Poeta greco (sec. 2º a. C.), confuso nella tradizione con un omonimo figlio di Anassagora (sec. 3º a. C.). Ci restano due poemetti didascalici: sugli animali velenosi e relativi contravveleni (Θηριακά), e sugli antidoti e veleni vegetali e d'altra natura (᾿Αλεξιϕάρμακα), di cui sono fonte gli scritti di Apollodoro di Alessandria, degli inizî del 3º sec. a. C. Gli si attribuivano anche: Georgiche, Prognostici, Metamorfosi, un poemetto sulle api, ecc. È poeta mediocre, né se ne deve esagerare l'importanza come fonte delle Georgiche virgiliane e di Ovidio; nei suoi versi ricorrono glosse ed espressioni tecniche di difficile comprensione, che attirarono nell'antichità la curiosità degli eruditi. Importante per la storia dell'arte il codice dei Θηριακά e degli ῾Αλεξιϕάρμακα, che si conserva alla Biblioteca nazionale di Parigi (Suppl. Gr. 247), del sec. 11º, ma con evidente derivazione da modelli illustrati assai più antichi.