nazionalismo
Movimento politico e ideologico avente quale programma l’esaltazione e la difesa della nazione. Il n. rappresenta una tendenza a un tempo ideologica e pratica, sorta in Europa nell’ultimo trentennio del 19° sec., in parte per evoluzione del principio di nazionalità e in parte per involuzione antidemocratica di questo stesso principio. Spesso adoperato in senso approssimativo o lato, il termine n. significa propriamente l’esaltazione dell’idea di nazione, come antecedente allo Stato e trascendente gli individui stessi, e ingloba in sé una visione conservatrice e autoritaria dei problemi politici (tradizionalismo, antiliberalismo, antidemocrazia) come pure una soluzione solidaristica delle competizioni sociali (antisocialismo); punto di sbocco poi di ogni concezione nazionalistica è la realizzazione di una potenza nazionale, ora come frutto di espansionismo, ora di imperialismo coloniale, ora infine come influenza culturale-spirituale. Manifestatosi in forma ben appariscente dopo il Congresso di Berlino (1878) e nel corso delle competizioni coloniali fra le grandi potenze, il n. assunse forma politica determinata, per la prima volta, in Francia, dove ebbe i propri corifei in M. Barrès, C. Maurras e L. Daudet e il proprio organo nell’Action française (1899). Quasi nessun Paese europeo è sfuggito all’influsso dell’ideologia nazionalista: meno appariscente e più istintiva in Inghilterra, essa trovò larga diffusione sia nella Germania di Guglielmo II, dove l’idealizzazione del Volk («popolo») già preannunziava il razzismo del periodo nazionalsocialista, sia in Italia, ove l’iniziale irredentismo e colonialismo trovarono nuovo alimento nel tradizionalismo cattolico e nel solidarismo sociale. Il movimento nazionalista italiano, iniziato da E. Corradini, ebbe il proprio organo nel giornale Il Regno (1903) e nel 1910, dopo la crisi dell’annessione austriaca della Bosnia Erzegovina, prese forma più concreta come Associazione nazionalista italiana, avente i propri capi in Corradini, L. Federzoni, V. Picardi, G. Castellini e il proprio giornale nell’Idea nazionale (settimanale dal 1911, quotidiano dal 1914, fuso con la Tribuna nel 1925); si costituì in partito nel 1914, e questo nel marzo 1923 si fuse col Partito nazionale fascista.
Indirizzo di pensiero mirante a potenziare al massimo le energie economiche della nazione e, a tal fine, favorevole a un largo intervento dello Stato e in particolare a varie misure di politica commerciale, produttivistica e demografica. Massime espressioni di n. economico si ebbero soprattutto nell’epoca del mercantilismo, si affermarono in Germania nel sec. 19° e dopo la Prima guerra mondiale rifiorirono in quasi tutti i Paesi del mondo.