CASTAGNA, Nicolò
È ignota la data della nascita, avvenuta con ogni probabilità a Messina dove esercitava la mercatura già nel giugno 1392. In un documento dell'aprile 1394 (edito da D'Alessandro, pp. 338 ss.) Compare col titolo di consigliere del re di Sicilia Martino I il Giovane. Nell'aprile 1395 riceve licenza per la costruzione a Messina, in contrada San Filippo fuori le mura, di "duas apothecas sive scampna et magazenum unum ad opus buchirie"; nel maggio 1403 Otterrà il trasferimento della licenza, ancora inutilizzata, in San Giovanni "intra muros" (R. Canc., reg. 40, f. 128rv). A partire dal settembre 1396 esercitò le funzioni di tesoriere del Regno di Sicilia e per qualche tempo fu contemporaneamente luogotenente del maestro portolano, reggendo tale ufficio in assenza del titolare Davide Lercario, e insieme luogotenente del maestro secreto, almeno fino al luglio 1397, quando le due luogotenenze furono affidate ad Antonio Traversa. Nell'anno della settima indizione 1398-99 fu capitano della terra di Santa Lucia.
Due registri di conti attestano con sicurezza che il C. mantenne la carica di tesoriere fino al 1403, quando venne sospeso dalle funzioni "ad hoc quod interim computa et raciones dicti sui administracionis officii annorum preteritorum expedirentur" (ibid., reg. 41, f. 163rv). Nel marzo 1404 il C. ricevette dal re un sussidio annuale di cento onze, che percepì per tutto il tempo della sospensione dalla carica. Il 20 marzo 1406 veniva intanto nominato un reggente della Tesoreria nella persona di Andrea Guardiola. Il controllo dei conti, dei quali gli era stata ordinata la presentazione, si protrasse, tra successive proroghe, fino alla fine dell'anno 1409.
Durante il periodo in cui fu a capo della Tesoreria, risulta che il C. acquistò numerosi feudi. Nel 1398 rinunziò ad un credito di 100 onze per ottenere dal re Martino il Giovane la baronia di Saponaria, confiscata al ribelle Guglielmo Raimondo Moncada, che gli fu successivamente contesa da Salimbene de Marchisio, al quale era stata concessa da Martino il Vecchio, re d'Aragona. Nel 1402 acquistò i feudi di Graniti, Nucifora e Granvilla, appartenuti al conte Enrico Rosso; nel 1405, per 785 onze, da Giovanni Cruillas, il feudo di Monforte, che gli procurò il titolo di barone. Nel 1407 dovette però vendere il feudo di Biscari, che possedeva dal febbraio 1397. A lui appartenevano inoltre i feudi di Carvarusso, Rappano, Mauroianni, San Pietro Rocca, Murbano, Bavuso, Sant'Andrea, Condrò.
Lasciate le funzioni di tesoriere., il C. fu in seguito nominato da Martino il Vecchio maestro razionale. Dopo il convegno di Caspe, che nel 1412 portò all'elezione di Ferdinando I d'Aragona, fu inviato in Spagna come ambasciatore alla corte del nuovo re, per il quale sembra abbia redatto alcune relazioni sulle cose siciliane. Ricoprì pure, in data incerta, la carica di stratigoto nella città di Messina. Il 27 luglio 1416 era a Catania, dove assisté, nel castello Ursino e alla presenza dell'infante duca di Peiiafiel, alla lettura di una sentenza pronunciata contro Bernardo Cabrera. Nel 1421 Alfonso V il Magnanimolo nominò viceré insieme con Giovanni de Podio e Arnaldo Ruggero de Pallas, ma nel 1422 fu il solo dei tre ad essere sostituito nella carica, nella quale gli subentrò Ferdinando Velasti. Il C. morì a Messina nel 1424 senza lasciare figli. Nel testamento, redatto il 6 febbraio di quell'anno, aveva infatti nominato erede una sua nipote.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Palermo, Bibl. n. 34, f. 23r; n. 35, f. 208r; Cane. 21, f. 216r; Cane. 24, f. 70rv; Cane. 25, f. 50v; Cane. 28, f. 31rv; Cane. 30, ff. 136v-138r; Cane. 31, ff. 52r-53r; Cane. 32, f. 35rv; Cane. 37, ff. 57v-58r; Cane. 39, ff. 13v-15v, 175r-177r; Cane. 40, ff. 77v-83v, 128rv; Cane. 41, ff. 155v-156r, 163rv; Cane. 44-45, ff. 67r, 275v, 319r-320v, 349v350r, 428r-431v; Cane. 46, ff. 160v, 161r, 242v; Cane. 47, f. 34rv; Prot. 4, ff. 229v, 268v; G. L. Barberi, I capibrevi, a cura di G. Silvestri, II, Palermo, 1886, p. 173; B. Muscia, Sicilia nobilis, Roma 1692, p. 88; P. Samperi, Messana illustrata, II, Messina 1742, p. 504; G. E. Di Blasi, Storia cronol. dei viceré luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia, Palermo 1842, pp. 45 s.; E. Stinco, La politica eccles. di Martino I in Sicilia (1392-1409), Palermo 1920, doc. LXXIV p. 88, doc. LXXV p. 89, doc. LXXVIII p. 92; V. Orlando, Ricerche sulla storia di Sicilia sotto Ferdinando di Castiglia, Palermo 1922, p. 198; F. San Martino de Spucches, La storia dei feudi e dei titoli nobil. di Sicilia dalla loro origine ai nostri giorni, V, Palermo 1925, p. 142; IX, ibid. 1940, pp. 321 s.; V. D'Alessandro, Politica e società nella Sicilia aragonese, Palermo 1963, pp. 296 s., 300, 344.