Scrittore bulgaro (Kesarevo, Loveč, 1889 - Sofia 1954); prof. di storia dell'arte all'accademia di Sofia (1927). Autore di monografie e di una Istorija na plastičnite izkustva ("Storia delle arti plastiche", 12 voll., 1931-39), curò l'importante antologia Večnoto i našata literatura ("Le opere eterne della nostra letteratura", 1941) e rielaborò in una trentina di volumi fiabe di diversi paesi. Narratore di gusto simbolista, scrisse libri (Bogomilski legendi "Leggende dei bogomili", 1912; Videnija iz drevna Bălgarija "Visioni dell'antica Bulgaria", 1918; Očite na Arabija "Gli occhi dell'Arabia", 1918; Sčupeni stakla "Vetri rotti", 1939), spesso segnati da una visione eterodossa del cristianesimo; per il romanzo Meždu pustinjata i života ("Fra il deserto e la vita", 1919) fu scomunicato dalla Chiesa ortodossa.