazione civile di emergenza, il comitato congiunto delle comunicazioni e dell'elettronica, il comitato delle infrastrutture, il comitato scientifico, il comitato delle informazioni e delle relazioni culturali, il comitato del bilancio civile, il comitato del bilancio militare, il comitato per il pagamento e per l'avanzamento dei lavori di infrastrutture, il comitato di coordinamento dello spazio aereo europeo, il comitato per le "sfide della società moderna", il comitato per la condotta delle operazioni del Consiglio e per la trattazione dei dati.
2) La struttura militare della NATO ha il suo più alto organo tecnico nel comitato militare, assistito da uno Stato maggiore internazionale. Dal comitato militare di difesa dipendono, innanzi tutto, tre organi militari individuali, ognuno dei quali presiede a un complesso apparato tecnicomilitare. Tali organi individuali sono: a) il comandante supremo in Europa, circondato da un quartiere generale organico (SHAPE), avente sede in Belgio; b) il comandante supremo alleato dell'Atlantico, con sede a Norfolk (SUA); c) il comandante in capo alleato della Manica con sede a Nortwood (Gran Bretagna). Dal comitato militare della NATO dipende, altresì, il gruppo di pianificazione regionale Canada-SUA (Washington).
3) L'organamento militare della NATO si articola più profondamente in funzione della sicurezza dell'Europa. Dal Comando Supremo Alleato in Europa (lo SHAPE) dipendono tre comandanti in capo per tre distinti settori difensivi europei: a) il comandante in capo delle Forze alleate del Nord Europa, con sede a Kalsaas (Norvegia); b) il comandante in capo delle Forze alleate del Centro Europa, con sede a Brunsuum (Paesi Bassi); c) il comandante in capo delle Forze alleate del Sud Europa, con sede a Napoli. A quest'ultimo fanno capo, poi, cinque comandanti militari, aventi ognuno competenza per i singoli settori difensivi dell'Europa meridionale. Essi sono: a) il comandante delle Forze terrestri alleate dell'Europa meridionale, con sede a Verona; b) il comandante delle Forze aeree alleate dell'Europa meridionale, avente sede a Napoli; c) il comandante delle Forze navali alleate dell'Europa meridionale, avente anch'esso sede a Napoli; d) il comandante delle Forze navali d'intervento a sostegno dell'Europa meridionale, con sede esso stesso a Napoli; e) infine, il comandante delle Forze terrestri alleate dell'Europa sud-orientale, con sede a Smirne.
Crisi di varia natura e di diverso momento si sono aperte, durante l'ultimo quindicennio, nella vita giuridica e nell'organamento stesso della NATO. La principale di esse si è ricollegata alla decisione presa dal governo francese (marzo 1966) di uscire dalla struttura militare dell'alleanza e, conseguentemente, ritirare le sue forze armate integrate in quelle dell'alleanza stessa; e di chiedere l'evacuazione, dal territorio francese, dei comandi militari dell'alleanza e della sede stessa del Consiglio atlantico. Siffatta decisione e cotesta richiesta hanno posto un duplice problema: l'uno, di carattere giuridico-diplomatico; l'altro, di natura tecnico-organizzativa. Il primo di essi consisteva nella compatibilità tra la persistente appartenenza di uno stato all'alleanza, da un lato, e dall'altro, la sua estraneità all'organamento di quella difesa integrata, che costituisce per l'alleanza stessa il mezzo naturalmente inteso all'attuazione dei suoi fini. Il problema è stato risolto in senso positivo, onde la Francia continua a essere membro dell'alleanza politica, ma non è più partecipe dell'apparato militare di essa. Il secondo problema è stato quello di dare ai centri della NATO una sede diversa da quella che avevano, sin dalla creazione dell'organizzazione stessa in Francia. Tale distinto problema è stato risolto, nel corso del 1967, mercé il convenuto e attuato trasferimento in Belgio della sede del Consiglio atlantico, del Comando Supremo Alleato in Europa (SHAPE), e degli altri comandi già siti in Francia.
Bibl.: A. L. Goodhart, The North Atlantic Treaty, in Rec. des Cours de l'Académie de la Haye, 1951, II; A. Marazzi, Considerazioni sull'Organizzazione del Patto del Nord atlantico, in La Comunità internazionale, 1955, p. 253 segg.; R. Monaco, Manuale di diritto internazionale pubblico, Torino 1960, p. 615 segg.; G. Balladore Pallieri, Diritto internazionale pubblico, Milano 19628, p. 198 segg.; A. Maresca, Alcuni aspetti della condizione giuridica degli enti internazionali in La Comunità internazionale, 1963, vol. XVIII, p. 8 segg.; G. Cansacchi, Istituzioni di diritto internazionale pubblico, Torino 19674, p. 127; G. Miele, Diritto internazionale, Padova 1972, p. 229 segg.