COSTA, Nicola
Nacque a Napoli da genitori pugliesi Sebastiano e Giovanna Alessi - il 31 maggio del 1879. Studiò nel conservatorio di S. Pietro a Maiella con i maestri Simonetti e P. Serrao, esordendo poi come concertista di pianoforte. Attratto dalla composizione, il 17 marzo 1900 fece rappresentare, sotto lo pseudonimo di Gaetano Rummo, al teatro Vittorio Emanuele di Benevento la sua prima opera, Jarba, tre atti di S. Cosentini. Nel 1915 andò in scena al teatro Petruzzelli di Bari (città alla quale il C. resterà sempre legato, insegnando pianoforte al liceo musicale, poi conservatorio Piccinni, per oltre trent'anni) l'opera Margot, azione lirico-storica in un atto e due quadri, su libretto di Daniele Oberto Marrama.
Composta fin dal 1901, ma rappresentata solo dopo la morte del Marrama, Margot èindubbiamente il migliore prodotto del C. di cui Pietro Mascagni lodò moltissimo la musica e, anzi, augurò all'autore di "vederlo presto nell'arringo dell'arte, combattente forte con le armi geniali della sua fresca melodia" (A. Giovine, Musicisti e cantanti lirici baresi, p. 19).
Sempre nel 1915, in collaborazione con G. Gallietti, scrisse le musiche de La sagra dei fringuelli, pastorale in tre atti su libretto di A. Colantuoni, allestita al teatro Goldoni di Venezia nello stesso anno e nel 1916 a Bologna. Appena due anni dopo, nel 1918, è la volta di Apaches, operetta su libretto di Arturo Franci, messa in scena contemporaneamente al teatro Petruzzellì di Bari e all'Adriano di Roma. Ancora nel 1950 compose le melodie per l'opera in un atto Lu e Lao-Pu, su libretto di Silverio Parisi, seconda classificata al concorso N. D'Atri di Roma, e rappresentata al teatro Petruzzelli di Bari il 12 genn. 1952.
Continuò così per quasi mezzo secolo e con successo, nella composizione di nuove musiche per opera, pur non trascurando l'attività didattica presso il conservatorio di Bari. Si spense a Roma, dove si era nel frattempo stabilito, il 19 marzo 1963.
Umile e schivo, per molti lustri il C. fu una figura di spicco della vita musicale barese: grazie alla solida cultura e alla sua intelligente musicalità, egli accrebbe e stimolò l'interesse per la musica classica e operistica. Grande didatta, fu maestro indiscusso per molte generazioni di giovani che si avviarono allo studio del pianoforte. Pianista egli stesso di notevole talento - tra l'altro fu stimato da Artur Rubinstein, che apprezzava il suo modo di interpretare Chopin -, fu soprattutto compositore dalla vena melodica robusta e spontanea.
Lasciò inedite le seguenti opere: Letizia; Stefania Laia, sulibretto di A. Colantuoni; Corso Cerchi, tre atti su libretto di Silverio Parisi, ispirata alle Istorie fiorentine del Machiavelli. Compose, ancora, Concerto in do per pianoforte e orchestra. Scrisse inoltre la musica per Ballata medievale, lirica su parole di G. Minervini; Amo il mare, Verrò, Natale, tre liriche su parole di G. Lembo; Vieni, Campane dell'Ave, Frunnell'e sciore, tre liriche su parole di M. Pignatelli; Canzunella triste, lirica su parole di G. Mazza; Canzona termendose, Velesse candà, due liriche dialettali baresi su parole di A. Nitti.
Fonti e Bibl.: Necr. in La Gazzetta del Mezzogiorno, 23 marzo 1963; R. Profeta, Storia e letter. degli strumenti musicali, Firenze 1942, p. 344; L. Mastrandrea, critica a Lu e Lao-Pu, in La Gazzetta del Mezzogiorno, 13 genn. 1952, p. 4; A. Giovine, Calendario stor. della città di Bari, Bari 1965, pp. 23, 85; P. Sorrenti, I musicisti di Puglia, Bari 1966, pp. 59 s.; A. Giovine, N. C. Cenni biografici, in Giorn. pugliese, 8 luglio 1967; Id., Bibliografia barese (Saggio aggiornato fino al 1967), Bari 1968, pp. 71, 125; Id., Musicisti e cantanti lirici baresi, Bari 1968, pp. 19 ss.; Id., Il teatro Petruzzelli di Bari. Stagioni liriche dal 1903al 1969, Bari 1971, pp. 43, 144, 172; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., p. 220; La Musica, Dizionario, I, p. 449.