Erudito (Beaugensiers 1580 - Aix 1637). P. rappresenta la continuità della grande tradizione erudita rinascimentale calata nell'ambiente della nuova scienza che andava allora sorgendo. Di particolare rilievo i suoi rapporti con Galileo, Mersenne, i fratelli Dupuy, Gassendi, Cassiano dal Pozzo; quando ebbe notizia della condanna di Galilei scrisse al card. F. Barberini in difesa dello scienziato e perché gli fosse alleggerita la pena.
Di antica famiglia patrizia di Aix-en-Provence, P. studiò diritto a Padova (1599-1602), ove tramite G. V. Pinelli conobbe Galilei e ne ascoltò anche alcune lezioni; negli stessi anni ebbe modo di visitare le principali città italiane, entrando in relazione con molti scienziati ed eruditi; tornato a Aix (ove prese il dottorato in diritto nel 1604), entrò in amicizia con G. du Vair, presidente del parlamento, e lo seguì come collaboratore a Parigi quando du Vair fu nominato «garde des sceaux» (1616); nel frattempo era divenuto consigliere del parlamento di Aix. A Parigi frequentò J.-A. de Thou e il circolo dei fratelli Dupuy; nel 1623 P. rientrò definitivamente a Aix (già nel 1618 aveva ricevuto un beneficio ecclesiastico). Fu per molti anni punto di riferimento e tramite di rapporti fra dotti di vari paesi; ne è prova il ricchissimo e importantissimo epistolario. Nella sua casa di Aix-en-Provence raccolse ricche collezioni di monete, manoscritti, sarcofaghi, minerali, libri (ma si occupò anche di problemi scientifici, soprattutto relativamente ai satelliti di Giove, sviluppando le ricerche galileiane).