NICOLA I Romanov, zar di tutte le Russie
Terzogenito dell'imperatore Paolo I, nato a Carskoe Selo il 25 giugno (7 luglio) 1796, morto a Pietroburgo il 17 [29] febbraio 1855. Giovane ancora, la famiglia imperiale vide in lui il probabile successore di Alessandro I: ciò che fu realmente, data la mancanza di discendenti maschi di Alessandro I e il rifiuto e poi la rinunzia formale alla successione del granduca Costantino maggiore di N. in età. Date queste intenzioni e previsioni, N. fu educato e istruito da futuro re. L'istruzione di N. fu completata da un viaggio attraverso la Russia (1816) e da alcuni viaggi all'estero: in Germania, in Francia e in Inghilterra. Nel 1817, N. sposò la principessa di Prussia Carlotta, che prese in Russia il nome di Alessandra Fedorovna (1-13 luglio), il quale matrimonio rinsaldò per lungo tempo l'amicizia tra la Russia ufficiale e la Prussia. Arrivato alla maggiore età, N. fu messo a capo del genio militare; poi ebbe anche il comando di alcune divisioni della Guardia imperiale. Morto Alessandro I il 19 novembre (i dicembre) 1825, pur essendo informato della rinunzia al trono fatta da suo fratello, non senti di poter accettare la corona, prima di avere nuova conferma di questa rinunzia. Solo dopo qualche corrispondenza con Varsavia, dove si trovava il graduca Costantino, N. si proclamò imperatore, il 14 [26] dicembre 1825. Questa situazione di cose diede motivo o pretesto, ai membri delle società segrete di Pietroburgo, di tentare un movimento. Rifiutatisi di giurare a Nicola I, si adunarono sulla Piazza del senato, insieme con alcuni distaccamenti della Guardia imperiale, che aderivano a essi. Ma il moto fu represso dalla forza armata. La rivolta del 14 dicembre, come anche l'inchiesta fatta sui suoi compartecipanti ai quali fu dato il nome di "decabristi" (dicembristi; v.) mostrarono a Nicola I l'esistenza, in mezzo al popolo russo e all'esercito, di elementi a tendenze liberalì e radicali, determinando nell'imperatore una politica esterna e interna, di strenua difesa delle tradizioni assolutistiche tanto in Russia quanto in Europa. Così il governo di Nicola assumeva un carattere di rigido conservatorismo.
Nell'effettuazione dei suoi disegni statali, egli si appoggiò alla burocrazia; caratteristici l'accentramento e l'influenza personale dell'imperatore nel governo. Il suo regno non segnò alcuna riforma sostanziale della costituzione e della vita interna di Russia. Il suo sforzo maggiore si volse alla difesa dell'ordine vigente nello stato e alla lotta contro le idee politiche che lo minacciavano. Il 6 [18] dicembre 1826, fu istituito un comitato particolare per preparare la riforma della costituzione e dell'amministrazione generale dello stato; ed esso, negli anni 1826-1831, elaborò una serie di progetti di riforma del governo centrale locale e relativi ai rapporti sociali. Ma solo una piccola parte ne fu effettuata e anche in modo saltuario. L'atto più notevole del regno di N. fu di avere condotto a termine la codificazione delle leggi, diretta da M. M. Speranskii. Nel 1833, venne emanato in 15 tomi Il codice delle leggi dell'impero russo (la 2ª ed. nel 1843), preceduto dall'edizione (1830), in 45 tomi, di una Completa raccolta di leggi in ordine cronologico, dal 1649 fino al primo giorno del regno di N. Le leggi del suo regno formarono La seconda completa raccolta di leggi (30 tomi, Pietroburgo 1833-56).
Il problema della liberazione dei servi della gleba lo tenne occupato a lungo. Più volte egli istituì a tale uopo comitati segreti speciali; ma non osò andare oltre il riconoscimento di un diritto dei proprietarî e contadini ad accordarsi libe. amente (I842) e qualche altra disposizione. Più radicali furono le misure prese nelle provincie lituane e polacche, dove, secondo l'idea di Kiselev e di Bibikov, furono introdotti degli "inventarî" che regolavano i rapporti economici fra i proprietarî terrieri e i contadini (1847-49). I liberi contadini, appartenenti allo stato, ricevettero sotto N. una nuova organizzazione, secondo i progetti del ministro dei beni statali P.D. Kiselev (1828-43). Nella vita economico-finanziaria russa, si tenne fermo, durante il regno di N., il sistema del protezionismo doganale, si attuò una riforma monetaria importante, si costruirono dopo il 1837 ferrovie, importantissime per lo sviluppo economico della Russia, come lo stesso N. era fermamente convinto, nonostante il contrario parere di uomini come E. F. Kankrin.
