Vedi Nauru dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
L’isola di Nauru, con una popolazione di circa 10.000 abitanti e una superficie di 21 km2, detiene il primato di repubblica più piccola al mondo e si caratterizza per l’assenza di una capitale. Yaren, la sede del governo e il centro amministrativo del paese, è tuttavia indicata come capitale politica.
Ottenuta l’indipendenza nel 1968 dall’Australia – amministratrice fiduciaria delle Nazioni Unite – Nauru ha assunto una forma di governo presidenziale e una struttura parlamentare unicamerale, costituita da 19 membri, eletti ogni tre anni. La prossimità della classe politica all’elettorato comporta, da un lato, che le richieste della piccola società civile di Nauru siano prontamente ascoltate dai leader ma, dall’altro, che le tensioni sociali e le paure per l’incerto futuro economico si riversino subito sul dibattito politico, contribuendo a radicalizzarlo. Dal 1989 a oggi Nauru ha registrato venti cambi di governo, l’ultimo dei quali, nel giugno 2013, ha condotto al vertice dell’esecutivo Baron Waqa.
La situazione politica, economica e sociale odierna è difficile, soprattutto per le difficoltà legate al mercato del lavoro. Nauru, storicamente priva di infrastrutture e di risorse alimentari ed energetiche sufficienti a renderla autonoma, è riuscita, nel corso dei decenni, a mantenere una certa vitalità economica grazie alle sue grandi miniere di fosfato, scoperte nel 1906 dal Regno Unito, sfruttate intensivamente per circa un secolo e ora quasi del tutto esaurite. Le ultime stime disponibili rivelano che il 90% della popolazione è disoccupato: viste le prospettive, è probabile che gran parte dei cittadini sia costretta ad abbandonare il paese in futuro. Inoltre, dal 2005 Nauru si è allineata agli standard bancari internazionali richiesti dall’OECD, cosicché la legislazione statale, che dal 1990 aveva reso il paese un paradiso fiscale, ora impedisce alle banche di accettare il denaro di provenienza incerta.
La perdita degli introiti delle riserve minerarie e delle pratiche bancarie illecite, in concomitanza con la crisi economica che da anni affligge il paese, ha reso Nauru totalmente dipendente dai paesi donatori. Nel 1993 l’isola ha ottenuto il diritto a un rimborso di 73 milioni di dollari dall’Australia nell’arco di un ventennio, e di 8,2 milioni di dollari sia dalla Nuova Zelanda, sia dal Regno Unito: i tre paesi sono stati condannati dalla Corte internazionale di giustizia per aver sfruttato le miniere di fosfato dell’isola a danno della popolazione locale e del territorio.
Successivamente, nel 2001, l’amministrazione di Nauru, con l’intento di assicurarsi la stabilità dei flussi economici, ha siglato un accordo con l’Australia in base al quale, in cambio di un congruo compenso, l’isola ha accettato di accogliere in centri dedicati i richiedenti asilo politico espulsi dall’Australia perché entrati clandestinamente. Nel febbraio 2008 Canberra ha tuttavia rivisto la sua politica in tema di migrazioni e di conseguenza l’accordo con Nauru è stato sciolto. Nonostante ciò, di recente l’Australia ha inviato sull’isola alcuni esperti di finanza, che hanno assistito il governo nella formulazione di leggi e riforme necessarie a risollevare l’economia nazionale; l’Australia ha inoltre comprato beni statali nauruani in cambio dell’estinzione di un debito multimilionario che l’isola aveva contratto con una multinazionale statunitense.
Sempre l’Australia è responsabile della difesa dell’isola, come previsto dal memorandum del 2005. Sul piano internazionale, dunque, la piccola Repubblica, ammessa alla Banca di sviluppo asiatica nel 1991, membro del Forum delle Isole del Pacifico dal 1971, delle Nazioni Unite dal 2000 e del Commonwealth dal giugno 2011, è particolarmente dipendente dagli aiuti economici che provengono in primis dall’Australia, ma anche da Taiwan e dalla Federazione russa, che dal 2009 ha fornito un ingente sostegno. Gli aiuti da Taipei e Mosca derivano da una spregiudicata strategia politica: Nauru, oltre che puntare pragmaticamente sul riconoscimento di Taiwan a dispetto della Repubblica popolare cinese, nel 2009 ha immediatamente riconosciuto le autoproclamatesi repubbliche dell’Abkhazia e dell’Ossezia meridionale, regioni secessioniste della repubblica di Georgia sostenute dalla Russia. Recentemente Nauru è diventato paese membro dell’agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA).