NIGER (A. T., 109-110-111)
Fiume dell'Africa occidentale, con un corso lungo circa 42o0 km. e il cui bacino può essere valutato a 2.600.000 kmq., comprendendovi però alcune regioni sahariane che effettivamente non contribuiscono alla sua alimentazione. Nessuna linea di spartiacque separa il bacino del Niger dalle regioni sudanesi, le cui acque convergono sia verso il Golfo di Guinea, sia verso il lago Ciad. Il Niger superiore o Gioliba nasce all'altezza di 860 m. presso Tembikunda, non lontano dal confine della colonia di Sierra Leone. Scorre dapprima verso N., poi a NE., diviso dal Senegal per mezzo di altipiani d'arenaria e di pianure coperte di laterite. Riceve a destra numerosi affluenti, segnatamente il Milo, e a sinistra il Tinkisso che porta al Niger le acque del Futa Gialon. Nella stagione delle piene è navigabile, in condizioni piuttosto mediocri, da Kurussa a Bamako. Tra Bamako e Kulikoro il corso è ostacolato da rapide, specie quelle di Sotuba.
Dopo Segu la valle s'allarga e a partire da Sansandig il fiume si distende nella regione del Macina, in mezzo a un labirinto d'isole e di laghi, che nei periodi d'inondazione si confondono. A Mopti il Niger riceve come affluente il Bani, formato dal Baoulé e dal Bagoé, i quali nascono nell'alta Costa d'Avorio. Il Bani passa per San e Djenné e apporta al Niger un volume d'acqua quasi uguale a quello del Niger medesimo. All'epoca delle piene, la regione inondata da Sansandig a Timbuctu raggiunge una larghezza da 100 a 150 km.; è un vero delta interno, una zona d'allagamento che è stata chiamata l'Egitto francese o l'Egitto nigeriano. Il Bélime ha formato un progetto per il disciplinamento del fiume. Il progetto prevede la costruzione a valle di Bamako d'uno sbarramento regolare (barrages des Aigrettes), destinato ad alimentare due sistemi di canali di derivazione: il sistema di Segu, sulla riva destra e quello di Nyamina sulla riva sinistra; inoltre la costruzione nel delta lacustre d'una diga insommergibile sulla riva sinistra; infine la costruzione a Sansandig d'uno sbarramento destinato all'irrigazione del Macina. Questi lavori permetteranno d'irrigare 750.000 ettari tra il Niger e il Bani, 250.000 ettari a N. di Segu e di Sansandig, 300.000 ettari nel Macina. L'esecuzione dei lavori è in corso (1934) e il canale di Sotuba fu inaugurato nel 1928.
La città di Timbuctu non è situata sulla riva del Niger, ma presso una palude del fiume. A O. della città si trova un'importante zona lacustre che comprende, tra gli altri, i laghi di Télé e Faghibin incorniciati da alture. Questi laghi non si riempiono tutti gli anni, ma solo all'epoca di grandi piene. Il livello del Faghibin è 5 m. al disotto del Niger, da cui però è separato mediante una soglia; esso riceve dunque le acque del fiume durante la piena, ma non le restituisce durante la decrescita.
Il corso superiore del Niger, a Bamako e a Segu, ha piene estive, prodotte dalle piogge tropicali che cominciano in giugno e raggiungono il massimo in settembre. A Timbuctu la piena arriva con un ritardo considerevole e raggiunge il massimo solo in gennaio. Tale ritardo è dovuto alla zona d'inondazione, nella quale le acque ristagnano. Il tratto sahariano del Niger non ha piene proprie, ma riceve e trasmette quelle del corso superiore.
All'altezza di Timbuctu il fiume prende bruscamente la direzione E. e la conserva fino a Tosaye e a Bourem, poi s'incurva verso SSE. Le acque scorrono in un letto ben definito, in piena roccia e senza spandimenti; il lungo nastro si svolge scintillante in mezzo a una regione arida e desertica nella quale non riceve affluenti. Questa tortuosità improvvisa del Niger, non giustificata da nessun elemento del rilievo, fa pensare a due fiumi anticamente separati e poi riuniti da una cattura a Tosaye; prima di trovare questa via d'uscita, le acque del Niger superiore si perdevano certamente in qualche depressione del Sahara.
Dopo le rapide del Tosaye il fiume scorre, con una larghezza da 1000 a 1500 m., o sul granito o su arenarie orizzontali. Tra Ansongo e Say si presentano di nuovo alcune rapide; ma da Kulikoro ad Ansongo, sopra un tratto di 1700 km., possono navigare durante sei mesi dei vapori e durante tutto l'anno delle chiatte. La navigazione rimane possibile anche fino a Niamey.
A Say il Niger entra nel Sudan; compaiono di nuovo le piogge tropicali e, con esse, gli affluenti. Dopo altre rapide che corrispondono al prolungamento della catena dell'Atakora, il fiume entra nella Nigeria, dove trova le rapide di Bussa che si stendono sopra una lunghezza di 200 km., fino a Bajibo. Formate da una barriera di granito nella quale i dislivelli raggiungono 12,9 m. e 24 m., queste rapide sono praticamente insuperabili, sicché il basso Niger non costituisce una via d'accesso al corso medio.
A 750 km. dal mare, il fiume si trova a un'altitudine di soli 136 m.; è una fiumana maestosa, profonda 20 m. in tutte le stagioni e circa 30 m. dopo le piene. I piroscafi marittimi lo risalgono fino a Jebba. Due sezioni del fiume, quella vicina alle sorgenti e quella a valle di Say, ricevono contemporaneamente le piogge tropicali. Ne risultano due piene, l'una detta orientale, l'altra occidentale. La piena orientale comincia a far crescere il fiume in giugno e raggiunge il massimo in settembre. In seguito il livello s'abbassa, per risalire poi in piena stagione asciutta con l'arrivo della piena occidentale.
Dopo aver ricevuto la Kaduna, navigabile fino a Ouchichi, presso Zungeru, il Niger arriva a Lokoja, dove riceve il Benué (v.), che come volume d'acque lo uguaglia, come importanza commerciale lo supera e merita di essere considerato come un fiume indipendente. Il Niger esce allora dal Sudan ed entra nelle regioni equatoriali, dove le piogge sono assai più prolungate. A 200 km. dalla costa comincia il delta, che ha una superficie di 25.000 kmq. e s'accresce continuamente con le alluvioni del fiume. È formato di fango semiliquido tenuto insieme dalla vegetazione di mangrovie. Il volume d'acqua alla foce non è mai inferiore a 30.000 mc. al secondo; le acque si versano in mare per molteplici bocche non molto stabili, di cui le principali sono quelle di Akassa e di Brass. Port Harcourt è il pmto di partenza della linea ferroviaria di 940 km. che a Kaduna e a Zaria si congiunge alla linea di Kano.
Esplorazione. - Gli antichi avevano sul Niger nozioni piuttosto vaghe e anche i geografi arabi non erano informati gran che meglio. Era dubbio se il Niger si confondesse col Nilo, sboccasse in un lago interno o avesse foce nell'Atlantico. Ognuna di queste opinioni aveva sostenitori, ma in genere prevaleva la prima. La grande curva del fiume verso E. e la mediocrità del rilievo si prestavano a creare confusione. Il primo europeo che abbia veduto il Niger fu lo scozzese Mungo-Park (1795-97); durante una seconda esplorazione nel 1805, egli annegò nelle rapide di Bussa. Nel 1798 F. Hornemann, al servizio, come Mungo-Park, dell'Associazione africana di Londra, raggiunse il Niger, ma rimase convinto d'avere invece raggiunto il Nilo. Il problema fu risolto da H. Clapperton, che, nel 1825, arrivò al Niger dalla parte del sud, mentre il maggiore Laing (1825) partendo da Tripoli, poi il francese R. Cailliet (1828) partendo dal Senegal, raggiungevano entrambi Timbuctu. Nel 1830 i fratelli Lander visitarono le bocche del Niger. Le magnifiche esplorazioni di H. Barth (1850-55) fissarono la geografia ancora incerta di quelle regioni sulle quali egli raccolse una quantità di notizie. In seguito a questi viaggi il problema del Niger si può considerare risolto.
Nel 1863 Mage e Quintin visitarono il corso medio e il riconoscimento del grande fiume è stato fatto da J.-S. Galliéni (1879-81), da J.-T. Caron (1887), da G. Toutée (1895), dal Hourst (1896), da E. Lenfant (1901). Poi è venuta l'epoca dei rilievi regolari e della cartografia precisa, che progredisce ogni giorno. Le missioni Caron e Lefort, Le Blévec, Millot hanno pubblicato carte idrografiche del Niger a grande scala.
Bibl.: L. Desplagnes, Le plateau central nigérien, Parigi 1907; R. Chudeau, Sahara soudanais, Parigi 1909; id., Le bassin du Moyen-Niger, in La Géographie (1910); M. Delafosse e J. Meniaud, Haut-Sénégal-Niger, Parigi 1912, voll. 5; Millot, Les crues du Niger, in Annales de Géographie (1913); E. Bélime, Les irrigations du Niger, Parigi 1922: id., L'hydraulique fluviale en Afrique Orientale Française (Congrès de l'outillage colonial, 1930).