Il carattere conservatore della politica interna di N. si espresse con forza particolare nella sfera dell'istruzione pubblica e della stampa, ispirate alle idee dell'autocrazia, dell'ortodossia e del nazionalismo. Dopo gli avvenimenti europei del 1848-49 questo orientamento di governo venne in Russia ancora più rafforzato.
La politica estera della Russia, sotto il regno di N., ebbe due mire principali: da una parte, la questione d'Oriente, sulla quale si concentrava l'attenzione particolare dell'imperatore; dall'altra, la difesa del legittimismo nell'Europa occidentale. Ma nel complesso, la politica verso l'Occidente obbediva in parte alle esigenze della politica che la Russia perseguiva in Oriente. Qui l'impero lavorava sulla base dei successi ottenuti nella lotta con la Turchia per il predominio nelle regioni del Mar Nero e nei paesi cristiani della Penisola Balcanica (la Moldavia e la Valacchia, la Serbia, la Grecia); successi che furono confermati dopo la guerra del 1828-29 dalla pace di Adrianopoli (2-14 settembre 1829). Nell'intento, tuttavia, di consolidare l'influenza russa in Turchia, N. inclinava a difendere l'esistenza e l'integrità dell'impero ottomano: ciò che spiega l'atteggiamento della Russia nel 1832-33 a favore della Turchia contro il suo vassallo egiziano Mehmet Ali, e l'alleanza difensiva russo-turca a Hunkiar-Skelessi (26 giugno-8 luglio 1833). Dato il carattere conservatore della sua politica, N. non si mostrò disposto neanche a coadiuvare il movimento dei sudditi cristiani della Turchia contro quest'ultima. Con tutto questo, la Russia non riuscì a conservare a lungo la sua posizione eccczionale nel vicino Oriente, e le convenzioni di Londra degli anni 1840-41 sostituirono all'azione sua quella del "concerto" degli stati europei, specialmente dell'mghilterra, della Russia e della Francia; mentre, da un'alleanza duratura con la Turchia, N. fu distolto da altri problemi e da influenze varie esercitate a Costantinopoli.
Si arrivò così alla guerra del 1853-55, nella quale, contro la Russia, la Turchia, ebbe alleate l'Inghilterra, la Francia e la Sardegna; neutrali, ma simpatizzanti, la Prussia e l'Austria. Tutto questo mostra come la politica estera di N. nella questione orientale non legò alla Russia nessuna delle principali forze politiche attive dell'Europa occidentale. Rimaneva l'altra attività della politica estera di N.: cioè la difesa in Europa dei principî del legittimismo. Le rivoluzioni del 1830 in Francia e i movimenti rivoluzionarî nel 1848 in Europa confermarono sempre più N. nella convinzione che un'ingerenza costante negli affari dell'Europa fosse necessaria, per rafforzare e consolidare le idee della Santa Alleanza e per combattere lo spirito rivoluzionario. Pertanto N., che nel 1830-31 soffocò duramente la rivolta polacca, si mostrò disposto, dopo la rivoluzione di luglio, ad attaccare la Francia, simpatizzante per la Polonia; poi, nel 1833, si riavvicinò alla Prussia e all'Austria (convenzioni di Münchengrätz e di Berlino riguardo al rafforzamento dei sistemi difensivi politici). La rivoluzione del 1848, allargatasi a quasi tutta l'Europa, provocò fiera indignazione in N. che concepì piani di spedizioni militari in Europa per soffocarla. Ma fu attuato solo quello in Ungheria (1848-49), per aiutare l'Austria nella repressione. E tuttavia, la Russia non si salvò dall'isolamento in Europa negli ultimì critici anni della vita di N.: e lo si vide chiaramente al momento della guerra di Crimea (v.). L'Austria stessa, che pure doveva alle truppe russe il soffocamento della rivolta ungherese del '48-'49, abbandonò a sé stesso l'antico alleato.
Sebbene il regno di N. non sia stato, nel suo insieme, se non un esperimento di dispotismo illuminato, fatto con spirito rigidamente conservatore, l'età di N. rappresenta una tappa importante nella storia della Russia, un'epoca di rapido e intenso sviluppo materiale e culturale.
Bibl.: P. Lacroix, Histoire de la vie et du règne de Nicolas I, Parigi 1864-1875 (un'esposizione sistematica fino all'anno 1829); N. K. Schilder, Imperator Nikolaj I, Pietroburgo 1903 (fino al 1831); Th. Schiemann, Geschichte Russlands unter Kaiser Nikolaus I., Berlino 1908-1919; M. Polievktov, Nikolaj I. Biografija i obzor carstvovanija (Biografia e sguardo sul suo regno), Mosca 1918; M. O. Gersenzon, Epocha Nikolaja I, Mosca 1910.