Nazionalismo
Esaltazione e centralità dell’idea di nazione
Nella sua accezione più generale il termine nazionalismo indica quelle dottrine e quei movimenti che attribuiscono un ruolo centrale all’idea di nazione e alle identità nazionali. Il nazionalismo si è storicamente manifestato in due fondamentali varianti: come ideologia di liberazione delle nazioni oppresse e come ideologia della supremazia di una nazione su altre nazioni
Il termine nazionalismo viene oggi utilizzato in due diverse accezioni. In un senso più specifico, e più vicino al suo significato originario, esso indica quelle dottrine e quei movimenti che esaltano il valore assoluto della nazione; che affermano l’idea della superiorità di alcune nazioni su altre nazioni; che ritengono legittimo il dominio delle nazioni ‘superiori’ su quelle ‘inferiori’; e che di regola danno luogo a forme aggressive di sentimento nazionale, quasi sempre legate, sul piano dei rapporti tra gli Stati, a politiche espansionistiche e militaristiche destinate prima o poi a provocare la guerra.
È in questa prospettiva, per citare un esempio significativo, che Giuseppe Mazzini, il più grande apostolo dell’idea nazionale nell’Italia del 19° secolo, definiva lo «spirito del nazionalismo» come una forma degenerata del più autentico «spirito di nazionalità».
A questo primo significato si affianca un secondo, che identifica il nazionalismo con quelle dottrine e quei movimenti che più in generale attribuiscono un ruolo centrale all’idea di nazione e alle appartenenze nazionali. Da questo punto di vista – dominante nelle scienze storiche e sociali – la parola nazionalismo non indica più soltanto le teorie del primato e della potenza nazionale. Ma anche quelle dottrine e quei movimenti che, pur escludendo tali teorie e sostenendo anzi la necessità di una fratellanza universale tra le nazioni, riconoscono nel sentimento nazionale un veicolo irrinunciabile di identità e di solidarietà tra i membri di un popolo e affermano il diritto delle nazioni ad avere un’esistenza riconosciuta sul piano storico-politico. In questa prospettiva, Mazzini, che pure polemizzò per tutta la sua vita contro il nazionalismo nella forma da lui giudicata negativa, può essere definito – e viene effettivamente definito – come uno dei padri del nazionalismo italiano.
Inteso in questo secondo e più generale significato, il nazionalismo è un fenomeno che ha assunto forme assai differenziate nel tempo e nello spazio, in stretta relazione con lo sviluppo e la storia delle nazioni. Sebbene diversi studiosi ne abbiano rintracciato le più remote origini nell’età del Rinascimento, nel Medioevo o addirittura nel mondo antico, vi è un generale consenso nel considerare il nazionalismo come un fenomeno proprio dell’età contemporanea. Esso ha iniziato ad assumere una significativa consistenza in Europa e nelle Americhe tra il 18° e il 19° secolo, nell’epoca delle Rivoluzioni americana e francese e della rivoluzione industriale e nel contesto di una crisi crescente della cultura illuministica e dei suoi orientamenti universalistici e cosmopolitici. Da allora e sino ai nostri giorni il nazionalismo – per riprendere una nota ed efficace tipologia – si è più volte manifestato nelle due forme essenziali del nazionalismo risorgimentale e del nazionalismo integrale, vale a dire come ideologia di liberazione e di emancipazione nazionale e come ideologia dell’egoismo e della potenza nazionale, e naturalmente in molteplici forme intermedie.
La svolta più importante nella storia del nazionalismo si è compiuta intorno agli anni Settanta del 19° secolo. Fu allora, infatti, che il nazionalismo divenne una vigorosa ideologia di massa e, nel contempo, l’ideologia dominante della politica di potenza dei grandi Stati nazionali europei. In questa fattispecie, il nazionalismo è stato uno dei grandi motori della storia europea e mondiale fino al 1945, nell’età dell’imperialismo e delle due guerre mondiali. Dopo di allora, nonostante il cosiddetto nazionalismo della decolonizzazione e i molteplici revivals nazionalistici che hanno segnato la storia degli ultimi due decenni del Novecento, esso non ha mai più giocato un ruolo rilevante come in precedenza.